La Russia ha il suo chatbot: si chiama GigaChat, e l'obiettivo dichiarato è quello di competere con ChatGPT. Quello della banca di stato Sberbank è il primo esempio di intelligenza artificiale generativa sviluppato nel Paese ed è disponibile in closed beta esclusivamente su invito.

Funziona esattamente come la concorrenza:

la rete può rispondere alle domande, conversare, scrivere codice, creare testi e immagini basati su descrizioni all'interno di un unico contesto.

Ma le distanze rispetto a quanto è proposto fuori dai confini vengono prese immediatamente: "a differenza delle reti neurali straniere, GigaChat è stato inizialmente progettato per supportare l'interazione multimodale e comunicare in russo in modo più intelligente". In parole povere, un chatbot russo per i russi.

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GigaChat è una rete neurale multimodale open source basata su NeONKA (Neural Omnimodal Network with Knowledge-Awareness) in cui l'auto-apprendimento viene supervisionato e migliorato dai costanti feedback forniti dall'uomo. I modelli generativi, spiega Sberbank, vengono bloccati quando l'impiego che si fa del chatbot è contrario al Codice Etico dell'AI. La versione 3.5 che sarà rilasciata a breve include 13 miliardi di parametri e servirà ad "accelerare l'evoluzione della comunità open source e dell'intelligenza artificiale". Presto l'AI sarà resa disponibile a sviluppatori e aziende attraverso una cloud API.

GigaChat può essere utilizzato da studenti e ricercatori nei loro lavori, così come da qualsiasi utente che ama sperimentare l'innovazione - Herman Gref, CEO di Sberbank

Il chatbot è stato addestrato attraverso il supercomputer Christofari Neo da SberDevices e Sber AI assieme all'Artificial Intelligence Research Institute. Grazie all'integrazione con il modello Kandinsky 2.1 è persino in grado di generare immagini.