Cambiamento climatico globale: entro il 2030 influenzerà anche le coltivazioni

08 Novembre 2021 110

I cambiamenti climatici dovuti alle elevate emissioni di gas serra, oltre ad avere comportato delle conseguenze già irreversibili, potrebbero influenzare la produzione di mais e grano già nel 2030. Secondo un nuovo studio della NASA, pubblicato sulla rivista Nature Food, i raccolti di mais potrebbero diminuire del 24% a fronte di un aumento di circa il 17% dei raccolti di grano.

Per il suo studio, la NASA ha utilizzato due modelli climatici e agricoli avanzati che hanno consentito agli scienziati di rilevare il modo in cui cambiamenti di temperatura, precipitazioni ed elevate concentrazioni di anidride carbonica superficiale da un lato renderebbero più difficile la coltivazione del mais ai tropici, dall'altro potrebbero ampliare la coltivazione del grano.

Questo il commento di Jonas Jägermeyr della NASA, autore principale della ricerca:

Non ci aspettavamo di vedere un cambiamento così radicale rispetto alle proiezioni sulla resa delle colture dalla precedente generazione di modelli climatici e colturali condotti nel 2014. Un calo del 20% rispetto agli attuali livelli di produzione del mais potrebbe avere gravi implicazioni in tutto il mondo.

Il team di ricerca ha utilizzato i modelli climatici del progetto internazionale CMIP6 (Climate Model Intercomparison Project-Phase 6) che simulano la risposta dell'atmosfera terrestre agli scenari di emissione di gas serra fino al 2100. A questi dati sono stati aggiunti quelli ottenuti dalle simulazioni del modello climatico dell'AgMIP (Agricultural Model Intercomparison and Improvement Project) che prevede l'andamento delle colture in risposta a diverse condizioni ambientali.

Il calo dei raccolti di mais diventerà evidente entro il 2030

In totale, la ricerca si è basata su circa 240 simulazioni di modelli climatici globali per ogni tipologia di coltura senza tenere comunque in considerazione altri fattori, quali gli incentivi economici, il cambiamento delle pratiche agricole e vari adattamenti dei raccolti in relazione ai cambiamenti causati dal clima. Per il mais e per il frumento, l'effetto climatico è stato molto più determinate nei cambiamenti. Le proiezioni su soia e riso, invece, hanno mostrato un calo solo in alcune regioni.

Più nel dettaglio, vedranno potenzialmente diminuire i loro raccolti di mais nei prossimi anni zone come America settentrionale e centrale, Africa occidentale, Asia centrale, Brasile e Cina. Il grano, invece, troverà un'area più ampia dove poter essere coltivato a causa dell'aumento delle temperature che comportano cambiamenti anche relativamente a precipitazioni e siccità. Ad influenzare i raccolti, inoltre, ci saranno anche livelli più elevati di anidride carbonica nell'atmosfera che favoriscono la fotosintesi e la ritenzione idrica.

Credits immagine d'apertura: Pixabay


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Commenti

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J0k3r_IT

se il problema è un eccesso di popolazione (e meno male che non si nega) la soluzione non può essere che alcuni paesi operino misure kamikaze economiche mentre tutti gli altri, che causano la quasi totalità del fenomeno se ne fregano anzi aumentano la popolazione. Semplicemente c'è un limite oltre il quale l'ambiente non riesce più rinnovarsi al crescere della popolazione.

Giulk since 71' Reload

Non vedo alcun miglioramento nella regressione sociale

Luca

Ho detto "in gran parte"

Luca

Concordo sul fatto che il problema primario sia la sovrappopolazione, ma quello climatico è un problema evidente, e lo vedo io in prima persona abitando in una zona di campagna

J0k3r_IT

il problema VERO è la sovrappopolazione e le c.d. élite se ne stanno già occupando sfoltendo in modo indiretto ovvero dietro le spalle dei cretini usando il terrorismo climatico.

Luca

Quindi va bene così? Il solo fatto che tutti vogliano consumare come 30 persone degli anni 70 giustifica la bontà della scelta? E' un modello che non può essere migliorato in alcun modo?

Luca

Aaah quindi neghi che ci sia questo problema? Ora capisco perché hai l'immagine di Joker

Luca

Rimani nella tua piattezza intellettuale priva di autocritica e di qualsiasi tipo di riflessione. Io come essere umano cerco sempre di migliorarmi, alla fine il senso della vita è quello

J0k3r_IT

non cambierà nulla come non è cambiato nulla dal terrorismo climatico fin dagli anni 60 per i 70, dei 70 per gli 80, degli 80 per i 90 etc... perché si tratta di POLITICA non di ambiente.

Luca

Pensala come ti pare, vedremo chi avrà ragione tra qualche anno

J0k3r_IT

il tuo comportamento che credi gretino correct ha impatto ZERO in una ipotetica riduzione dell'inquinamento ma coerente con la vulgata del terrorismo climatico il cui scopo è COLPEVOLIZZARE i paesi occidentali del proprio relativo benessere.

Giulk since 71' Reload

Dipende, se sei uno che auspica un cambio radicale di vita, con taglio dei consumi, di quello che si mangia e via dicendo, si dire che è inutile ;)

Luca

Dal tuo commento intuisco che sia inutile anche approcciare un ragionamento

Luca

No ma cerco di limitare i consumi, ho adottato una dieta completamente vegana, lo smartphone lo cambio ogni 3-4 anni (prima anche ogni anno), l'abbigliamento compro meno ma di maggiore qualità e altri vari accorgimenti. L'essere umano ha sempre un impatto sull'ambiente circostante, ma ci vuole impegno per ridurlo il più possibile

Davide

Il punto è che qualsiasi macchina oggi prodotta può durare ben più di 10 anni senza inspessire alcunché ne ridurre i giri motore o qualsiasi altra accortezza. Non a caso ci sono garanzie di 7 anni.
Il fatto che i sistemi di finanziamento durino invece 2/3 anni su macchine che possono durare il quadruplo è sintomo di una società malata.

E no, le magliette non costano poco perchè ci sono i macchinari, o meglio non solo, altrimenti le farebbero in italia. Ti invito ad informarti, non solo sul costo umano (Rana plaza è il più famoso ma non l'unico) ma sul costo ambientale. Io investo volentieri il mio euro in un cucirino e i 5 minuti che servono per tappare un buco perchè una maglietta per essere prodotta ha bisogno di 2700 litri di acqua..un paio di jeans 10000.

italba

Hai scelto il veicolo sbagliato, la Panda, specialmente il vecchio
modello, era una vettura incredibilmente robusta per la sua classe,
quando hanno fatto la versione 4WD le modifiche alla scocca sono state minime.

In ogni caso qualunque veicolo è fatto per essere usato un
certo numero di anni e poi sostituito, persino le navi e gli aerei,
usati oltre il limite diventerebbero insicuri ed antieconomici per la
quantità ed il costo degli interventi di manutenzione necessari.

Sbagli anche sulle magliette, costano due euro non perché i Kapitalisti brutti e Kattivi sfruttano i poveri bambini che le cuciono a mano, ma perché anche in Pakistan ed in Bangladesh hanno telai meccanici, macchine da cucire industriali, attrezzature e logistica che consentono a ciascun operaio di produrre migliaia di magliette al giorno, e quindi di poterle vendere a bassissimo prezzo.

Quando arrivano da noi costano più di quello che hanno speso per produrle e per far sopravvivere chi le ha confezionate, e se questo prezzo è paragonabile a quello di ago e filo non c'è proprio niente da fare: Anche la merceria che vende ago e filo deve sopravvivere, quindi a meno non te li può vendere.

Inoltre anche il tempo che adopereresti per riparare la maglietta scucita ha un suo valore, se è superiore a quello dell'oggetto che dovresti riparare meglio buttare la maglietta che sprecare tempo.

Davide

Ma non è cosi..non si può valutare il costo di un prodotto solo per il suo prezzo. Se una maglietta mi costa meno di un ago e un filo (cosa che non è vera) significa che qualcun altro sta pagando a prezzo umano e ambientale il resto del costo che quella maglietta dovrebbe avere. e non è un prezzo dovuto all'efficienza.
Il discorso della macchina è privo di ogni fondamento, e non oggi che c'è l'elettrico quindi il discorso di giri e consumi non esiste, ma già 30 anni e più fa. Ci sono panda fatte di latta che girano tranquillamente. Il problema anche qui è l'economia. Le case automobilistiche devono vendere, immatricolare, e quindi ti spingono a cambiare anche se non necessario. Produci produci produci ma non serve. Anche perchè difficilmente in 30 anni uno spende in manutenzione il valore di una macchina intera.

però ripeto queste sono opinioni che dipendono anche dalla sensibilità soggettiva.

italba

La soluzione è l'efficienza, non serve né accelerare né rallentare a priori. Per l'efficienza serve la tecnologia e la tecnologia la si ottiene con il denaro, tutto molto semplice. Se cucire la maglietta strappata ti costa più che comprarne una nuova allora buttarla è cosa buona e giusta, possibilmente riciclandone la materia prima. Se costruisci un'auto in grado di durare trent'anni anziché quindici la dovrai costruire più robusta, quindi più costosa e pesante, dovrai fare una manutenzione più accurata ed il suo motore dovrà essere più grande e girare a regimi più lenti per fornire la maggior potenza necessaria, quindi consumerà di più. Alla fine la tua auto in trent'anni sarà costata di più di due auto tradizionali, considerando anche il maggior consumo di carburante. Bell'affare, no?

Davide

Ecco qui si entra nella soggettività, mi spiego.

Io non penso che aumentare i ritmi sia la soluzione, semmai rallentare è la soluzione. Cioè il tema non è solo la sostenibilità umana ma anche ambientale. Quindi si, benvengano i robot che scavano nelle miniere di coltan (tenendo presente che al momento i popoli che provano a ribellarsi vengono letteralmente bombardati con bombe a grappolo sulle grotte in cui vivono, quindi non sono esattamente interlocutori a cui proporre la digitalizzazione), ma al contempo serve anche una nostra volontà di cambiare ritmo.
Se una maglietta si buca, la si cuce, non la si butta via per comprarne una nuova. Non si deve cambiare il telefono ogni due anni. Non si può più comprare il cibo e.."ciò che avanza si butta"...etc etc..
Ci sono un sacco di nostri comportamenti che possiamo modificare leggermente per cambiare il mondo..
Poi molto dipende anche da chi sta sopra di noi. Per esempio, l'abolizione della plastica monouso, delle borse di plastica, delle lampadine fluorescenti, valgono cento volte lo sforzo delle persone impegnate singolarmente in queste lotte.

Ma questo è un mio parere..

italba

No, sto dicendo che lo sfruttamento, nonostante quello che racconti certa retorica, c'è sempre stato e diventerà sempre meno sostanziale per il nostro stile di vita. Mi dispiace per i bambini congolesi che vanno a scavare il coltan con le mani, ma se al posto delle miniere abusive che li sfruttano ci fossero delle miniere impiantate e lavorate secondo le tecnologie moderne con minatori regolarmente assunti e formati, con macchinari ed attrezzature adeguate, il minerale che adoperiamo per i nostri componenti elettronici non ci costerebbe un centesimo di più, magari ci costerebbe anche di meno. Conta la tecnologia, non lo sfruttamento del proletariato, ma perché i Paesi in via di sviluppo possano dotarsi di tecnologia avanzata devono poter lavorare per come possono fare adesso, non c'è altra soluzione

Davide

Sbaglieranno come sempre sulle previsioni

Davide

Stai saltando di pala in frasca.
Io ho semplicemente detto che il benessere e l'abbondanza in cui viviamo sono frutto di un egoismo della nostra parte di mondo che non vede o finge di non vedere il prezzo umano, perchè non ci tocca minimamente.
Vogliamo raccontarci che stiamo facendo un favore ai bambini pakistani ad acquistare vestiti sottocosto perchè ai tempi di dikens sarebbero stati schiavi e oggi sarebbero senza lavoro? Vogliamo raccontarci che i bambini congolesi devono ringraziarci per i tumori che gli causiamo grattando il coltan da sottoterra per le nostre batterie perchè ai tempi di Verga sarebbero su una nave diretta verso l'america (anno più anno meno)?
Ok.
Ma io non ho parlato di soluzioni, ne di bacchette, non ho nemmeno puntato il dito contro qualcuno, non ho nemmeno detto che dobbiamo trovare soluzioni.
Ho semplicemente detto qual è il prezzo della tanta elogiata abbondanza e benessere in cui siamo felici di vivere.
Poi che 200 anni fa stessimo tutti peggio è un dato di fatto irrilevante così come il fatto che ci vogliano generazioni per cambiare una società.

italba

Ho capito, credi di vivere nel mondo delle fate dove con un colpo di bacchetta magica le cose vanno a posto per tutti in un batter di ciglia. Mi dispiace disilluderti, le fate non esistono e neppure babbo natale, i progressi sociali si misurano nell'arco di generazioni, non di anni o mesi. Fino ad una cinquantina d'anni fa le stesse cose che oggi fanno i bambini packistani le facevano i nostri bambini nelle fabbrichette abusive italiane, lavorando a cottimo senza alcuno stipendio fisso o precauzione antiinfortunistica o sanitaria, e neanche oggi la situazione è tutta rose e fiori. Tra qualche decennio le scarpe le cuciranno i robot e sarà tutto risolto, magari non per i bambini packistani che non avranno neanche più da mangiare

italba

Nemmeno, alcuni (non tutti) gli altri Paesi hanno un'età media molto più giovane della nostra e quindi incrementeranno ancora per qualche decennio la popolazione, appena raggiunto un relativo benessere si stabilizzeranno anche loro come è già successo in Sudamerica

italba

Retorica da quattro soldi, le condizioni dei lavoratori oggi sono infinitamente migliori di quelle di pochi decenni fa, prova a leggere qualcosa di Dickens o di Verga, e non sono migliorate solo in occidente. Non guardare le cose con gli occhiali distorti dell'ideologia, guarda i fatti, le cifre, l'aspettativa di vita: I packistani che cuciono le magliette da 2€ sono i nipoti di quelli che hanno rischiato di morire di fame o di epidemia nel secolo scorso, molto si può ancora migliorare ma non c'è nessun disastro all'orizzonte

Davide

Si si ma le soluzioni sono molteplici..io ad esempio uso spesso toogood to go ma ci sono altre app che permettono di ridurre sprechi delle catene..

J0k3r_IT

nei paesi occidentali si non in tutti gli altri che hanno proiezioni di crescita a dir poco esplosive.

italba

Dalle cifre che hai scritto sarebbe molto più facile intervenire sui consumatori. Certo anche la distribuzione dovrebbe fare qualcosa, ad esempio smettendola di far pagare molto di più le monoporzioni rispetto alle confezioni "famiglia", come se fossero ancora diffuse le famiglie da 12 figli

Davide

Ma complottismo di cosa? io "complottista" ti sto dicendo che non c'è nessun complotto. Non c'è nessun magico disegno dietro a queste dinamiche. I ristoranti devono venderti un'esperienza non un prodotto, non hanno bisogno di esporre. Vai a mangiare la pizza nel ristorante X perchè è buona non perchè è bella..

Il senso di benessere e abbondanza sono assolutamente impressioni,..
perdonami ma quanti anni hai? la crisi del 2008 è stata totalmente causata da questo concetto e siamo ancora qui a credere che questo ritmo, questa "bolla" sia un bene?
Non è bellissimo che ci siano, perchè ci ha portati al mondo assurdo in cui viviamo oggi, dove per avere quel benessere e abbondanza fingiamo di non sapere chi cuce le nostre scarpe, dove producano le nsotre magliette da 2€, quante persone sono morte per procurare il materiale con cui sono fatti i nostri telefoni e a quanto pare fingiamo di non sapere, o non sappiamo proprio, le dinamiche che spingono ad avere un'offerta che va oltre la domanda.
Tra abbondanza e carestia c'è il giusto, ma evidentemente non sappiamo più cosa significhi..
Il giochetto retorico di utilizzare una parola e adattarla a qualsiasi contesto poi non mi sembra corretto.
Parliamo di spreco di cibo che non concorre nella gara della gravità dei problemi del mondo con lo spreco di risorse. Sono con-conseguenze dell'amata abbondanza e benessere.
Ma qui stiamo parlando del cibo e di come non viene mangiato, non di come viene prodotto..

Davide

Si ma hai letto quei dati?
il 17% sono 931 milioni di tonnellate di cibo, di cui il 13% prodotto dai supermercati il 26 dai ristoranti e il 61 da noi consumatori..
Sono numeri allucinanti che confermano la "mia" tesi: il nostro problema è che sovraproduciamo il cibo e a conferma di questo c'è l'altra tabella del rapporto che hai citato che dimostra come lo spreco sia maggiore in ogni sua categoria (privati, ristoranti e supermercati) più è alto il reddito. E indovina un po'? In questa meravigliosa classifica di paesi spreconi, l'italia è 5°nel mondo non nello spreco domestico, non nello spreco della ristorazione ma.....nello spreco dei supermercati!

Poi certo, mi auguro e tu mi dai conferma, che stiamo mettendo in campo soluzioni per migliorare..

italba

Complottismo bello e buono, preparare ed esporre gli alimenti in un certo modo non è connaturato al concetto stesso di grande distribuzione. Ti sembra che i ristoranti vendano di più se mettono in vetrina i piatti che preparano? Quelli che lo fanno, in Giappone ad esempio, espongono piatti finti e va bene così. Il benessere e l'abbondanza non sono impressioni, ci sono, ed è bellissimo che sia così dopo millenni in cui si era fortunati se non si moriva di fame o per qualche infezione gastrointestinale. Lo spreco vero poi non è quello della carne che si butta ma quello della carne che si alleva, cibandosi di prodotti animali anziché vegetali si spreca almeno il 90% delle risorse

Davide

Ma stai scherzando? questo sarebbe complottismo?
E' un semplice corso di marketing: gli scaffali pieni danno idea di benessere e abbondanza. Se vado in un supermercato in cui mancano i prodotti o abbia solo la percezione che non sia disponibilità, sono meno propenso a tornare.
Se guardo un bancone gastronomia e c'è solo il "giusto", la mia percezione cambia.

Basta fare il commesso un mese in un qualsiasi supermercato per capire che semplicemente è la realtà dei fatti. Dopo che per due settimane fai il giro dei frigo con la carne fresca invenduta che devi spacchettare e buttare in un bidone ti passa la voglia di pensare ai complotti e inizia a chiederti il perchè sia stata raffinata e impacchettata se poi tutte le sacrosante settimane sanno che una percentuale verrà buttata..e la risposta non è il 5g o il terrapiattismo, ma semplice marketing..

italba

Gli ultimi dati Food Waste Index Report 2021 del Programma
delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep) parlano del 17% di spreco, comunque la risposta a questi problemi ce l'abbiamo già e la stiamo già applicando: Informatizzazione spinta della catena di produzione e distribuzione in modo da ridurre lo stoccaggio dei prodotti, nuove varietà vegetali che non maturino tutte quante insieme e si possano conservare meglio, sviluppo dell'acquisto su internet e della consegna a domicilio, recupero e riciclo degli alimenti in scadenza

Oliver Benoit

In realtà il mais era l'ultima coltivazione rimasta :)

Davide

Ma sei tu che hai parlato di complotto, e non solo non sono sempre esistite (se hai la fortuna di avere una nonna degli anni 20 saprai che non era così) ma è la scala di grandezza con la quale avvengono. Non si tratta della stima sbagliata della bottega del paese che ha fatto troppo pane rispetto alle vendite. Si tratta di un intero sistema alimentare che sovraproduce non perchè ci sia una maggior richiesta, ma per marketing.
Poi che il tutto vada migliorato è ovvio ma non è questo il tema del discorso..

italba

Sempre meno crescente e, quindi, controllabilissima, guarda le statistiche

https://ourworldindata.org/future-population-growth

DiRavello

:)

Davide

Credo tu non conosca molto bene la storia di questo paese..

Davide

Premetto che ciò che scrivi è molto interessante e merita un approfondimento.
Ribadisco però che se non conosci i dati non è ne notoriamente ne palesemente sprecato, perchè diventa noto e palese solo se lo sai.
E ribadisco che gli ambientalisti non sono da ricoprire di insulti perchè alcuni trascurano questo aspetto, per quanto importante.
Ho un'amica appena tornata da 3 mesi in mare a raccogliere le reti di plastica dei pescatori. Devo darle della ritar-ata cag-aca--o perchè non ha pensato al tabacco?
L'articolo poi non parla dell'uso/abuso del terreno ma di come il clima cambierà le coltivazioni. Paradossalmente anche le coltivazioni di tabacco dovranno spostarsi più a nord perchè è una pianta che va dai 15 ai 30 gradi nelle sue fasi di crescita..

Davide

No, non arrivano gli agenti, semplicemente la si butta via, e non è un complotto sono dati FAO.
In America ed europa buttiamo via circa 100kg di cibo all'anno a testa.
Gli sprechi alimentari sono responsabili del 6% delle emissioni di gas serra, della dispersione di 253 Km3 di acqua potabile (solo in agricoltura). Mentre 1.4 milioni di ettari di terreno coltivabile viene utilizzato per produrre cibo che non verrà mai mangiato ovvero il 28% della superficie terrestre destinata all’agricoltura.

Poi se vuoi buttarla in caciara va bene, ma questi sono dati oggettivi. E se non credi alla FAO, ti consiglio di fare il volontario in qualche mensa dei poveri per toccare con mano quanto cibo, scaduto o in procinto di scadere, donano i supermercati. Cibo che altrimenti verrebbe buttato perchè invenduto.

Davide

Non è cosi semplice. Non stai parlando di uno stato con un governo, un'identità nazionale e obiettivi di crescita. E' un territorio in cui popoli diversissimi fra loro vivono separati da catene montuose senza strade. Un territorio che per tutta la sua storia è servito come enorme cuscinetto per contenere il dilagare delle varie potenze antagoniste.
Con questo non sto dicendo che i talebani sono cattivi e la nato e buona o viceversa, dico solo che la situazione è tremendamente complicata e in queste situazioni non sempre i rapporti causa- effetto funzionano.

Davide

diciamo che sono entrambi problemi importanti, anche perchè la produzione di cibo a questi ritmi causa inquinamento, deforestazione, desertificazione..

Stefano
e tutti vogliono il nostro stesso stile di vita


E dove sta l'errore? Se tu non vuoi cambiarlo, perchè impedire ad altri di volere lo stesso?
Comunque quel milione di poveri inquina e consuma come qualche centinaio di migliaia di ricchi. Uccidiamo i ricchi, è più efficiente.

Antonio Adamo

C'è da aspettare il 2030?! io già da tempo nel Salento al posto degli ulivi ho piantato banani!

italba

Il problema degli occidentali è che producono molto più cibo del reale bisogno. Vengono buttate vie quantità di cibo industriali solo perchè non è carino vedere gli scaffali vuoti al supermercato.
Davvero siamo convinti che tutte le tonnellate di roba stipate nei frigo e sugli scaffali viene venduta e mangiata tutta?


"Solo perché non è carino vedere gli scaffali vuoti",
"Davvero siamo convinti che tutte le tonnellate di roba stipate nei frigo e sugli scaffali viene venduta e mangiata tutta".

Hai capito quello che hai letto? E se questo non è "gomblottismo" cos'è? Premesso che io vado a fare la spesa quasi ogni giorno supermercati che lavorano male al limite della disonestà ce ne sono di sicuro, ma è appunto gente che lavora male, non qualcosa di connaturato alla natura stessa di questo tipo di negozi. Anzi, se condotti bene hanno molti meno sprechi del piccolo negozietto a conduzione familiare. La gestione di un supermercato, forse non lo sai, è quasi totalmente in mano al singolo supermercato stesso, la sede centrale raccoglie gli ordini, manda i prodotti dal magazzino e si occupa di marketing e pubblicità, le visite degli ispettori non sono così frequenti. Si possono trovare livelli di servizio e di attenzione verso il cliente diversissimi, anche tra supermercati della stessa catena

Luca Ghish Fragapane

Il complotto te lo sei inventato tu, il commento a cui hai risposto in maniera così assurdo era serio e parlava correttamente della realtà. In secondo luogo non è assolutamente vero che qualunque negozio ha sempre (intendevi solo, probabilmente) roba fresca, si trovano facilmente cose in prossimità di scadenza, a volte in sconto, o scadute. Tra l'altro, in questi anni, si è scoperto che alcuni supermercati italiani molto noti riciclavano roba vecchia e scaduta della gastronomia dandogli una seconda vita e fregandosene dei clienti. Ripeto, MOLTO NOTI.
Quello che hai detto non ha nessun senso, sembra che tu non sia un/una frequentatore/frequentatrice di supermercati e quindi credo che tu stia parlando di cose che non conosci. Per questo credevi fosse un complotto, perché non ti sembra verosimile ma purtroppo è la verità.

italba

Meno male. Stabilito che non si tratta di un "gomblotto" guarda che queste cose sono sempre esistite, solo che una volta i prodotti scaduti o quasi marci venivano venduti ai poveri o regalati a chi stava morendo di fame, con serissimi problemi igienici. Ora va molto meglio, qualunque negozio ha sempre roba fresca e igienicamente ineccepibile e va benissimo che sia così, non è proprio il caso di tornare ai vecchi tempi quando le gastroenteriti (o peggio) erano all'ordine del giorno. C'è ancora dello spreco? Certo che sì, ma lo si risolve solo con una migliore tecnologia. Comunicazione diretta tra produttori, grossisti e distributori, giacenze ridotte al minimo con ordini e consegne in tempo reale, diffusione dell'acquisto via internet e della consegna porta a porta, magari tramite sistemi robotizzati. Siamo nel 21# secolo, sarebbe ora di prenderne atto

Alexv

Infatti si sono accordati con gli ultimi due presidenti USA.

Luca Ghish Fragapane

Non fanno finta di metterla in vendita, la mettono in vendita. Per ovvi motivi, però, l'offerta supera spesso la domanda e quindi la roba invenduta che ha raggiunto la scadenza la buttano. Solo in pochi la danno ad associazioni di volontariato, la maggior parte e soprattutto se guardiamo il mondo e non solo il nostro sputo di terra, viene buttata.
Riguardo alla convenienza, i guadagni superano enormemente le perdite altrimenti non si accollerebbero la questione. Però a poco a poco, guardando le somme e soprattutto considerando anche i numeri del cibo buttato dai consumatori, si fanno numeri spaventosi e assurdi in un pianeta dove c'è sia la fame e che l'abbondante abbondanza.

italba

Buttano la roba danneggiata o scaduta, se non la mettono prima al 50% di sconto o la regalano alla Caritas. Cosa ci guadagnerebbe il proprietario di un supermarket a far finta di mettere in vendita prodotti che poi butterà? Credi che glieli regalino?

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