Lee JaeYong, leader di Samsung, uscirà di prigione venerdì prossimo, il 13 agosto, dopo che gli è stata garantita la libertà vigilata. Il manager, figlio del defunto Lee KunHee che dopo averla ereditata dal padre ha contribuito a rendere l'azienda coreana un colosso dell'elettronica e non solo, era stato condannato nel 2017 e poi ancora a inizio anno, quando è arrivata una sentenza definitiva a due anni e mezzo per corruzione, appropriazione indebita e falsa testimonianza in uno scandalo che ha coinvolto anche alcune importanti cariche dello stato, tra cui la presidente Park GeunHye.

Il caso è stato al centro di un lungo dibattito pubblico in Corea del Sud, con diverse parti della società civile che hanno preso le difese di Lee JaeYong, chiedendone la liberazione, e altre che invece hanno spinto perché ciò non avvenisse. L'Alta Corte di Seul ha oggi deciso di includere il suo nome tra gli 810 che venerdì verranno scarcerati in occasione del Giorno della Liberazione, la festa nazionale che celebra la fine dell'occupazione e del dominio giapponese sulla penisola coreana.

Il ministro della giustizia sud coreano, Park BeomKye, ha spiegato che "considerando il sovraffollamento delle strutture detentive del Paese, che sono vulnerabili alla diffusione delle malattie, e con l'idea di aiutare il superamento dell'attuale situazione economica, il numero di persone a cui è stata garantita la libertà vigilata, quest'anno sarà significativamente più alto". Nel 2020 lo stesso trattamento era stato offerto a 600 detenuti.

Le attuali leggi sud coreane non permetteranno a Lee JaeYong di tornare al lavoro e nemmeno gli daranno modo di lasciare il Paese, mentre qualora dovesse venir condannato per uno degli altri capi d'imputazione per cui è indagato, incluse presunte irregolarità durante la fusione tra Samsung C&T e Cheil Industries, la libertà vigilata potrebbe venir revocata.