
04 Maggio 2022
In attesa di lasciare il testimone al telescopio James Webb, lanciato lo scorso Natale, Hubble con i suoi 30 anni di carriera spaziale alle spalle continua a fornire preziose informazioni sui misteri del cosmo. L'ultima scoperta comunicata dalla NASA riguarda lo studio di alcuni esopianeti delle dimensioni di Giove e particolarmente vicini alla loro stella. Queste particolari condizioni fanno sì che le temperature dell'atmosfera planetaria siano le più alte mai registrate, con valori che superano i 3.000 gradi Fahrenheit (vale a dire circa 1.648 gradi celsius).
Come è facile immaginare, le condizioni metereologiche sono di conseguenza leggermente proibitive, capaci di vaporizzare la maggioranza dei metalli, titani incluso. E così su un pianeta (WASP-178b) ci sono precipitazioni di roccia vaporizzata, mentre su un altro (KELT-20b) l'atmosfera superiore diventa più calda invece che più fredda perché arroventata dall'intensa radiazione ultravioletta della vicina stella.
Studi come questi ovviamente non servono solo a fare una classifica dei pianeti più inospitali dell'universo, ma offrono ai ricercatori una visione migliore della diversità, della complessità e della chimica esotica che si svolgono in mondi lontani all'interno della nostra galassia come spiega David Sing della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland:
Non abbiamo ancora una buona comprensione delle condizioni metereologiche in diversi ambienti planetari. Per quanto riguarda la Terra tutte le nostre previsioni meteorologiche sono ancora perfettamente sintonizzate su ciò che possiamo misurare. Ma quando rivolgiamo lo sguardo verso un esopianeta distante le nostre capacità predittive sono limitate, perché non abbiamo costruito una teoria generale su come tutto in un'atmosfera si fonde e reagisce a condizioni estreme. Anche se conosciamo la chimica e la fisica di base, non sappiamo come poi si manifesterà in modi complessi.
Un articolo comparso su Nature del 7 aprile ha descritto le osservazioni del telescopio Hubble relative all'esopianeta WASP-178b, che si trova a circa 1.300 anni luce da noi. Sul lato diurno l'atmosfera risulta scevra di nuove ed è ricca di monossido di silicio gassoso. Dal momento che un lato del pianeta è sempre rivolto verso la sua stella, l'atmosfera torrida viene spinta verso il lato notturno a velocità da superuragano di oltre 3.000 km/h.
Il monossido di silicio sul lato oscuro può raffreddarsi fino a condensarsi, provocando così le precipitazioni rocciose cui abbiamo accennato in precedenza. Sia all'alba che al tramonto, comunque, l'atmosfera è sufficientemente calda da vaporizzare direttamente la roccia.
Un altro studio, pubblicato invece sull'Astrophysical Journal Letters, si concentra sul gioviano caldo KELT-20b, pianeta distante 400 anni luce dalla terra. Qui l'esplosione di luce ultravioletta della stella madre sta creando uno strato termico nell'atmosfera simile alla stratosfera terrestre: si tratta di una scoperta particolarmente importante dal momento che fino ad oggi non si era mai osservato in maniera diretta come la stella ospitante possa condizionare l'atmosfera di un pianeta.
Galaxy S23 Ultra: come ottenere il massimo grazie ai software di Samsung | Video
SONY ZV-1 II: abbiamo provato la nuova Vlog Camera. Ne vale la pena?
Prime Video: tutti i film e le serie TV in arrivo a giugno 2023
Hisense Europe in Slovenia: dove nascono prodotti e tecnologie per tutto il mondo
Commenti
meglio portarsi un colino
C'è poco da minare lì, a 1600 gradi è tutto sciolto, liquido o aeriforme.
Tutti miners lì
Azzo, 1600 gradi, altro che effetto serra!