
17 Marzo 2021
La bufera che si è scatenata su WhatsApp in seguito all'annuncio dell'aggiornamento dei termini di servizio e della privacy sembra avere la coda lunga: nonostante i tentativi di chiarimento da parte dell'app di messaggistica più scaricata al mondo, in pochi giorni milioni di utenti hanno iniziato a esplorare le possibili alternative, soprattutto Signal e Telegram.
Come evidenziano i dati infatti, la prima ha superato i 50 milioni di download su Play Store - guadagnandone 7,5 milioni in soli quattro giorni - e la seconda naviga abbondantemente sopra i 500 milioni di download, avendo accolto 25 milioni di nuovi utenti nell'ultima decina di giorni.
Certo, rispetto ai 2 miliardi di utenti che costituiscono la base di WhatsApp si tratta di una goccia nel mare, ma qualche preoccupazione da parte dell'app di messaggistica che fa capo a Mark Zuckerberg evidentemente c'è, se si è deciso di far slittare la data ultima per l'accettazione dei nuovi termini di tre mesi, dall'8 febbraio al 15 maggio.
Il numero di utenti d'altronde è un fattore da tenere in seria considerazione, perché rappresenta uno dei punti di forza delle app di messaggistica: quelli raggiunti da WhatsApp ad esempio costituiscono una massa critica, e questo fa sì che moltissime persone continuino ad usarla, proprio perché tutti i loro contatti ce l'hanno.
Le alternative dunque, seppure al momento di dimensioni ridotte, ci sono: e quindi questo articolo nasce per presentare qualcuna delle applicazioni di messaggistica istantanea disponibili negli store digitali, con un occhio di riguardo per le due che al momento sono sulla cresta dell'onda, e uno sguardo anche a qualche altra magari meno nota.
D'altronde, anche se non avete intenzione di cambiare app o di provarne altre, informarsi può sempre tornare utile e, dopotutto, sapere è potere.
In termini di download, una delle app di cui si parla moltissimo in questi giorni è Telegram: seconda app di messaggistica più diffusa in Italia, fu lanciata nel 2013 dai fratelli Nikolaj e Pavel Durov ed è gratuita. Per archiviare i dati non si appoggia alla memoria dei dispositivi degli utenti, ma si serve di un cloud con sincronizzazione istantanea. Questa è una delle funzionalità più comode, perché Telegram può essere usata su più dispositivi sempre sincronizzati, anche se lo smartphone è lontano, e si trovano tutte le conversazioni e i file sincronizzati senza alcuno sforzo.
Utile anche perché, a differenza di WhatsApp che richiede di modificare manualmente l'impostazione dedicata, permette di default di risparmiare spazio nella memoria dello smartphone. È possibile inviare un numero illimitato di contenuti, ognuno fino a 2 GB.
Per accedere al servizio non è necessario esporre il numero di telefono, quindi c’è un vantaggio in termini di riservatezza, e sono disponibili due tipi di chat: quelle classiche, con cifratura client-server, e quelle segrete, con cifratura end-to-end, che come in quelle di WhatsApp protegge i messaggi durante il loro "viaggio" da uno smartphone all’altro rendendoli visibili solo ai sui due terminali dove si tiene la conversazione.
Proprio per questo motivo quelle classiche possono essere visualizzate su tutti i dispositivi, mentre quelle segrete solo da quello da cui sono state avviate; in queste ultime c’è anche la possibilità di inviare messaggi che si autodistruggono dopo un tot di tempo.
I gruppi possono contenere fino a 200.000 membri, ma ci sono anche i canali, introdotti nel 2015, che hanno capienza illimitata, possono essere sia pubblici che privati e soprattutto sono pensati per diffondere informazioni da uno (l’amministratore) a molti. Presente anche la possibilità di chiamare e videochiamare, anche se al momento solo one-to-one.
Una novità degli ultimi giorni riguarda la monetizzazione, che sarà introdotta nel 2021 per pagare le infrastrutture e gli stipendi degli sviluppatori, dato che la base utenti è diventata sempre più consistente. La novità riguarda gli utenti business o power user, che potranno ricevere delle funzionalità in più a pagamento, e sarà inserita una piattaforma pubblicitaria nei canali. Per gli utenti normali non cambierà nulla: continueranno ad aver accesso alle solite, apprezzate funzionalità gratis, e la pubblicità non arriverà nelle chat.
Per quanto riguarda la privacy, Telegram conserva messaggi, foto, video e documenti su server. I dati conservati sono crittografati e le chiavi crittografiche sono conservate in altri data center, mentre per le chat segrete non sono conservati i log. Per gli utenti europei, i dati sono conservati in data center di terze parti nei Paesi Bassi, che Telegram prende in affitto; ma i server e le reti dentro i data center sono di proprietà di Telegram, quindi i dati non vengono condivisi con le strutture, ed essendo crittati anche gli ingegneri locali non possono accedervi.
Ci sono però alcuni metadati, non molti in verità, che vengono utilizzati da Telegram contro lo spam e per migliorare il servizio; mai in nessun caso per profilazione o pubblicità. Sono l’indirizzo IP, i dispositivi utilizzati e la storia dei nomi utente, che vengono tenuti al massimo 12 mesi. Questi dati possono essere condivisi con Telegram Group Inc (nelle Isole Vergini Britanniche) e Telegram FZ-LLC a Dubai, secondo le clausole di contratto approvate dalla commissione Europea.
Proprio a causa della dislocazione in vari server, finora Telegram non è mai stata forzata a fornire tali metadati alle autorità. Per rispondere alle domande degli utenti UE, è stato anche predisposto un GDPR bot.
Però c’è anche un’altra faccia della medaglia: se è vero che in questo momento Telegram è una delle piattaforme che forniscono più tutele alla protezione dei dati degli utenti, è anche vero che queste caratteristiche fanno gola anche a chi è interessato ad attività che in altre piattaforme porterebbero a una denuncia penale. Una su tutte è ad esempio il revenge porn, che è solo un tassello di un fenomeno chiamato pornografia non consensuale, molto radicata nel Telegram italiano dove a fine 2020 risultavano attivi 89 tra gruppi e canali di questo tipo. Il più seguito con 997k utenti unici iscritti.
Non solo: c’è anche un lato pedopornografico, dove i minori vengono contattati tramite messaggi privati e convinti a diffondere materiale che riguarda loro o i coetanei. Da tenere in conto, soprattutto se si parla di minori, che c'è anche la possibilità di attivare la funzione “persone vicine a te” che permette di unirsi a gruppi di prossimità e utenti vicini che l’abbiano attivata. Fattori che vanno tenuti in conto, soprattutto considerato che l’età minima per installare l’app è 16 anni.
Il fatto è che, proprio in virtù della privacy, Telegram non esegue nessuna richiesta relativa a chat e gruppi, mentre interviene su set di sticker, canali e bot perché pubblici; l'idea alla base è di non censurare le opinioni espresse pacificamente e bloccare invece ad esempio bot e canali legati al terrorismo.
A questo proposito, Facebook invece ha inaugurato un programma pilota sulle immagini intime condivise senza autorizzazione, introducendo un protocollo per riconoscerle ed evitarne la condivisione. In ogni paese c’è un partner a cui rivolgersi, in Italia si chiama PermessoNegato.
La seconda è app di cui si è parlato parecchio è Signal: si tratta di un software gratuito e open source gestito da una fondazione no-profit che fa della sua bandiera l’assoluta sicurezza delle conversazioni. Fu rilasciata nel 2014 da un esperto di crittografia in seguito alla sensibilizzazione sul tema della privacy dovuta alle rivelazioni di Edward Snowden sull’NSA, e recentemente ha avuto l’endorsement anche di Elon Musk.
Anche in questo caso si parla di end-to-end, e in più ci sono anche ulteriori protocolli di crittografia. A differenza di WhatsApp e di Telegram memorizza pochissimi metadati, quindi in questo caso gli unici dati che la Open Whisper Systems dichiara di conservare nei suoi server sono quelli che indicano la data della creazione dell’account e l’ultimo accesso alla piattaforma.
Le chat quindi sono protette anche nel caso in cui i suoi utenti dovessero finire sotto indagine, e l’azienda non può consegnarle perché nemmeno gli sviluppatori possono accedere. Se si vuole aggiungere un ulteriore livello di sicurezza, per ogni conversazione si può anche recuperare un codice da confrontare con la persona con cui si sta parlando. Anche qui ci sono chiamate e videochiamate one-to-one, chat segrete e messaggi a tempo.
Se parliamo di monetizzazione, nel caso di Signal si basa sulle donazioni degli utenti, un po’ come faceva WhatsApp all’inizio. Nel 2018 Brian Acton, cofondatore proprio di WhatsApp poi fuoriuscito in seguito all'acquisizione da parte di Facebook, ci investì 50 milioni.
Ci sono poi altre app che svolgono funzioni analoghe ma sono magari meno conosciute:
Tirando le somme non è tutto bianco o tutto nero, ogni app ha i suoi pro e contro, sia oggettivi che soggettivi, e variano anche a seconda delle esigenze personali. In ogni caso si rincorre sempre un delicato equilibrio tra sicurezza, privacy e base di utenti.
Quello che è certo è che le alternative non mancano e ognuno è libero di scegliere: queste erano solo alcune delle alternative più popolari, se usate qualcosa di diverso fatecelo sapere nei commenti, in modo da poter ampliare ulteriormente la discussione e la conoscenza condivisa.
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Commenti
Telegram inizialmente era limitato ma adesso è formidabile per molti versi. Eguaglia e supera whatsapp per tutto fornendo alternative con la selezione delle opzioni con i contatti che in whatsapp non ci sono e sopratutto per il fatto che telegram web funziona anche senza il cellulare acceso. Si fornisce solo il numero di telefono perchè si aggiungano i contatti in memoria e poi che il telefono abbia credito o meno o che sia acceso o spento funziona comunque. Alla sera se voglio parlare con un amico il telefono non mi serve ..non devo accendere, sincronizzare il cellulare al pc..mi basta solo aprire il programma cliccando sull'icona sul desktop e mi trovo benissimo: contatti in chiaro sullo schermo, l'utente che da' fastidio lo blocco o lo cancello e non se ne accorge...è fantastico e sinceramente mi ci trovo benissimo. Ha un retrogusto del vecchio msn messenger che usavamo noi vecchietti per chattare negli anni 90 : comodo riservato e pratico. Bello, io lo consiglio.
Archiviando no.
Facendo un backup sì, devi aspettare 24h e poi ti fa fare il backup della conversazione (sul Telegram Desktop).
ma questi problemi non sono risolvibili archiviando le chat oppure facendo un backup?
tutti gli italo canadesi hanno whatsapp
Ehm non vedo come. Un fattore di scorrettezza, al massimo
Capito grazie. Mi spiace per te che devi appoggiarti ad uno strumento così scomodo per fare il tuo lavoro (mi riferisco principalmente all'assuda modalità desktop di WhatsApp).
Sono consulente finanziario, whatsapp è indispensabile per farmi inviare documenti in modo veloce (al posto del fax ed email)
Si certo, riferito all'Italia /Spagna o comunque Europa. Ho lavorato nel turismo e ho dovuto usare praticamente tutto in base alla provenienza dei clienti
Beh è già più complicato farlo e la resa non è propriamente la stessa
Scusa, ma è sempre possibile scattare una foto allo schermo dello smartphone con un altro dispositivo (per esempio, un altro smartphone)! Quindi.. cosa cambia? Ti darebbe solo un falso senso di protezione.
Scorretta eticamente? Per alcuni è un fattore di privacy in più.
Le app di messaggistica e gli SMS? Bah, io preferisco i pizzini. (cit: Bernardo Provenzano)
FIX: Ma tanto è inutile *in occidente / Italia*, ...
In Cina a momenti nemmeno sanno cos'è WhatsApp e perfino negli USA è molto meno usato, dato che gli statunitensi preferiscono Messenger o iMessage.
Avevo delle prove per una causa legale e sono state eliminate dal colpevole. Fortunatamente non erano le uniche, ma diciamo che mi avrebbero facilitato il tutto.
Poi nello stesso periodo è successo che il mio migliore amico, che periodicamente elimina le sue chat convinto di liberare spazio dal suo telefono, ha cancellato tutta la nostra chat Telegram di tre anni. Ha cliccato ovviamente su "elimina anche per lei", ma non ci ha pensato.
Però lì dentro c'erano foto, video, un sacco di cose. Gran parte li avevo anche su iCloud, ma le chat e molte cose si sono perse anche dal mio telegram e dispiace.
Tipo cosa ti è successo?
evidentemente dipende anche da come lo si usa...io, per esempio, dopo aver messaggiato cancello tutto in ogni caso. Peró mi fa comodo poter cancellare un messaggio ( per me e per lui/lei) dopo tanto tempo che non viene letto.
Telegram fa schifo. Lo odio. Le politiche di privacy del 2019 sono imbarazzanti e ne ho pagato le conseguenze. Da allora disinstallato.
Sto provando Signal invece e mi sto trovando bene
Conosco Telegram, lo uso da sempre e ho sempre sostenuto la sua superiorità su WhatsApp.
Ma ormai su Telegram ci sono tante aggiunte che mi hanno fatto storcere il naso.
Ora, come dicevo, puoi cancellare un'intera conversazione. E viene eliminata anche per il tuo interlocutore, perché puoi cancellare dal server messaggi inviati e ricevuti (quindi non più visibili a entrambi) anche dopo giorni, mesi, anni.
E questo sinceramente fa schifo, ma le persone sembra che non lo sappiano nemmeno.
Ma tanto è inutile, non ce la fa telegram, non ce la farà signal. Ormai WA è troppo radicato, tanto che al posto di "ti mando un sms" la gente ormai dice "ti mando un whatsapp"
no..puoi cancellare un singolo commento anche dopo ore e ore. Poi, cosa molto importante, puoi usare Telegram da un tablet pur avendo il cell spento. Con WA te lo scordi.
Sarebbe bello portarle su Telegram, così le persone con cui hai avuto la conversazione può tranquillamente eliminarla a tua insaputa. E in tal caso perdi davvero tutto.
Cancellare i post? Intendi cancellare un'intera conversazione anche all'altra persona a distanza di tempo? Ah be', che bella funzione!
Sì.
Ma poi le politiche di cancellazione dei messaggi altrui e propri dal server senza limiti di tempo... ne parliamo?
Sono stato sempre un grande sostenitore di Telegram, ma da quando permette di cancellare i messaggi dal server senza limiti di tempo, anche se non inviati da te, penso che sia la peggiore app di messaggistica, in quanto la più scorretta eticamente.
A loro fa comodo così.
Io da allora ho riniziato a usare Whatsapp con tutti gli amici ai quali scrivevo su Telegram
Uno che usa la x al posto dell'italiano, non potevi che usare Whatsapp.
Di nulla!
È questione di rimettere paletti ad un fenomeno che ha raggiunto livelli eccessivi che va minare la privacy, ma anche la sicurezza (i dati possono finire anche nelle mani sbagliate che vanno oltre la pubblicità mirata).
Sul "miglioramento del servizio", quello può essere fatto comunque tranquillamente(esiste da anni) senza raccogliere dati personali o creare profili dettagliati degli utenti. È più una scusa che hanno trovato per giustificare la raccolta.
Aggiungo una domanda al ringraziamento per il tempo dedicato: quindi cosa ti fa paura, o meglio, di cosa dobbiamo preoccuparci?
Che non è vero che utilizzano questi dati per pubblicità mirate e miglioramento del servizio?
Tutto chiaro, grazie per il tuo tempo dedicato.
Per la seconda domanda stavo parlando di Disqus, di cui ha chiesto "chissà cosa fa disqus", e più o meno come ti ha detto anche KenZen: "salva e vende tutto"
Per il passaggio nella privacy policy ci sono vari punti, il primo è con i Third Party Service Providers ed il secondo è con Facebook
-Information You and We Share
-How We Work With Other Facebook Companies
https://www.whatsapp.com/legal/privacy-policy-eea
Nota che l'EEA nell'url è per l'Europa e nella pagina puoi notare ch e la versione è ancora quella del 2018 (Mentre quella per il resto del mondo è del 2020)
E tu? mi indichi il passo che dice che condividono i dati con terzi?
Allora rispiegami quanto scritto qui di seguito, che non ho capito
Ma se sta scritto proprio nella privacy policy che già li condivide con terzi, anche nella versione Europea (e quasi sicuramente già nella versione precedente alla polemica)? Gli hai dato una lettura almeno?
Le cosa delle impostazione, francamente non capisco cosa c'entrino, sembra che stai scoprendo l'acqua calda.
Su immuni purtroppo è l'ignoranza complottistica di molti, che in parte ha coinvolto anche whatsapp, vedi per l'appunto la questione dei messaggi, che di fatto è l'unica cosa non condivisa, e ti faccio notare che io non ho mai parlato dei messaggi, li stai tirando tu in ballo continuamente, io non ho MAI detto nulla del genere, ma parlavo di metadati, accessi e lista contatti, o del fatto che come dicevo già sembrano essere condivisi da prima
No che cambi il GDPR non credo, ma che facebook trovi il modo di aggirarla probabile, l'accordo invece non so.
No sarebbe grave non averli :)dico strano che usa whatsapp e non messenger o imessage
telegram rimane la mia preferita, tante funzioni, base di utenti che aumenta sempre più, sicurezza e tutto quello che un app di messaggistica deve offrire, compresi update ogni mese con tante novità, signal un po troppo scarna e poco usata, viber..passo
Io ho parenti in canada, è grave?!
Non è che la vedo solo dal punto di vista UE, è che muovo obiezioni solo per comprendere meglio.... ad esempio, in questo argomento specifico, come pensi che possa indirettamente ripercuotersi anche in UE?
C'è la possibilità che cambi il GDPR?
Facebook potrebbe raggiungere un accordo col regolatore europeo?
Possiamo credergli o meno, ma facebook assicura che non condivide i dati con i servizi e con terzi;
le impostazioni di privacy che sono nell'app sono verso gli altri utenti, non le informazioni collezionate da whatsapp: se imposti "Ultimo accesso" su "Nessuno", gli atri utenti non potranno vedere quando hai fatto l'ultimo accesso, ma l'informazione è comunque collezionata da whatsapp;
se è vero che la crittografia è end2end, è impossibile mandare pubblicità in base al testo del messaggio, su facebook, qualsiasi altro servizio o whatsapp stesso (che la pubblicità nemmeno ce l'ha).
Certo essere open source avrebbe permesso (a chi sa leggere il codice) se tutto questo è vero...
Però ora voglio porti un'altra domanda: perché c'è stato tutto quel casino sulla privacy per l'app immuni?
La risposta in realtà ci sta: devi semplicemente smettere di vedere le cose solo dal punto di vista UE, perché quello che succederà fuori si ripercuoterà anche qui in via indiretta.
La mia domanda era più specifica, forse non abbastanza chiara.
Il tuo discorso in generale è comprensibile e lo condivido.
Infatti se vai nel profilo troverai l'opzione per abilitare/disabilitare che condivide con, probabilmente, le stesse banche dati che vengono utilizzate anche da facebook ed altri, che vanno a creare un accurato profilo di te per mandarti pubblicità mirata estremamente precisa in base a quello di cui parli.
(Questo ovviamente senza tenere conto delle conseguenze sorveglianza globale, o anche in ottica di manipolazione politica)
Ragion per cui, come dice KenZen si deve utilizzare software open source ed orientato alla privacy/crittografato che non condivide dati con terzi.
(Sempre che anche in questo caso parlavo in generale, ma tu la butti inevitabilmente sulla questione facebook, vabbé...)
Facebook, richiede in alcuni casi, il numero in via obbligatoria, abbina questo dato alle rubriche, con nomi e cognomi, degli utenti di WhatsApp ed ottieni le vere identità di profili che magari volevano restare anonimi su facebook.
Facebook si trova praticamente un database pari a quello dell'anagrafe ma con in aggiunta tutti i suoi interessi, con chi è in contatto, con chi comunica, dove si trova, insomma tutto quello che la gente piazza su facebook. Ti rendi conto di che potere gli si sta dando in mano?
A parte che parlavo in generale e non del caso specifico, ma no il fatto che in UE non verranno condivisi, causa GDPR, non significa che nel resto del mondo sarà lo stesso. E, come ho già detto, bisogna smettere di guardare solo il proprio orticello.
Disqus? Che vuoi che faccia? Salva e vende tutto.
Gli altri gestori? Certo che hanno più credito... è sufficiente vedere che i loro sistemi sono open.
Fossi in te dubiterei anche dell' e2e di WA.
Saluti
Ma se non possiamo fidarci, non possiamo fidarci di nessuno... chissà cosa starà facendo il server di disqus mentre ci scriviamo sta roba?
Perché altri gestori di sistemi di messaggistica hanno più credito di whatsapp?
Sì, ma è stato già chiarito che tali dati non saranno condivisi con facebook, né tantomeno utilizzati per migliorare le pubblicità di facebook.
Ma dati come email (quale poi? quella dell'iscrizione a facebook?), chat e file già non sono collezionati da whatsapp, né mai lo saranno.
Come chiarisco io, se non ci sono (ci saranno) modifiche nella Regione Europea, l'utente europeo non deve ricevere alcun avviso e non deve acconsentire.
Tutto il resto è... come dire... parlare con l'oste del suo vino.
Saluti