
13 Dicembre 2019
Twitter annuncia una svolta storica: il social non ospiterà più annunci pubblicitari politici. La notizia arriva direttamente dall'account del CEO Jack Dorsey, il quale ha pubblicato una serie di messaggi che spiegano nel dettaglio le motivazioni che hanno portato la piattaforma a prendere questa decisione.
We’ve made the decision to stop all political advertising on Twitter globally. We believe political message reach should be earned, not bought. Why? A few reasons…🧵
— jack 🌍🌏🌎 (@jack) October 30, 2019
Si tratta senza dubbio di una scelta non facile, anche alla luce degli ingenti budget investiti dai politici di tutto il mondo per diffondere il proprio pensiero, attraverso campagne mediatiche studiate a tavolino per raggiungere un elettorato molto preciso e ben definito.
E sarebbe proprio la potenza di questo mezzo ad aver spinto Dorsey e gli altri responsabili a decidere di porre un argine all'utilizzo esagerato che la politica fa dei social. Il CEO di Twitter, infatti, sottolinea come lo strumento degli annunci a pagamento distorca la reale diffusione del messaggio, forzando l'utente, quindi il potenziale elettore, ad essere esposto continuamente a informazioni che non ricerca in maniera attiva.
Tutta la questione, sottolinea Dorsey, non riguarda la libertà d'espressione, che non viene in alcun modo toccata, visto che i politici potranno continuare ad utilizzare Twitter "da semplici utenti". Si tratta di porre un freno, sottolinea il CEO, alla diffusione incontrollata di messaggi politici e di fake news. Non manca anche una frecciatina diretta a Facebook e alla recente audizione di Zuckerberg al Congresso USA, come potete vedere nel messaggio riportato qui sotto:
For instance, it‘s not credible for us to say: “We’re working hard to stop people from gaming our systems to spread misleading info, buuut if someone pays us to target and force people to see their political ad…well...they can say whatever they want! 😉”
— jack 🌍🌏🌎 (@jack) October 30, 2019
Dorsey sottolinea che non si può essere credibili se da un lato si proclama di voler "impedire che le persone sfruttino il nostro sistema per diffondere disinformazione", ma allo stesso tempo si decide di lasciare che gli stessi elementi possano "pagare per bersagliare e costringere la gente a vedere i loro annunci politici, dicendo un po' quello che gli pare".
Twitter ha valutato di intervenire limitando solo determinati annunci dei candidati, ma poi ha deciso di optare per una mossa più drastica, che entrerà effettivamente in vigore a partire dal 22 novembre, mentre il 15 novembre verranno pubblicate le nuove linee guida, in cui saranno elencate le poche eccezioni ammesse. Tra queste rientrano gli annunci che ricordano agli utenti di registrarsi per il voto (negli USA) e probabilmente tutti quelli legati prettamente agli aspetti istituzionali. Dorsey conclude la sua spiegazione lanciando un appello affinché vengano portati avanti dei progetti di legge che possano regolamentare gli annunci politici e sulla trasparenza degli ad in generale.
La mossa di Twitter rappresenta un precedente importante che testimonia come la piattaforma abbia finalmente preso coscienza della sua responsabilità nei confronti della società: la forza dei social è proprio rappresentata dall'efficacia con la quale sono in grado di veicolare messaggi mirati che l'utente si ritrova a subire in maniera passiva; basta far parte di una determinata fascia demografica per essere bersagliati. Certamente questa scelta è anche legata alla volontà di impedire che agenti esterni possano interferire sugli appuntamenti elettorali dei prossimi mesi; uno su tutti le elezioni presidenziali USA del 2020.
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Commenti
forzando l'utente, quindi il potenziale elettore, ad essere esposto continuamente a informazioni che non ricerca in maniera attiva.
...costringere la gente a vedere i loro annunci politici, dicendo un po' quello che gli pare
Grazie, esattamente, pur adorandolo, questo è stato uno dei motivi che mi hanno spinto ad abbandonare Twitter.
Senza fare i finti ciechi pro o contro una particolare fazione, era tutta una palude di melma.
e brava twitter
La comunicazione (comprese le fake news) ha sempre un mittente e un destinatario.
Purtroppo nessuno dice che il problema principale è il destinatario.
Salvini non mangia mica a gratis.
Cosa???
Ma p0rka zozza...
Quella è la base , ma non dipende da me
Don't feed the Beast.
Dorsey l'ho sempre condiderato un po' meno peggio degli altri social networkisti e pare che avessi ragione.
Basta non fare usare internet al figliuolo.
"La pubblicità politica in TV, ad esempio, deve sottostare a determinate regole, deve dichiarare esplicitamente che si tratta di un messaggio politico, deve rispettare certe fasce orarie e non può andare in onda al di fuori dei periodi elettorali"
Salvini mi sa che non lo sapeva questo :D
Tu allora non conosci Renzie e Salvini...
Cioe' non esisteranno piu' i famosi tweet di Trump?!
Abbiamo problemi di disinformazione? smettiamo di informare
Ma non verrà censurato qualsiasi tweet dagli account dei politici, solo non verranno più permessi advertising (quindi se nel caso Salvini in tempo di elezioni avesse utilizzato gli Adv su Twitter per raggiungere più persone facenti parte di un target mirato, ora non lo potrà più fare). I tweet che pubblicherà ogni giorno si vedranno ancora.
Almeno in TV c'è una parvenza di contraddittorio e comunque c'è il garante delle comunicazioni, sui social di fatto non c'è altro controllo che quello di un manipolo di poveracci che non riescono a stare dietro ai milioni di tweet giornalieri e un algoritmo che fa acqua
Attenzione però; il politico non viene in alcun modo censurato, gli viene semplicemente levato uno strumento aggiuntivo che favoriva la diffusione del suo messaggio, non la possibilità di continuare a proporlo.
Il problema della pubblicità sui social - in particolare quella politica - è che non si tratta di una comunicazione unidirezionale come quella televisiva, dove l'utente riceve un messaggio (che deve sottostare a rigide regole prima di essere trasmesso) e poi può scegliere se crederci o meno.
Nel caso dei social, il messaggio diventa "tangibile" e manipolabile. Si comincia dal feedback diretto. Un politico può vedere in tempo reale il grado di apprezzamento di ciò che dice, valutando sia i commenti che le eventuali reazioni (like, faccine arrabbiate, ecc) e aggiustare il tiro di volta in volta solo per "comunicare cose che ottengono apprezzamento".
E nel caso in cui quell'apprezzamento mancasse, basta poco per crearne uno fittizio, ricorrendo a bot che pubblicano commenti e lasciano reazioni positive, facendo quindi credere che il messaggio sia giusto e condivisibile; se in tanti sostengono ciò che dice il politico X, allora non devo vergognarmi di farlo anche io.
In questo caso è proprio il mezzo di comunicazione a fare la differenza; la TV parla a tutti, i social fanno vedere il messaggio giusto per ogni categoria d'utente. Hai meno di 30 anni? Probabilmente sei disoccupato e allora eccoti un motivo per votarmi. Hai più di 60 anni? Hey, la tua imminente pensione è in pericolo, votami per questo motivo.
La pubblicità politica in TV, ad esempio, deve sottostare a determinate regole, deve dichiarare esplicitamente che si tratta di un messaggio politico, deve rispettare certe fasce orarie e non può andare in onda al di fuori dei periodi elettorali. Anche i social meritano di essere regolamenti allo stesso modo.
Nessun limite alla libertà di parola e espressione, solo buon senso e consapevolezza delle potenza di questi mezzi.
Io nemmeno ti vedo
Ti vedo stupido.
Sai che c'è chi compra pubblicità politica mirata per i minorenni? Vorresti che un algoritmo bastaso usato da un tizio di cui non ti fidi comunichino a questo livello con tuo figlio? O con un minorenne in generale? Purtroppo non c'è controllo
Decisione del tutto sbagliata perché in questo modo si riconsegna il mercato della pubblicità politica nelle mani delle televisioni, che per definizione non sono libere come internet.
L'argomentazione di Dorsey è del tutto deficitaria, non si può dire che si abolisce la pubblicità per tutti solo perché qualcuno potrebbe diffondere notizie false o controverse. In democrazia la responsabilità è individuale sia di chi scrive sia di chi legge, che ha il dovere di verificare.
A prescindere dal mezzo di comunicazione, il politico dice sempre ciò che pensa e non può essere criminalizzato per questo, poi l'elettore deve usare la propria coscienza e conoscenza quando esprime il voto.
Mi vedi agitato?
Stringerei personalmente la mano a Dorsey perché rinuncia ad introiti importanti. Ma questa è l'unica strada percorribile in attesa di regolamentazioni condivise che garantiscano la genuinità delle informazioni
peccato, mi mancheranno i post di salvini che vengono pubblicati a ripetizione ogni giorno..
Era palesemente una battuta, stai calmati.
Pubblicità politica a pagamento.
Uffa, quindi "il capitano" dovrà continuare a postare quello che mangia solo su Facebook? Lo volevamo anche su Twitter... Sigh, sob, come farò?
Quindi ora sarà più inutile come era prima?
Twitter è semplicemente superiore. Sempre stato e continua ad esserlo.
tanto da noi basta che uno vada a ruttare in piazza ed ad abbracciare una pianta e lo votano...