
05 Agosto 2020
15 Giugno 2020 24
Google Assistant si prepara a offrire Voice Match anche su Android TV: i primi indizi arrivano pochi giorni dopo l'annuncio ufficiale dell'arrivo della funzionalità anche sugli speaker smart di terze parti. Nel caso della piattaforma smart TV, però, le informazioni sono ancora ufficiose: le hanno scoperte i colleghi di 9to5google rovistando tra i file dell'APK dell'ultima versione dell'app Google Search per Android TV.
Voice Match, ricordiamo, è una sorta di autenticazione biometrica: invece dell'impronta digitale o dell'iride, il software è in grado di riconoscere la voce dell'utente in modo univoco, in modo tale da personalizzare l'esperienza di interazione con l'assistente virtuale di Google lato comandi vocali (per esempio: "Apri Netflix" già sul profilo corretto) e risultati di ricerca.
Gli indizi sono stati scoperti nella versione 4.2.0 di Google Search, che è in distribuzione da pochi giorni e aggiorna l'attuale 3.14.2. Qualche settimana fa era iniziato a circolare un aggiornamento alla versione 4.1.0, ma è stato ritirato quasi subito da Google a causa di alcuni problemi di stabilità che causavano il blocco temporaneo della schermata iniziale dei dispositivi.
Vale la pena ricordare che il fatto che uno sviluppatore stia lavorando a qualcosa non è garanzia automatica del suo rilascio ufficiale, né permette di farsi un'idea attendibile sulle eventuali tempistiche.
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Commenti
Credo che non lo faccia.
I nomi univoci vanno bene, ma quando si inizia ad avere veramente tanti dispositivi gestiti diventano un problema.
Altra cosa in cui entrambi gli ambienti sono carenti è la sostanziale inutilità delle "routine" che a differenza di quanto farebbe pensare il nome sono delle semplici macro prive di gestione delle condizioni (se succede questo compi quest'azione, altrimenti quest'altra).
Conosco Duplex w lo trovo entusiasmante. E' un vero peccato che non consentiranno a quel sitema di evolvere.
Duplex è la prima vera IA arrivata a contatto con l'utenza comune.
In inglese è così, c'è un servizio sperimentale di Google che chiama e prenota ristoranti e cinema al posto tuo. Per me è fantascienza vera. Ovviamente italiano bye bye
Di contro sj va a discapito della reattività. mentre alexa prende o non prende il comando come fosse un bottone, google pensa a quello che dici e impara.
Io lo dico sempre, magari in italiano la differenza può sembrare limitata (ma nemmeno tanto) mentre in inglese è spaventosa.
non ho provato, per praticità ho dato a ogni dispositivo un nome univoco, ma devo approfondire
no guarda, non so se l'hai provata, ma ti posso dire che funziona benissimo, praticamente in tre mesi che l'ho tenuta attiva perchè avevo Assistant in inglese non mi è mai capitato di dover dire allo speaker di smettere di ascoltare, è autonomamente in grado di capire quando mi rivolgo a lui e quando invece ho smesso e sto parlando magari con una persona in casa (non chiedermi come faccia, non lo so :D)
è verissimo ed è una cosa che ancora mi stupisce, me ne sono accorto perchè con il tempo ha imparato a rispondere a comandi detti in maniera "particolare" da me o dalla mia ragazza... comandi che prima non capiva, quindi dietro c'è sicuramente un sistema estremamente avanzato di apprendimento
La mia dimora non è solo un "bottone vocale", quello lo ha chi, per l'appunto, non aggiunge del software che si occupi delle cose evolute.
Lo scrissi agli inizi del millennio un sistema in linguaggio naturale, e per naturale intendo veramente naturale, non pseudo naturale.
Ma lascia stare la domotica. Io voglio un assistente intelligente non un misero bottone vocale. Per me i servizi fanno la differenza non i prodotti, io sono legato a google per questo e perché non voglio parlare con dei comandi robotici ma con un linguaggio naturale. La strada è comunque lunga, con l'italiano poi..
Si Assistant è obiettivamente migliore di Alexa, ma Alexa è più pratica nell'impiego e le caratteristiche dei dispositivi sono nettamente superiori.
Comunque entrambi gli ambienti hanno dei gravi limiti oggettivi che nelle applicazioni di domotica evolute come la mia rendono indispensabile avere anche una macchina dedicata che aggiunga la flessibilità di una logica programmatica.
Il bello di Google è che apprende, la semantica è gia molto evoluta. In italiano io dico "entrata" e lui sa che deve spegnere le luci chiamate "ingresso". Cosa che ha imparato con il mio voice match, mentre dalla mia ragazza sa che che con "soggiorno" intende "salotto". Vallo a spiegare ad alexa
Se i nomi devono restare univoci l'utilità non è molta. È come Alexa.
Lo sarebbe se si potessero usare nomi diversi con la semantica del comando stabilita dall'impronta vocale.
La conversazione continua è uno stress se devi dirgli ogni volta di smetterla di restare in ascolto.
Ho notato che, anche se Google con le lingue non ha eguali, a furia di cambiarle Assistant rimbecillisce di brutto e va ripristinato il Voice Match.
I nomi sono univoci, il voice match ti dovrebbe consentire di controllarli in esclusiva rispetto ad altri utenti.
Ma anche no, grazie.
Scusa, si può fare come?
Non vedo nessuna possibilità di settare per Google Home di gestire liste di utenti abilitati a gestire particolari dispositivi o setting in Google Assistant che permettano di assegnare, ad esempio, il nome generico "comodino" alla lampada di destra se a pronunciare il nome sono io e quella di sinistra se a farlo è la mia fidanzata.
Passando alla lingua inglese compaiono queste capacità?
Ma in lingua inglese consente già d'ora, ad esempio, di riservare l'utilizzo di dispositivi IoT ad una lista di utenti o capire qual è l'utente che chiede di accedere il comodino (con nome generico) discriminando tra quando a farlo sono io e quando la mia fidanzata?
Questo lo confermo, ho da poco rimesso Assistant in italiano in casa perché la mia compagna trovava difficoltà a interagirci in inglese e mi sono reso conto che molti dei comandi che ero abituato a dare in italiano non vengono capiti correttamente, per quanto comunque noto notevoli passi avanti nel capire in italiano comandi che magari fino a qualche mese fa non funzionavano.
Per quanto comunque la cosa che mi manca di più è la modalità in conversazione continua che è di una comodità assurda e che spero arrivi presto anche nelle altre lingue.
Quello che dici si può già fare, molte funzioni sono però esclusive per l'inglese tanto per Assistant quanto per Alexa . L'affidabilità è di conseguenza
Io ho anche una Fire TV 4K e non mi sembra che il suo telecomando sia in grado di discriminare fra utenti.
Ma le TV sono il problema minore, il divario grosso si aprirebbe qualora Google riuscisse ad implementare negli smartspeaker una tecnologia in grado di ottenere affidabilmente comportamenti diversi in base all'impronta vocale.
A quel punto sarebbe possibile anche introdurre un minimo di gerarchia nei comandi, e Google sorpasserebbe immediatamente Amazon nelle vendite degli smartspeaker.
Pensa ad esempio al mio impianto di riscaldamento: ora come ora tutti quelli che si trovano nell'appartamento sono in grado di accenderlo e spegnerlo, così come tutte le altre utenze, mentre sarebbe bene che solo io potessi comandare la caldaia e che un eventuale comando "Alexa, accendi i comodini" non illuminasse tutte le abt-jour di casa me solo quelle della stanza degli ospiti.
Ora come ora è un casino, perchè proprio il fatto di non riconoscere le impronte vocali impone di assegnare un nome specifico ad ogni oggetto ed ogni routine.
FireTv esiste ma non è il massimo. Lato servizi non c'è davvero storia. Difficile che collaborino purtroppo.
Amazon deve assolutamente chiudere questo gap sui dispositivi Echo, se Google riescrà ad introdurre in modo affidabile il riconoscimento dell'utente nella domotica l'ago della bilancia cambierà direzione.
Sul mini di casa, assistant se sente la voce di mio padre non gli fa riprodurre il sole 24 ore, con la mia si . Misteri della vita