
17 Aprile 2023
Gli scienziati della Pritzker School of Molecular Engineering dell'Università di Chicago hanno sviluppato un prototipo di display OLED che può piegarsi, allungarsi, torcersi e piegarsi meglio di qualsiasi altro schermo flessibile visto fino a oggi. I ricercatori affermano che il display può estendersi fino al doppio delle sue dimensioni effettive senza comprometterne la durata.
Il materiale ricorda quello delle gomme di rivestimento trasparenti che troviamo su molteplici oggetti, come portachiavi e altro, ma la vera magia avviene quando viene applicata la corrente per l'utilizzo come un comune display. L'immagine visualizzata ha un alto livello di chiarezza ed è talmente luminosa da perdere quasi tutta la sua trasparenza. Non solo, rispetto agli OLED flessibili tradizionali è moto più duttile. Guardare per credere.
Il team non si è imbattuto nella sostanza per caso, poiché è il raggiungimento di un obiettivo a lungo ricercato, ossia sviluppare una gomma che emette luce ma sia nel contempo altamente flessibile. La loro conoscenza combinata sui polimeri avanzati e sull' elettroluminescenza ha permesso loro di affrontare l'obiettivo partendo dal livello molecolare.
Ecco le parole del capo del progetto, Il professore di ingegneria molecolare Juan de Pablo.
"Siamo stati in grado di sviluppare modelli atomici dei nuovi polimeri di interesse e, con questi modelli, abbiamo simulato cosa succede a queste molecole quando le tiri e cerchi di piegarle. Ora che comprendiamo queste proprietà a livello molecolare, abbiamo una struttura per progettare nuovi materiali in cui la flessibilità e la luminescenza sono ottimizzate".
Attualmente il prototipo è di dimensioni minime e può visualizzare solo due colori, il verde e il bianco, ma il prossimo passo del team è aumentare la gamma di colori disponibili. Mentre l'efficienza è già alla pari con quella degli OLED contemporanei, l'obiettivo è aumentare le prestazioni arrivando a un rendimento del 100%.
Mentre il polimero migliorerebbe sicuramente i costi di produzione e la durata dei dispositivi pieghevoli, Wang guarda in grande e vede nel progetto utilizzi più nobili, ad esempio negli strumenti medici e nello specifico per l'utilizzo come monitor optogenetici, ossia quelli impiantabili e utilizzati per esaminare l'attività neurale e le malattie cerebrali.
Per chi volesse approfondire la questione, potrà leggere la ricerca nella sua interezza all'interno della testata Nature Science (in FONTE).
Commenti
sembra interessante...
vediamo se verrà commercializzato!