
27 Aprile 2022
I ricercatori del MIT hanno compiuto un importante passo avanti nel settore dell'illuminazione verde, letteralmente: grazie a delle speciali nanoparticelle inserite nelle foglie, sono riusciti a creare una pianta che emette molta luce e per molto tempo. Bastano 10 secondi di esposizione a una luce LED per ottenere diversi minuti di bio-luce, e la ricarica può avvenire più volte. Sono molte le iniziative condotte a livello globale per rendere praticabile questa tecnologia, che permetterebbe di ridurre in modo notevole l'inquinamento prodotto dall'illuminazione notturna delle città: il primo successo in merito risale addirittura al 2014, con BioGlow.
Possiamo affermare che si tratta di un prodotto di seconda generazione: lo stesso gruppo di ricerca ne aveva realizzato una prima iterazione nel 2017. Rispetto a quel "modello", la luminosità dalla seconda generazione è ben 10 volte superiore. Tutto parte dalle lucciole: le nanoparticelle sono composte infatti di luciferasi, l'enzima che permette il fenomeno per cui gli insetti sono tanto famosi quanto affascinanti. La "batteria luminosa" che fornisce alla luciferasi l'energia per emettere luce è invece un nocciolo di alluminato di stronzio rivestito di silice. Queste particelle possono catturare la luce dei LED o del Sole stesso.
È proprio questa "batteria" la principale innovazione della seconda generazione di piante bioluminose. La versione del 2017 era basata esclusivamente su luciferasi e luciferine, replicando esattamente quanto succede nelle lucciole. L'alluminato di stronzio è invece quel composto che si trova anche negli oggetti artificiali "glow-in-the-dark", comunemente detti fosforescenti (perché una volta al posto dell'alluminato di stronzio si usava proprio il fosforo, che però era meno efficiente, meno luminoso e meno duraturo nel lungo termine).
I ricercatori non intendono fermarsi qui, anzi. Stanno già studiando come incrementare ulteriormente sia la luminosità sia l'autonomia delle piante combinando in modi diversi le particelle di luciferasi e delle "batterie". Ci vorrà ancora molto tempo e nulla è ancora certo, ma è quantomeno ipotizzabile che in futuro potremo usare le piante per l'illuminazione passiva di strade e non solo. Di seguito un video della "prima generazione" di LEP (Light-Emitting Plants) realizzato dal MIT, pubblicato nel 2017:
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Commenti
Già ci vedo bene il grafene con l'alluminato di stronzio...
Beato te, qui è tutto cemento e infatti me ne andrò via da sto cesso.
Il problema dell'inquinamento luminoso è serissimo.
Di notte non c'è più buio.
Ormai hanno capovolto persino il giorno e la notte naturali, così come hanno già stravolto l'ora legale e l'ora solare, che io infatti non seguo e utilizzo un orario tutto l'anno tutti gli anni.
C'è luce ovunque, di giorno col sole, e di notte con i lampioni e altro.
Peccato che la luce di notte è eccessiva, tanto da creare disturbi del sonno e problemi psicologici a lungo andare.
Difatti esposi denuncia al mio comune perchè il mio quartiere era troppo illuminato, inutilmente poi perchè la notte è predisposta per esserci poca luce o nessuna luce e quindi questo io pretendo.
Avevo letto un'altra cosa e non era alluminato di stronzio.
Se non altro zanzare e falene non daranno fastidio a chi ti sta intorno
Cosa??? Lo voglio nella quarta dose Pfizer. Subito!
che se fosse alimentato a plutonio non avrebbe necessità di essere ricaricato così spesso!!! :)
Il trizio non lo si usa più da parecchi anni, è molto pericoloso
Ecco, io ho le lancette fosforescenti, sul mio orologio da polso tradizionale (però ormai uso l’Apple Watch di solito).
Da me i lampioni sono tutti coperti da foreste urbane, quindi già ci siamo.
Come il trizio delle lancette degli orologi
Quindi qui a Firenze quando mettono i lampioni sopra le fronde degli alberi ... non sono sce... ma sono "avanti"?
Da dire però che "luce led" vuol dire tutto e nulla, per cui se devi usare (per dire) 1kWh di luce led per "caricare" le piante che ti rendono meno lumen di quanto ha emesso il led, è il guadagno di un modo di dire fiorentino. I fari delle auto presumo ricarichino poco e non puntano sulle fronde. Potrebbe avere senso solo come luce di emergenza.
Non mi è chiaro poi che ruolo avrebbe il metabolismo della pianta (oppure nulla e se lo usi su un muro, fa lo stesso?)
"comunemente detti fosforescenti (perché una volta al posto dell'alluminato di stronzio si usava proprio il fosforo"
Quindi questi si chiamerebbero "Stronzioscenti"?
Dilettanti, i segnali delle uscite di sicurezza hanno già materiale radioattivo per renderli sempre luminosi.