Tonga, il vulcano sottomarino stupisce: quasi intatto dopo la colossale eruzione

23 Maggio 2022 3

A gennaio il vulcano Hunga Tonga Hunga Ha'apa ha fatto parlare di sé per la violentissima eruzione che ha innescato una serie di eventi sconvolgenti: dai 20 chilometri di nube, allo tusnami che si è abbattuto su isole del Pacifico, Australia e Nuova Zelanda, per arrivare alla formazione di una nuova isola di 2 Km di diametro. In breve la più rilevante eruzione degli ultimi 30 anni e la più grande esplosione atmosferica mai registrata sulla Terra da oltre 100.

A diversi mesi di distanza il vulcano torna a stupire, questa volta con le notizie sulla sua integrità. Dopo un'eruzione così violenta ci si è chiesti cosa sia rimasto della sua struttura originale. Sorprendono risultati dello studio di una squadra di ricercatori neozelandesi che hanno mappato i fianchi della montagna sottomarina con il sonar del Research Vessel (RV) Tangaroa: strutturalmente Hunga Tonga Hunga Ha'apa non è cambiato molto.

Kevin Mackay, geologo marino del NIVWA (National Institute for Water and Atmospheric), ha commentato:

Data la violenza dell'eruzione del 15 gennaio, mi aspettavo che la struttura fosse crollata o fatta saltare in aria, e non è così.

VULACANO QUASI INTATTO, MA IL FONDALE È CAMBIATO NON POCO

Diverso è invece il discorso sulla zona circostante dove il fondale marino presenta significativi cambiamenti rispetto alla stato antecedente all'eruzione: ci sono fango sabbioso e profonde increspature di cenere sino a 50 chilometri dal vulcano, valli scavate e ed enormi cumuli di sedimenti, chiarisce Mackay.

In base ai rilevamenti effettuati su un'area di 22.000 chilometri quadrati, si sitma che l'eruzione abbia prodotto 6-7 chilometri cubi di materiali che si sono stratificati sul fondo del mare, ovvero cenere e roccia che inizialmente sono state espluse dal vulcano in aria e poi hanno raggiunto il fondo dell'oceano dopo essere scese dai fianchi della montagna sommerse. Sono stati questi flussi piroclastici (i getti di materiali espulsi dal vulcano) a determinare lo tsunami, spiegano i ricercatori.

La precedente mappatura del vulcano Hunga Tonga Hunga Ha'apa, alto 1,8 chilometri, risale al 2016. Combinando i dati precedenti con i nuovi è stato possibile creare una mappa visiva delle differenze. Le aree in rosso rappresentano il materiale che si è aggiunto alla struttura del vulcano e del fondale circostante, le aree in blu invece indicano le porzioni mancanti che si concentrano prevalentemente nei pressi del collo vulcanico. Secondo le stime, si sarebbero staccate e allontanate dalla parte superiore del vulcano circa 2-3 chilometri cubi di materiale.


Nell'ambito della missione è stata studiata anche l'ecosistema oceanico intorno al vulcano: mentre i fianchi ora sono diventati un ambiente inospitale, è stato sufficiente allontanarsi una quindicina di chilometri per trovare pesci e cozze su altre montagne sottormarine. È inoltre emerso che la caduta della cenere ha avuto un effetto fertilizzante in alcune aree, favorendo la formazione di plancton.

Il Tangaroa (la nave che ha effettuato i rilevamenti) e sullo sfondo due porzioni della caldera che affiorano dall'oceano.

Un ultimo dato degno di nota è emerso analizzando la profondità dell'acqua in corrispondenza della caldera del vulcano: prima dell'eruzione si estendeva in profondità per 150-200 metri, ora sono diventati oltre 800, ciò significa che la camera magmatica si è svuotata. La conferma proviene da una nave della marina che ha esplorato l'area. Ulteriori approfondimenti sulla zona della caldera saranno svolti utilizzando la nave robot senza equipaggio della Sea-Kit International, un'accortezza necessaria per effettuare rilevamenti prolungati sulla caldera di un vulcano che sembra ancora attivo.


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Commenti

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GinoK

Ma possibile che stia girando sta notizia ma non ci sia neanche una foto?
Ne da terra ne dal satellite?
Durante l'erruzione c'erano video da diverse angolazione, qual è la causa?

tommaso

l'acqua ha aiutato a preservare il vulcano

giovanni

Strano, essendo un vulcano di tipo esplosivo come i Vesuvio e non effusivo come l'Etna, con la differenza determinata dalle densità espulsa, sarebbe dovuto esplodere ed essere riformato, tipo Santorini in Grecia che è costituito da una serie di caldere riformatesi una dentro l'altra.
Comunque se fosse esploso ci sarebbe dovuto essere uno tsunami colossale, ma pare che il fenomeno non si è verificato.

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