
05 Dicembre 2023
L’industria degli smartphone offre opportunità enormi per le aziende che vi sono impegnate: nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, con oltre un miliardo di pezzi venduti ogni anno e una clientela potenziale sparsa letteralmente in ogni Paese del mondo, è indubbio che gli acquirenti non mancano; d’altra parte è un settore enormemente competitivo in cui l’economia di scala viene premiata sopra ogni altra cosa e non è detto che sia semplice (o anche solo possibile) pensare di ritagliarsi una propria nicchia e limitarsi ad essa.
Per questo motivo quando ci è stato offerto di passare un giorno e mezzo all’interno del design studio di Nothing, parlare con Carl Pei e il resto del team, abbiamo colto al volo l’occasione. Nothing Phone (1) e Phone (2) sono stati accolti positivamente e hanno rappresentato l’inizio di un percorso che, per proseguire, dovrà essere essere caratterizzato da un crescente numero di innovazioni ed elementi distintivi.
Nothing è un’azienda interessante, con nomi noti e professionisti capaci alle spalle, ma di fatto è ancora una start up: non capita spesso di potersi confrontare su questo genere di tematiche con un gruppo di lavoro nelle prime fasi della creazione di un brand di smartphone, quindi la prospettiva diversa dal solito rendeva la visita interessante.
Perché pensi che ci fosse bisogno di un marchio come Nothing? Sul mercato ci sono già molte opzioni diverse.
Innanzitutto vorrei dire che sì, è vero, il mercato degli smartphone è competitivo ed è difficile, ma penso che fare business in qualsiasi settore sia una sfida. Anche se gestissi un chiosco di hot dog, sarebbe comunque complesso. Come gestisci i fornitori? Come aumenti le vendite? Come costruisci un negozio? Devi preoccuparti dei dipendenti e così via. Tutto è difficile, quindi perché non scegliere la cosa più ambiziosa che puoi immaginare?
Tornando all'industria degli smartphone, è interessante perché si tratta di una delle categorie di prodotti di consumo più grandi, se non la più grande, al mondo. Quindi anche se all’inizio prendi solo l'1% di un miliardo, è comunque molto. Allo stesso tempo pone delle sfide difficili, dalla supply chain alla produzione, poi i problemi di ingegneria, hardware, software, marketing, vendite, assistenza post-vendita... ci sono troppe cose da gestire per le aziende più piccole. Quindi abbiamo la categoria di consumo più grande al mondo e nessuno che sta facendo nulla di diverso, nuovo. È una porta spalancata per noi, credo.
È possibile prendere quell’1% e mantenerlo, oppure alla lunga pochi vincitori si prendono tutto il mercato?
L'1% va bene all'inizio, ma se rimani all'1%, presto le persone smetteranno di lavorare con te. E per i tuoi fornitori diventerai un cliente marginale, quindi sacrificabile in favore di quelli più grandi. L'1% è un buon obiettivo iniziale, ma poi devi continuare a muoverti velocemente.
Queste complessità nella realizzazione di uno smartphone nuovo di pacca sono alla base della scelta di non creare un top di gamma?
Se avessimo unicamente seguito i nostri desideri, avremmo creato un dispositivo del genere ma la verità è che per creare un top di gamma di successo non è solo necessario mettere insieme le migliori componenti presenti sul mercato, ma anche crearci attorno un prodotto di alto livello, con un’esperienza a 360 gradi alla pari con quelle di brand ormai molto affermati in quel segmento; non è cosa facile per una start up.
L’altro problema è assicurarsi le componenti necessarie per quel tipo di telefono dai produttori, perché spesso chiedono volumi molto importanti. Abbiamo così deciso di procedere per step creando dispositivi che ci permettessero di offrire un’esperienza di qualità e di generare volumi interessanti.
Tre anni dopo il lancio di Nothing, l'obiettivo dell'azienda è cambiato o è sempre lo stesso?
All'inizio del nostro percorso, l’obiettivo era rimuovere le barriere tra le persone e la tecnologia. Di recente l'abbiamo cambiato e ci stiamo concentrando sull’idea di rendere la tecnologia più divertente. In realtà non è un vero cambio, penso che per rimuovere le barriere tra le persone e la tecnologia, devi prima renderla di nuovo qualcosa di divertente ed eccitante.
Oramai lavori nell’ambito degli smartphone da parecchio tempo, a che punto siamo della loro evoluzione?
Gli smartphone non sono poi così tanto cambiati da Symbian a oggi: certo abbiamo schermi più grandi e definiti, batterie e fotocamere migliori, ma gran parte dell’esperienza che passa prima dalla schermata di sblocco e poi dalla home, a cui torni dopo aver utilizzato ciascuna app, è rimasta la stessa. Per me gli smartphone devono continuare nel processo che li rende dei prodotti che permettono alle persone di diventare più produttivi, di fare le cose in modo più efficiente.
Che ruolo avrà l’AI in questo processo?
La più grande innovazione in termini tecnologici degli ultimi decenni è stata internet, a cui è seguito un periodo meno ricco di novità davvero rivoluzionarie. Considero gli smartphone una sorta di estensione di quanto fatto da internet. Il prossimo passo sarà l’AI: di recente ho visto il nuovo keynote di OpenAI e sono diventato più ottimista in questo senso. Siamo ancora agli inizi e non è facile prevedere in che modo si svilupperà questa tecnologia per essere davvero utile, ma certamente sarà uno sviluppo che regalerà grandi innovazioni e l’azienda o le aziende che capiranno come utilizzarla per portare agli utenti una grande esperienza, saranno quelle che vinceranno in futuro.
Invece, smartphone a parte, come ti immagini i prossimi dispositivi di grande successo?
Non so esattamente come sarà il dispositivo che segnerà il futuro del mobile computing, però so cosa non sarà. Non sarà un dispositivo che si fonda sull’utilizzo di occhiali o simili perché avere un dispositivo che va indossato sempre, tutto il giorno diventa presto un peso per l’utente. E in generale non sarà, secondo me, un dispositivo che partirà dall’utilizzo di una fotocamera perché, tornando agli occhiali, avere addosso qualcosa che registra tutto quello che ci circonda tutto il giorno è troppo spaventoso per la nostra società, non verrà mai accettato. Anche qualcosa che parte dalla voce non credo sia una buona soluzione perché è troppo lento: bisogna pensare a cosa dire, dirlo e aspettare che venga processato.
Qual è la tua priorità per il prossimo smartphone marchiato Nothing e cosa ti chiedono i tuoi clienti?
Non posso condividere la roadmap futura, ma un'area di focus per noi sarà il software. Con Phone 2, abbiamo introdotto una versione più completa di Nothing OS. Phone 1 era più basico, vicino ad Android stock. Con il Phone 2, abbiamo iniziato a poter inserire alcune delle nostre idee nel prodotto. E abbiamo molte più cose in mente, ma il nostro team ha bisogno di tempo per farle tutte. Quindi penso che almeno sul lato del software vedremo un miglioramento continuo. Cos'altro posso condividere? Fermiamoci al software.
Quello di Nothing si prospetta come un percorso lungo e viene affrontato con le cautele necessarie ma c'è anche la consapevolezza che, partendo da zero, è davvero possibile ritagliarsi un proprio spazio unico nel panorama degli smartphone.
“Sappiamo come portare il nostro prodotto agli appassionati di tecnologia, è il nostro background ed è il lavoro che fin dall’inizio possiamo fare meglio” ci ha spiegato David Sanmartin, co-fondatore di Nothing a capo dell’e-commerce, “ora il nostro obiettivo è parlare a un pubblico più attento alla moda e ai trend, con iniziative come la collaborazione con gli Swedish House Mafia e con l’apertura del nostro store in un luogo molto attento alle tendenze, come SoHo a Londra. Quando avremo l’attenzione di entrambi questi gruppi di utenti, pensiamo che sarà più semplice raggiungere tutti gli altri”.
Questo equilibrio tra la voglia di fare qualcosa di tecnologicamente innovativo ma anche “cool” si riflette in tutto il lavoro di creazione dell’esperienza utente. Bruno Viegas, a capo dello sviluppo software, ci ha ad esempio raccontato come il suo team lavori “sempre per trovare il giusto equilibrio che possa esprimere la tecnologia che si trova alle spalle dei nostri prodotti, mantenendo allo stesso tempo l’esperienza degli utenti semplice e bella da vedere. Poter utilizzare i Glyph del telefono come timer visivo, ad esempio, anche quando il telefono ha lo schermo rivolto verso il basso, è un buon esempio di praticità ed estetiche che si uniscono”. Uno dei modelli di questo paradigma che unisce estetica e funzionalità, ci racconta Viegas, sono le mappe della metro di New York disegnate da Massimo Vignelli: c’è una grande tecnica alle spalle di quelle mappe ma la fruizione per gli utenti è semplice e visivamente appagante.
Anche esteticamente ci sono fonti d’ispirazione molto alte, come Joe Colombo ed Ettore Sottsass, citati dal design director Adam Bates come dei modelli a cui l’azienda guarda per il suo design, ma anche legate ai prodotti di tutti i giorni, come le vecchie audiocassette e le console Nintendo degli anni ‘90, un periodo in cui “la tecnologia non spaventava i consumatori”.
In definitiva abbiamo avuto l’impressione che un mix di priorità piuttosto classiche per il mondo degli smartphone - l’attenzione alla tecnologia e all’esperienza utente - unite ad altre un po’ meno comuni - il design e la volontà di creare un prodotto aspirazionale - abbiano posto le basi per un’azienda che, seppur sia già arrivata a 500 dipendenti, stia cercando di ritagliarsi uno spazio unico all’interno di un mercato estremamente complesso. Se sarà un successo ancora non lo sappiamo ma sarà quasi certamente un percorso interessante da seguire negli anni a venire.
Commenti
provaci ancora Carl!
solito copione cinese: partono facendo una copia a minor prezzo di iphone e manipolano emotivamente gli utenti android che vorrebbero ma non posso perchè costa troppo iphone e/o perchè non ha android ( e la marea di crack e apk a gratis) facendoli sentire speciali e interessanti .....poi dopo che aumenteranno quel 1% fino ad un 3% cambieranno design da iphone proponendo un classico rimarchiato delle grandi linee produttive cinesi perchè vorranno aumentare i margini aumentando volumi e diminuendo i costi e sopratutto alzare i prezzi.
L'ha fatto con Oneplus, e similmente tutti i colossi cinesi (e prima di loro i coreani).
Ecco il percorso creativo....e hdblog che si presta a simili personaggi per far manipolare i propi lettori, perchè lecito dare voce a simili meccanismi e personaggi (visite web più benefit per la pubblicazione) ma stucchevole il fatto che non ci sia una scrittura critica dell'articolo ma solo sponsorizzate.
Peccato questa volta, anche se fortunatamente quando i benefit scendono si riesce ad apprezzare qualche lettura critica (apprezzo peronalmente e finalmente la vostra posizione critica verso quei venditori di fumo manipolatori di oneplus smascherando la pagliacciata della falsa startup Oppo e della falsa community ).
Così come l'altra pagliacciata del nuovo os harmony.
La prossima è xiaomi, capisco che sarà difficile deludere emotivamente la marea di fan xiaomi che vi leggono, ma meglio deludere che aiutare altri a manipolarli con false scuse di vittimismo/innovazione del produttore di turno alla huawei/oppo.
metterci la faccia è il capitolo 1 del manuale del marketing. è un venditore di fumo come molti altri, è solo più bravo a passare per guru.
Per i led
Solo all'inzio? Pensavo invece fosse già alla frutta.
Sembra più un percorso copiativo tutta apparenza ma in sostanza nothing
Nessun motivo. Semplicemente c'e' gente che si fa abbindolare da quel venditore di aria seriale di Carl Pei.
ho il primo e per ora va benissimo
Tolti i led perchè mai uno dovrebbe preferirlo ad un Samsung o Pixel?
brand trascurabile quanto il suo CEO
Hai letto tutta l'intervista?
Proprio lui ha detto che punteranno sul software lol.
il progetto è affascinante e appena potrò uno me lo compro, sono curioso di provare il prodotto e l'esperienza.
Di sicuro Pei ha perso tempo ma il mercato cerca alternative di qualità ad iphone a prezzi abbordabili, in questo segmento potrebbe inserirsi bene.
L'estetica dei prodotti mi piace, diversa dagli altri e identificabile rispetto alla concorrenza, avrei fatto piu modifiche dal 1 al 2 per renderli diversi.
la brand identity mi pare forte e il progetto per ora regge, ha anche alle spalle investitori solidi come tony fadell e casey neistat, due che nel loro campo qualche competenza la hanno.
Nothing non è cinese,anche se Pei ha legami con la cina dalla precedente oneplus ma nothing ha sede a londra e quindi e' societa' britannica
Per il design posteriore e per i led che hanno funzioni che aiutano, e poi va bene, ha un design curato e bordi simmetrici, in giro non si trova nulla di simile.
So che é Android, chiedevo però perché scegliere proprio un Nothing
“ mi sembra che sia veramente una persona che crede in quello che fa”
O sei così o quella posizione non te la prendi, quando c’è l’ambizione di creare un’azienda così complessa, con tutto quello che comporta a livello di gestione e ricerca di finanziatori, non poi fare differentemente.
È Android,diverso da Apple,io mi trovo bene solo con Android, tranne xiaomi non mi trovo.
È una tua impressione la stragrande maggioranza non aggiorna nemmeno quando gli vede una notifica.
Tra l'altro il Nothing aggiorna anche decentemente
Chi compra un telefono nuovo si aspetta il supporto. Ormai le prestazioni sono piuttosto piatte e ogni telefono va bene.
Per poter convincere qualcuno a comprare un telefono cinese devi offrire qualcosa in più
In che mondo il supporto software la fa da padrone? Sicuramente non questo
Diciamo che i loro prodotti non hanno nulla di speciale.
Ricalcano un po' il marketing di OnePlus della prima ora ma i prodotti non sono nulla di che. In un mondo in cui il supporto software la fa da padrone hanno pochissome possibilità di sfondare
Perché un Nothing e non un altro Android?
Dico ammaliare perché per me quello che offre Nothing si limita, o comunque si incentra, su una percezione estetica, attualmente non offre quanto può offrire un Pixel, un Galaxy o un iPhone (anche in virtù della differenza di prezzo)
Per carità, non dico che facciano male, anzi, credo che tutta la loro strategia sia estremamente azzeccata considerando che partivano da zero, però allo stato attuale non sono al livello di altri concorrenti se non come brand e ricerca estetica appunto.
Se pensi che sia sovraprezzato evidentemente non lavori nell'ambito della produzione elettronica, solitamente succede così:
Scenario A
-"hey Samsung/vishay/Toshiba/micron... Avrei bisogno di componenti"
-"certo, li abbiamo, costano x"
-"mh, riuscite a farmi un prezzo migliore?"
-"Dipende, quanti volumi vendi?"
-"Ne vendo 1000"
-"È un po' poco, non possiamo fare meno di così "
Scenario B
-"io vendo 1000000 pezzi l'anno"
-" ok, allora invece che x ti facciamo x/2"
Cosa vuol dire tutto ciò? Che una azienda emergente come nothing non fa i numeri della Apple (e se per questo all'inizio non aveva nemmeno nessuno storico per dimostrare la solidità della produzione) quindi i fornitori tendenzialmente gli fanno prezzi peggiori, e non è raro vedere riduzioni di prezzo di oltre il 50% per volumi di vendita molto alti
Se noti, il nothing phone 1 ha iniziato ad essere messo in offerta quasi dopo 1 anno dalla commercializzazione proprio perché i fornitori (vedendo le vendite) hanno iniziato a fargli prezzi migliori, e Carl pei aveva pure detto in un'intervista che nonostante tutto non avevano nessun margine sul nothing phone 1 (per fare un confronto, Apple applica un rincaro di oltre il 100% del costo di produzione, infatti un iPhone 14 pro ad Apple costa meno di 500$)
la verità è che se non sei un colosso non sfondi in questo mercato ormai saturo. E infatti oneplus senza bbk dietro non sarebbe arrivata da nessuna parte.
Secondo me è un bel personaggio Pei. Negli ultimi mesi ho guardato tutti i video del canale youtube, e mi sembra che sia veramente una persona che crede in quello che fa. Ho sempre trovato apprezzabili le "recensioni" e i confronti che fa con altri prodotti, evidenziando cosa stanno facendo bene, cosa stanno facendo male, e dove dovrebbero migliorare. Fondamentalmente è un nerd, come la maggior parte di noi.
Certo, poi è OVVIO che dietro c'è un discorso di marketing, pubblicità, paraculate, e chi più ne ha più ne metta, però servono anche quelle.
La faccia ce la mette, e già questo è un plus non da poco. Ecco, ora so già che con questo discorso del metterci la faccia partiranno i paragoni con Facchinetti che predicava le medesime cose, però dai, la situazione e la serietà sono totalmente diverse.
Per me, tra 3/4 anni i dispositivi di Nothing saranno veramente validi. Di nicchia, certo, ma validi. Ora hanno da lavorare ancora, devono ancora esprimere appieno le loro idee, diamogli tempo.
Io sceglierei tutta la vita il nothing phone 2 da 12 giga di ram e 256 GB di memoria a 729 euro di listino che iPhone SE a 749 euro,poi ognuno fa le proprie scelte,poi il nothing 1 usato si trova a 250 euro senza problemi ,un iPhone usato a 250 euro forse iPhone x del 2017.
ricominciano con il marketing ossessivo?
Ha funzionato con il primo... ma alla fine si sono accorti tutti che si trattava di un telefono mediocre ora ripartono dopo il fail delle vendite del secondo
Se avessero una fotocamera migliore li prenderei in considerazione.
Hai detto "ammaliare", non abbiamo mai parlato di preferenze.
Resta comunque lapalissiano quanto hai detto, se sei utente Apple è OVVIO che il resto non ti interessa, altrimenti andavi "sul resto".
Da qui il mio sarcasmo su quanto sia "strano" che un'utente Apple dichiari che altra roba non è attraente, anche il sarcasmo ti devo spiegare lol.
Il "sovrapprezzato" è un parametro estremamente soggettivo però.
Per me ad esempio è più sovrapprezzato un prodotto Apple che uno Nothing.
Ho Pixel 8 Pro, Pixel Watch 2 e Pixel Buds (in omaggio), ho speso complessivamente molto meno di quanto spenderebbe un utente Apple per la medesima configurazione di prodotti, eppure per qualcuno ho comunque comprato roba sovrapprezzata.
Perché dovrei preferire un prodotto Nothing?
Parliamo oggettivamente, poi se sei avvelenato perché ti ho dato torto sul discorso della fotocamera Apple dillo subito.
Infatti per vendere cose sovrapprezzate ci sta riuscendo bene, ha avuto ottimi maestri. Per ora rimane come hai detto te, interessante
Carl Pei è un personaggio interessante, nato in Cina, cittadino svedese, ha lavorato per anni in Nokia.
Purtroppo con Nothing arriva un po' tardi, se all'epoca di OnePlus avesse avuto la libertà che ha ora con Nothing probabilmente OnePlus sarebbe a livelli più alti invece che una semplice azienda gemellata con OPPO e sotto BBK Electronics.
Da sempre ammiratore dei dispositivi Apple e della sua estetica (e con Nothing Phone è palese), collaborando con Teenage Engineering (andate a vedere chi sono) sono riusciti a creare un brand identity forte.
Perché potete dire quello che volete, ma i Nothing sono "quelli con i LED", e nel bene e nel male hanno fatto centro.
Vedremo in futuro.
Strano che un utente Apple dica così.
/s
Hanno sicuramente più senso i dispositivi Apple che quelli Nothing, poco ma sicuro.
Perché ormai ti ha ammaliato Apple lol.
Non capisco perché, forse é un mio problema, ma non riesco proprio a farmi ammaliare dai loro prodotti.
Un tripudio di led.