
13 Aprile 2022
All'ESA, l'agenzia spaziale europea, iniziano i lavori per studiare le comete extrasolari da vicino: la missione è stata battezzata Comet Interceptor, e avrà una gestazione piuttosto lunga - il decollo è previsto per il 2029. L'ESA si avvarrà della collaborazione della JAXA, l'agenzia spaziale giapponese. Completata di recente la fase teorica, è giunto il momento di costruire l'hardware necessario.
La missione, dicevamo, ha come obiettivo principale comete (o corpi celesti analoghi) appena arrivate nel nostro sistema solare - meglio ancora se lo visitano per la prima volta, per capire se esistono sostanziali differenze con quelle "nostrane". La curiosità a riguardo si è accentuata nella comunità scientifica negli scorsi anni, con l'arrivo di Oumuamua, il primo corpo celeste (non siamo ancora del tutto concordi nel dire che si tratta proprio di una cometa) la cui origine è confermata esterna al nostro sistema.
Comet Interceptor partirà con lo stesso razzo della missione esoplanetaria Ariel e sarà una sorta di progresso naturale di Rosetta e Giotto, altre due missioni ESA che si sono concentrate nello studio delle comete. In concreto, si sostanzierà in un veicolo spaziale principale e due sonde. Le sonde saranno incaricate di osservare la cometa da più angolazioni e svilupparne una ricostruzione grafica tridimensionale. l'ESA si occuperà del veicolo spaziale e di una delle due sonde, la JAXA dell'altra sonda.
Per il momento, un obiettivo prefissato ancora non c'è: non solo, come dicevamo, la missione verrà lanciata solo tra sette anni, ma bisogna anche considerare che le comete si muovono molto velocemente, quindi non è possibile giocare d'anticipo. L'ESA ipotizza di lanciare la missione e di aspettare "in standby" circa tre anni prima di individuare un bersaglio ideale verso cui dirigersi. È una caratteristica, questa, peculiare e unica di questa missione.
Oltre a (si spera) incrementare le nostre conoscenze delle comete in generale, Comet Interceptor potrebbe ricoprire un ruolo determinante per migliorare la nostra capacità di difendersi da eventuali corpi celesti in rotta di collisione con il nostro pianeta. Le probabilità che si verifichi un evento del genere sono estremamente remote, come dimostrano tutti i calcoli eseguiti finora, ma basta una volta perché le conseguenze siano disastrose a livello globale.
Secondo le ultime stime, ci sono almeno 120 comete e quasi 30.000 asteroidi le cui orbite arrivano piuttosto vicine alla Terra - e con il migliorare delle tecnologie negli ultimi anni siamo diventati più bravi anche a rilevare le sorprese. A livello globale sono ormai molteplici le iniziative volte a migliorare le nostre capacità di reazione in queste circostanze e ogni aiuto che si può ricevere è più che ben accetto.
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Commenti
vero perchè la verità è esattamente questa, allo stato attuale anche fosse che entrasse nel nostro sistema una nave aliena non abbiamo nulla di pronto per intercettarla in tempi ragionevoli..
E la frustrazione di cui parlo, nasce dal non essere riusciti a studiare qualcosa che probabilmente non passerà più da queste parti da cui una missione spaziale per evitare che il problema si riproponga con altri oggetti. Continuo a non capire perché non eri d'accordo col mio primo commento
In un certo senso è così, aver perso la possibilità di studiarlo è più di un rammarico
Piano, la prima volta che è stato avvistato era già in allontanamento dal sole, e ad oggi dovrebbe essere a una ventina di UA dallo stesso. Hai mai sentito parlare del progetto Lyra? è una missione che vuole proprio andare a prendere quell'asteroide grazie a due flyby intorno a giove ed al sole per arrivare all'asteriode in un lasso di tempo ragionevole e abbastanza vicino al nostro pianeta per ricevere i dati. Inoltre è in costante allontanamento, data la sua traiettoria. L'abbiamo visto una volta da "vicino", probabile non lo rivedremo mai più.
Come frustrazione de che? Il tempo di accorgersi che stava passando ed era troppo tardi per studiarlo. E cmq l'avvistamento è antecedente il 2019 XD
Frustrazione de che? Il progetto "comet interceptor" è del 2019. Saranno una sonda "madre" che, una volta avvicinata, rilascerà altre due sonde che studieranno dapprima una LPC, cometa dalla lunga permanenza nel nostro sistema solare (cosa che Oumuamua non è mai stata), avvicinandosi e operando una scansione 3D. Per i dettagli ti cosiglio di andare sul sito della ESA nella sezione del programma Comet Interceptor.
Ecco cosa nasce dalla frustrazione della comunità scientifica per aver perso la possibilità di studiare Oumuamua. Ben venga. 2 occhi in più non fanno male. Non si sa ancora nulla sull'orbita presunta e sul tipo di alimentazione della sonda?