Commissione UE, proposte per il diritto alla riparazione e contro il greenwashing

22 Marzo 2023 17

Da un recente sondaggio è emerso che il 77 % degli europei si sente responsabile di agire per limitare i cambiamenti climatici. Ogni anno, buttando molti prodotti che potrebbero essere riparati contribuiamo a generare solo nell'UE circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti, 30 milioni di tonnellate di risorse e 261 milioni di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, si stima che i consumatori perdano quasi 12 miliardi di euro all'anno scegliendo la sostituzione anziché la riparazione.

INCORAGGIARE LA RIPARAZIONE

Il nuovo disegno di legge sul "diritto alla riparazione" presentato dalla Commissione Europea, dopo l'approvazione del Parlamento arrivata lo scorso anno, è volto proprio ad affrontare gli ostacoli che scoraggiano i consumatori dal riparare e incoraggia la riparazione di smartphone, tablet, pc ed elettrodomestici come scelta di consumo più sostenibile, cosa che contribuisce anche agli obiettivi climatici e ambientali nell'ambito del Green Deal europeo oltre che contrastare l'obsolescenza programmata.

Negli ultimi decenni la sostituzione è stata spesso privilegiata rispetto alla riparazione in caso di difetti insorti nei prodotti e i consumatori non sono stati sufficientemente incentivati a riparare i beni dopo la scadenza della garanzia legale. La proposta renderà più facile e più economico per i consumatori riparare anziché sostituire i beni. Inoltre una maggiore domanda stimolerà il settore della riparazione incentivando nel contempo i produttori e i venditori a sviluppare modelli di business più sostenibili.


RIPARAZIONI DURANTE E DOPO GARANZIA LEGALE

Con l'insieme di norme presentate oggi l'esecutivo Ue punta a dare ai cittadini la possibilità di rivolgersi a servizi di riparazione sia nell'ambito della garanzia legale sia quando scade, solitamente dopo due anni dall'acquisto. Nell'ambito della garanzia legale i venditori saranno tenuti a offrire la riparazione, tranne quando è più costosa della sostituzione. Al di là della garanzia legale, invecee, i consumatori disporranno di una nuova serie di diritti e strumenti che renderanno la riparazione un'opzione facile e accessibile:

  • il diritto dei consumatori di chiedere ai produttori la riparazione di prodotti tecnicamente riparabili;
  • l'obbligo dei produttori di informare i consumatori sui prodotti per i quali sono tenuti a fornire la riparazione;
  • una piattaforma online per la riparazione che consentirà di mettere in contatto i consumatori con i riparatori e i venditori di beni soggetti a ricondizionamento presenti nella loro zona.
  • un modulo europeo di informazioni sulla riparazione, che i consumatori potranno richiedere a qualsiasi riparatore e che garantirà la trasparenza delle condizioni di riparazione e del prezzo e renderà più facile per i consumatori confrontare le offerte di riparazione.

Sarà inoltre elaborata una norma di qualità europea per i servizi di riparazione per aiutare i consumatori a individuare i riparatori che si impegnano a offrire una qualità superiore. Questa norma per una "riparazione facile" sarà aperta a tutti i riparatori in tutta l'UE che intendono impegnarsi a favore di norme minime di qualità, basate ad esempio sulla durata o sulla disponibilità dei prodotti.

La proposta della Commissione dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

GREENWASHING: NUOVE REGOLE PER ETICHETTATURE

Sempre nell'ambito del Green Deal europeo, l'esecutivo Ue ha lanciato oggi anche il suo piano contro il cosiddetto "greenwashing", quell'ambientalismo di facciata, ingannevole, usato da molte aziende come strategia di marketing. Uno studio fatto negli scorsi anni ha rilevato che il 53,3% delle autodichiarazioni ambientali sui prodotti fatte dalle aziende esaminate nell'Ue è risultato vago, fuorviante o infondato e quasi il 40% era del tutto privo di fondamento. Tutto ciò, ovviamente, crea condizioni di disparità a scapito delle imprese realmente sostenibili.

Con questa proposta di direttiva sulle autodichiarazioni ambientali, la Commissione chiede alle aziende di "verificare in modo indipendente" e fornire "prove scientifiche ampiamente riconosciute" che le etichette "eco", "bio", a "ridotta impronta climatica" e tutte le autodichiarazioni esplicite presenti sui loro prodotti siano veritiere, affidabili, e comparabili in tutta l'Ue. La proposta riguarda tutte le autodichiarazioni volontarie riguardanti gli impatti, gli aspetti o le prestazioni ambientali di un prodotto, di un servizio o l'operatore stesso.

La proposta disciplinerà anche i marchi ambientali. Attualmente esistono almeno 230 marchi diversi, cosa che genera confusione e sfiducia nei consumatori. Per controllare la proliferazione di tali marchi, non saranno consentiti nuovi sistemi pubblici di etichettatura, a meno che non siano sviluppati a livello dell'UE. I marchi ambientali, inoltre, devono essere trasparenti, verificati da terzi e periodicamente riesaminati.

La proposta sarà ora sottoposta all'approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio.

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Commenti

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Dimetrodon

Stonex ciarpame? Scherzi vero?

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stonex che non è altro ciarpame fatto telefono proveniente dalla cina e rimarchiato in italia

BerlusconiFica

Riparare un Samsung a40??
Impariamo a comprare meglio, prodotti longevi

Antsm90

Beh ma alla fine quale sarebbe il vantaggio? Anziché vendere (ad esempio) 500 iPhone13 e 500 iPhone14, venderebbero 1000 iPhone13, ma sempre 1000 sarebbero (con SOC "vecchi" però)

Antares

C’è un problema a monte, il ciarpame chissà perché riesce ad entrare in un mercato che dovrebbe essere protetto come quello europeo… quindi mentre le aziende europee devono farsi il mazzo cosi per produrre rispettando una marea di leggi e regolamenti, certi prodotti entrano comunque…
Non è questione di non comprarlo, perché i cittadini non possono essere informati su ciò che trovano a mercato è questione che certi prodotti non dovrebbero proprio entrare.

ErCipolla

Infatti se leggi bene ho scritto che è un "sogno irrealizzabile" e "all'atto pratico un incubo con mille variabili".
In altre parole, era una cosa che "sarebbe bello" poter realizzare ma non penso sia possibile.

FactCheckoIlDisagio

L'incremento tecnologico è difficile da mettere nero su bianco in maniera oggettiva.

Per alcuni un SoC il 10% più veloce può essere banale, ma per altri può essere una svolta.

Il corpo di Cristo in CH2O

io punterei sul garantire la produzione delle batterie, visto che in un notebook c'è necessità di sostituzione dopo 5 anni, quando però di batterie ufficiali non ce n'è sono già più in giro da un pezzo.

ErCipolla

So che è una cosa irrealizzabile (anche a livello pratico onestamente, sarebbe un incubo con mille variabili e cavilli) ma supponendo di essere nel mondo dei sogni, mi piacerebbe ci fossero degli incentivi/agevolazioni per le aziende che limitano il ricambio generazionale non necessario. Penso ad esempio al rilasciare nuovi modelli di punta ogni anno a prescindere dall'effettivo incremento tecnologico, piuttosto che al rilasciare mille varianti dello stesso modello.

ADM90

Io punterei anche a un buono “agevolato” per il cambio batteria da usare 1 sola volta entro 36 mesi dalla data di acquisto di un prodotto.

The Undertaker

Io che sono un vecchietto rimpiango i tempi quando le novità (di elettronica) si presentavano una volta l'anno, oggi e tutto inflazionato e niente viene più apprezzato.

Surak 2.05

Facile sulla carta ma nei fatti meno.
Escono tutti con lo stesso nuovo modello dopo due anni nello stesso mese? Altrimenti se ogni azienda fa come gli pare finisce che comunque sul mercato c'è un modello nuovo seppure di un altro marchio.
Poi che s'intende per "modello"? Le varie aziende hanno più modelli quindi a meno che non debbano "uscirli" tutti nello stesso periodo, si alternano anche da soli.
Non si parla poi solo di cellulari, che per altro solo ultimamente l'innovazione è rallentata e quindi ci sono poche differenze fra modelli successivi, ma comunque resta il fatto che se un aggeggio si rompe puoi sempre comprare nuovo lo stesso modello se ripararlo costa troppo o è rovinato dall'uso.

Ginomoscerino

basta non comprarlo e il "ciarpame" low cost sparisce dal mercato, però visto che c'è...

Dimetrodon

Il mio desiderio sarebbe vedere in giro solo telefoni made in Italy e in colorazione Blue Klein, temo che purtroppo resterà solo un sogno.

The Undertaker

Prima di tutto si deve ridurre i modelli o se vogliamo, presentare nuovi modelli con scadenze più lunghe, non serve presentare ogni tre mesi modelli nuovi, ogni due anni sarebbe meglio dando una vita più lunga al prodotto e trovando delle vere innovazioni con il prodotto successivo, certo questo porterebbe ad un costo maggiore dei prodotti ma sicuramente ci ritroveremo meno morchia riciclata in vendita.

Giorgio

Il diritto alla riparazione è sulla carta corretto, peccato che nella maggior parte delle volte per alcune categorie di prodotti la riparazione di così cara che il cliente stesso preferisce spendere poco di + ed avere il prodotto nuovo.

Antares

Come combattere l'inquinamento in maniera efficace:
iniziare a bloccare la vendita di tutto il ciarpame low cost, proveniente dalla Cina che non è prodotto in maniera sostenibile.

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