
27 Marzo 2023
La sonda OSIRIS-REx della NASA è quasi pronta a cominciare il viaggio di ritorno verso la Terra, ma siamo entrati nella fase finale della missione estesa, pertanto proprio in queste ore avverrà l'ultimo sorvolo della superficie con un occhio particolare alla zona di raccolta dei campioni. Ricordiamo infatti che a fine ottobre dello scorso anno la NASA è riuscita nella delicata operazione di touchdown della superficie, grazie alla quale ha raccolto circa 60 grammi di materiale secondo le stime attuali.
L'operazione di raccolta è stata pianificata a lungo e nei mesi precedenti si è proceduto alla scelta del sito e alla mappatura dell'asteroide, con l'obiettivo di evitare le zone più pericolose per salvaguardare la sonda. Ciò ha portato ad una mappatura piuttosto precisa di entrambi gli emisferi dell'asteroide, tuttavia per completare i dati a disposizione l'agenzia spaziale statunitense ha deciso di fotografare nel dettaglio la zona di contatto, al fine di capire come sia cambiata la superficie dopo l'intervento invasivo della sonda.
Il disturbo causato dall'operazione potrebbe essere stato significativo, poiché per la raccolta dei campioni il braccio robotico è entrato sulla superficie per circa 50 cm di profondità e contemporaneamente ha sparato una carica di azoto gassoso pressurizzato per facilitare la penetrazione. Non possiamo dimenticare anche l'impatto dei propulsori, che ad operazione finita si sono attivati per allontanare la sonda dalla superficie.
Proprio in queste ore sta avendo luogo l'ultimo avvicinamento con lo scopo di catturare nuove foto del sito di raccolta prima della partenza verso la Terra, prevista il 10 maggio. L'obiettivo è avvicinarsi a circa 3,7 km dalla superficie, fotografare le aree mappate in precedenza e confrontarle con le immagini pre-raccolta.
Poi inizierà il lungo viaggio di ritorno di OSIRIS-REx, con rientro sulla Terra previsto il 24 settembre 2023. A quel punto il team di scienziati della NASA potrà finalmente analizzare il prezioso carico, infatti, la composizione di asteroidi di questo tipo è particolarmente interessante a livello scientifico. Tra le varie teorie sull'origine della vita, una di esse ipotizza che gli asteroidi possano aver avuto un ruolo importante, ad esempio nel trasporto delle prime molecole organiche sulla Terra.
Ma non dimentichiamo nemmeno che Bennu è considerato un asteroide potenzialmente pericoloso e un giorno potrebbe avvicinarsi pericolosamente al nostro Pianeta. I rischi maggiori arriveranno tra il 2169 e il 2199, ma se tutto filerà liscio i nostri lontanissimi parenti potranno dormire sonni tranquilli almeno fino al 2880, quando le percentuali di possibile impatto aumenteranno nuovamente.
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Anche in Greenland dicevano che non c'era motivo di allarmarsi.