
22 Febbraio 2022
Vi piace la frutta? No, non siamo impazziti, il tema che vogliamo affrontare in questa sede riguarda proprio mirtilli e pomodori (sì, tecnicamente il pomodoro è un frutto). Ebbene, l'intelligenza artificiale potrebbe presto farvela iniziare a piacere - o a farvela piacere ancora di più, se già ne siete assidui mangiatori. La discussione viene affrontata in uno studio dell'Università della Florida pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. In pratica, il discorso verte su una domanda: quali sono gli aromi e i composti chimici che fanno sì che un frutto piaccia al consumatore?
É una questione di sapore, inteso come combinazione tra gusto e aroma (c'è chi considera anche il tatto): il primo è uno dei 5 sensi - gli altri sono vista, udito, olfatto e tatto - e viene recepito come amaro, acido, dolce, salato e umami tramite le papille gustative della lingua. L'aroma, invece, è la rilevazione gustativa di un odore, fornito da sostanze chimiche presenti negli alimenti: l'odore in sé viene percepito attraverso il naso, l'aroma, tramite i composti volatili, (anche) dalla bocca.
La "combinazione genetica" perfetta per dare il miglior sapore a un frutto è un'utopia, e spesso a questa ottimizzazione i produttori preferiscono dare priorità all'aumento della resa ed alla resistenza delle piante alle malattie. Effettuare continui panel test sulle varietà di un frutto per migliorarne il sapore richiederebbe troppo tempo e denaro.
Qui entra in gioco l'intelligenza artificiale: il team di ricerca dell'Università della Florida ha sviluppato un algoritmo che permette di prevedere come i consumatori classificano il sapore di mirtilli e pomodori. Il database con tutti i composti conosciuti associati al sapore in tutte le varietà dei frutti è stato confrontato con le valutazioni già esistenti fornite dai panel di consumatori. Infine è stato creato un modello matematico che tiene conto delle valutazioni dei consumatori al variare della composizione chimica delle varietà dei frutti stessi. In questo modo sono stati identificati i composti che influenzano maggiormente la percezione del sapore.
É così emerso che i composti organici volatili "responsabili dell'aroma" sono quelli che maggiormente influiscono sul fatto che un frutto piaccia o meno. Il risultato a cui si è arrivati con l'ausilio dell'IA potrà avere ricadute importanti innanzitutto sui produttori e su chi seleziona le piante da coltivare: si potrà ad esempio definire con maggior precisione la varietà da preferire rispetto ad altre, così come sviluppare una varietà che sia oggettivamente più gustosa. Tutto senza panel costosi di consumatori, riducendo nel contempo i tempi decisionali.
Identificando esattamente ciò che influenza il modo in cui le persone percepiscono il sapore, i coltivatori di piante possono concentrarsi sull'ottimizzazione di un composto chimico specifico invece che effettuare una valutazione soggettiva del sapore.
Questo processo, tuttavia, richiede affinamenti ulteriori che tengano in considerazione altri fattori: a partire dal fatto che è difficile definire cosa si intenda per sapore oggettivamente migliore. Entrano in gioco ad esempio questioni culturali, legate al tipo di cucina e di tradizione del Paese in cui si vive. É indubbio che il sapore di un frutto sia percepito diversamente da un italiano e da un indiano.
Credits immagine d'apertura: Pixabay
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Commenti
rimessi, non hanno fermato i bot
è normale, i vini sotto ai 3€ sono quasi tutti fatti cosi. Acqua un po' di vino e solfiti.
+1
Ho amico che lavora in un laboratorio chimico industriale, mi diceva che il sapore lo di può creare sinteticamente per qualsiasi cosa.
Per quanto riguarda la qualità degli articoli di HDBlog siamo alla frutta...
Non hai guardato Matrix!
Siamo solo all'inizio... come già detto da altri, non solo una IA ben addestrata potrà stabilire quale frutta selezionare, ma pure secondo quale sistema, terreno e condizioni farla crescere o di contro inventare piatti nuovi (che in fondo è la stessa cosa dello stabilire che frutto piace rispetto al simile) ..il tutto ottimizzando risorse e tempi, oltre che personalizzare il tutto (con abbastanza dati)
Intanto il sapore non è una mera fantasia ma dipende dalle sostanze chimiche che ingeriamo. E' un meccanismo di difesa ancestrale, che ci aiuta a discernere cosa ingurgitiamo, per la nostra salute.
Col tempo e con l'esperienza impariamo a riconoscere "lo schema" che ci restituisce la mela da quello della pera e così via. E' una questione non solo di gusto ma anche di olfatto, vista, tatto.
Quando ti bendi o prendi un raffreddore, riconoscere cosa stai assaggiando si complica un po'.
Stai parlando di un prodotto di nicchia… non regge il tuo paragone…
Avremmo già varietà infinite con gusti differenti per ogni singolo frutto senza bisogno di algoritmi solo che queste varietà non garantiscono al produttore un sufficiente margine di guadagno per restare sul mercato
Quello ok, ma non capisco come fa fisicamente a capire che quello che sta elaborando è, ad esempio, succo di limone, (quindi aspro con note dolci e sapore di limone)
Ogni area della lingua ha papille gustative che identificano un particolare sapore. Il dolce, l'amaro, l'acido, il salato e un gusto aggiuntivo che è l'umami, dato dai glutammati e dai nucleosidi. Quando oppurtunamente stimolate dal cibo, queste, trasmettono un segnale elettrico lungo i nervi al cervello, luogo dove viene elaborato il sapore che percepiamo come somma della cascata di impulsi ricevuta, anche dall'olfatto.
Se riesci a farne una estremamente buona puoi venderla a più del doppio del prezzo in quanto è, appunto, la più buona (un po' come i pistacchi di Bronte ad esempio. Ne producono pochissimi ma essendo particolarmente buoni li vendono a prezzi stellari)
A un produttore gliene importa poco del sapore…
come sottolineato nell’articolo é più importante la resa e la resistenza della pianta alle malattie, e aggiungerei la commerciabilità del prodotto…
Molte varietà di frutta o verdura ormai sono sparite perché non garantiscono margini sufficienti di guadagno per il produttore…
Vero, però questo non esclude un integrazione delle due cose, ad esempio per capire quali sono i terreni migliori e stabilire esattamente l'effetto sul sapore
avete dimenticato il sesto senso, il settimo e qualcuno parla addirittura dell'ottavo...
loro si parlavano molto del settimo! https://media1.giphy.com/me...
in realt' sugli aromi influiscono moltissimo i minerali presenti nel terreno e il microclima, quindi non e' detto che una determinata cultivar quando messa a dimora su terreni e condizioni microclimatiche differenti possa avere la stessa resa. un esempio classico sono le cultivar di olive, in italia sono presenti tantissime verieta' con una vocazione assoluta col territorio in cui sono nate