
14 Gennaio 2020
Huawei intende spingere molto sul 5G l'anno prossimo: secondo indiscrezioni riportate dal portale cinese ithome, ha già ordinato a Foxconn la produzione di ben "più di" 50 milioni di dispositivi equipaggiati con modem compatibili con la rete cellulare di nuova generazione, che promette velocità superiori ma soprattutto lag e congestioni notevolmente ridotte.
Il numero è decisamente di impatto, ma non stupisce più di tanto: il 2019 è stato l'anno delle prove generali, per così dire, con pochi dispositivi compatibili, generalmente varianti speciali di top di gamma di fama internazionale, e poche reti per sfruttarli. Ma nel 2020 ci sarà inevitabilmente il boom. Xiaomi stessa ha detto qualche giorno fa che intende proporre almeno 10 modelli di smartphone 5G.
Paradossalmente, la principale incognita sulla rapidità di diffusione delle infrastrutture di rete è rappresentata proprio da Huawei: i suoi prodotti sono tra i più economici sul mercato, ma gli Stati Uniti la ritengono una minaccia per la sicurezza nazionale (dicono che potrebbe essere obbligata dal governo cinese a compiere atti di spionaggio).
Queste considerazioni potrebbero avere ripercussioni anche sugli altri mercati occidentali alleati degli USA. Proprio in questi giorni, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che l'Europa dovrebbe riuscire ad adottare una politica di pensiero unificata. E gli operatori hanno già avvisato che senza l'apporto di Huawei la diffusione del 5G subirà ritardi.
Huawei è anche iscritta da questa primavera nella cosiddetta entity list degli Stati Uniti per aver fatto affari con l'Iran, violando l'embargo imposto da Washington. Ciò ha causato un ban che le impedisce di fare affari con le aziende americane (o che includono componenti americani nei loro prodotti). Un report di UBS e Formalhaut Techno Solution ripreso dal Wall Street Journal certifica che effettivamente sul nuovo top di gamma Mate 30 Pro le parti a stelle e strisce sono praticamente inesistenti.
Huawei si riforniva da aziende come Broadcom per i chip Wi-Fi, mentre ora si appoggia solo su quelli sviluppati internamente; oppure da Qorvo e Skyworks per mantenere attiva la connessione cellulare, mentre ora Skyworks è sparita in favore della giapponese Murata. Qorvo è rimasta ma solo per un determinato sottoinsieme di chip, che non violano il ban.
Come ha già detto in più occasioni, Huawei si prepara a questa eventualità già da tempo. L'ostilità degli Stati Uniti è esplosa negli ultimi anni, ma i primi segnali si erano manifestati già nel 2012. Se lato hardware l'indipendenza si può definire quasi raggiunta, tuttavia, lato software i problemi sono ben più profondi.
Al giorno d'oggi pensare di sostituire Google e Android, almeno al di fuori della Cina, è pressoché impossibile: non tanto per il sistema operativo in sé, quanto l'ecosistema di app, giochi e servizi a cui è legato a doppio filo. L'alternativa, che si chiama HarmonyOS, è in sviluppo, ma ci vorranno anni prima di raggiungere la maturità. Ad oggi, Mate 30 Pro è venduto (anche in Italia) un po' "in sordina" presso i negozi fisici ufficiali, con una versione di Android priva dei servizi Google. Gli USA hanno finalmente iniziato a concedere le licenze speciali promesse alle aziende quest'estate, per cui c'è un po' di speranza che la situazione si sblocchi. Con Microsoft è già successo, per esempio.
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Commenti
Beh, chi ce l'ha contro gli americani oggi sa cosa deve comprare.
Dopo lo scandalo del dipendente anche in cina huawei ha perso credibilità devo dire che i vertici huawei sono da buttare fuori
sì ma portaci i tablet e dismetti quelle maledette nano sd :D !
ma non saprei ... io conosco più persone con huawei che tutte le altre marche messe assieme e la qualità di huawei a differenza di altri è in continua ascesa!
Tanti bei soldini che non finiscono in tasca alle aziende USA: good job!
Beh perché l'indipendenza secondo te porterà a vendere comunque la stessa mole di smartphone? (limitando il discorso solo a questo settore)
Huawei al di fuori di android non mi sembra facesse girare così tanto l'economia americana, visto che si produceva già tutto da sé, non ricordo nemmeno qual è l'ultimo smartphone huawei con snapdragon.
No, semplicemente gli stati uniti rallentano lo sviluppo di huawei in occidente rinviando il momento della resa dei conti, con il possibile futuro sorpasso del sistema informatico cinese su quello americano che attualmente domina incontrastato.
Il problema resta l'infrastruttura che non riesce a vendere all'estero.
I telefoni ancora ancora.
alla fine le possibilita' sono 2:
1) gli stati uniti ci rimettono di brutto
2) huawei ci rimette di brutto
forse e' piu' probabile l'opzione 1
Alla fine, com'era prevedibile, Trump s'è buttato la zappa sui piedi. Pian piano Huawei diventerà indipendente al 100% e ci rimetterà solo l'economia USA.