
Tecnologia 06 Nov
Se in questo momento nel cratere Jezero il rover Perseverance sta avendo a che fare con una raccolta di campioni non proprio fortunata, tanto da costringere la NASA a dare il via a una manovra d'emergenza per liberarsi delle rocce raccolte, nel cratere Gale dove di trova il vecchio Curiosity tutto procede per il meglio.
E proprio di recente potrebbe aver fatto una scoperta importantissima, infatti, dopo aver analizzato alcuni campioni di roccia in polvere raccolti dalla superficie di Marte, gli scienziati hanno annunciato oggi che molti di essi sono ricchi di un tipo di carbonio, identificato dal numero 12, che sulla Terra è associato a processi biologici. Ad esempio, le creature viventi sulla Terra usano l'atomo di carbonio 12, più piccolo e leggero, per metabolizzare il cibo o per la fotosintesi, rispetto al più pesante atomo di carbonio 13. Pertanto, una quantità significativamente maggiore di carbonio 12 rispetto al carbonio 13 nelle rocce antiche, insieme ad altre prove, suggerisce agli scienziati che stanno esaminando una firma chimica correlata alla vita. Osservare il rapporto tra questi due isotopi del carbonio aiuterà gli scienziati a capire il tipo di vita e l'ambiente in cui viveva.
Sebbene la scoperta sia intrigante, non indica necessariamente che in antichità ci sia stata vita su Marte, poiché gli scienziati non hanno ancora trovato prove conclusive a supporto di una firma biologia certa, ma è comunque un risultato degno di nota che richiederà ulteriori approfondimenti.
"Stiamo trovando cose su Marte che sono allettanti e interessanti, ma avremmo davvero bisogno di più prove per dire che abbiamo identificato la vita. [...] Quindi stiamo studiando cos'altro potrebbe aver causato la firma di carbonio che stiamo vedendo, nel caso in cui non fosse di origine biologica".
Queste le parole di Paul Mahaffy, il ricercatore principale del laboratorio di chimica Sample Analysis at Mars (SAM) a bordo di Curiosity. In un rapporto sulle loro scoperte che sarà pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences proprio in queste ore.
Gli scienziati di Curiosity offrono diverse spiegazioni per gli insoliti segnali di carbonio 12 che hanno rilevato. Le loro ipotesi sono tratte in parte da quel che sappiamo riguardo simili tracce di carbonio rivenute Terra, ma gli scienziati avvertono che i due pianeti sono così diversi che non è possibile trarre conclusioni definitive sulla base degli esempi riguardanti il nostro pianeta natale.
Il problema è che tutte e tre le spiegazioni si adattano bene al carbonio identificato, pertanto l'unica maniera di escludere una o l'altra possibilità risiede nell'effettuare ulteriori ricerche e scovare dati aggiuntivi.
Il carbonio è particolarmente importante poiché è la base di ogni forma vitale per come la conosciamo, infatti, è grazie a questo elemento che le molecole più complesse possono formarsi dando il "la" alla nascita di forme di vita, sia basilari che complesse. Sulla terra è più facile associare la presenza di alcune tipologie di carbonio alla vita, ma su Marte manca ancora la prova del legame con essa. Sarà necessario capire meglio il ciclo del carbonio originatosi su Marte e per farlo gli scienziati di Curiosity continueranno a misurare gli isotopi di carbonio per vedere se ottengono una firma simile con il carotaggio di altre superfici antiche ben conservate.
Per testare ulteriormente l'ipotesi biologica che coinvolge i microrganismi produttori di metano, il team di Curiosity vorrebbe analizzare il contenuto di carbonio di un pennacchio di metano rilasciato dalla superficie, ma al momento non siamo in grado di prevedere un simile evento. Curiosity si era imbattuto per caso in in un pennacchio nel 2019 e da quella volta non è più accaduto. Non resta che sperare in un colpo di fortuna, anche se è solo uno dei possibili scenari di ricerca. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che presto il nuovo rover Perseverance si dirigerà verso i resti dell'antico delta fluviale nel cratere Jezero, una location potenzialmente in grado di aver conservato eventuali segni di attività vitale, quando un fiume alimentava l'enorme lago scomparso secondo le stime circa 4 miliardi di anni fa.
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Commenti
Commento inutile tra 3...2...1...
Mamma che ricordi che fai emergere. Mi pare fosse il ‘76 ed il viking era grande come una lavatrice dell’epoca..
se non erro un esperimento simile fu fatto con una Viking negli anni 70....il risultato diede responso positivo al primo esperimento ma al 2 e 3 no....però c'era una spiegazione per i due seguenti risultati negativi, lo scienziato responsabile dell'esperimento fu aggredito dalla comunità scientifica....oggi chissà....
Grafene niente?