
15 Febbraio 2023
Chi l'ha detto che i robot devono essere solo formati da metallo e silicio? Da anni i ricercatori sono impegnati nello sviluppo dei cosiddetti robot morbidi in cui determinati componenti non hanno una struttura rigida ma flessibile, capace di gestire ancor meglio l'interazione tra oggetti e ambiente. Per raggiungere l'obiettivo è necessario ricorrere ad appositi materiali: meno metallo sostituito da una sorta di tessuto che può espandersi o ritrarsi a seconda dell'aria compressa che lo attraversa. Uno dei problemi che limita l'impiego di questa tecnologia è che richiede un iter di sviluppo complesso con determinati passaggi da eseguire manualmente.
I ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT hanno messo a punto PneuAct, un nuovo metodo di progettazione in cui un software e un processo di lavorazione a maglia possono creare attuatori pneumatici morbidi dai numerosi impieghi:
PneuAct utilizza un processo di lavorazione a macchina, non dissimile dal lavoro a maglia con ago di plastica delle vostre nonne, ma questa macchina opera autonomamente.
Il software permette di indicare le zone elastiche, capacitive e sensibili alla pressione, quindi passa in automatico alla programmazione degli attuatori. Prima della fase di produzione, il ricercatore può visualizzare un'anteprima che mostra il movimento del robot. L'ultima fase viene compiuta in autonomia da una macchina tessile.
Riassumendo: attuatori flessibili, alimentati ad aria compressa, dotati di un filato conduttivo che permette alla macchina di percepire quello che tocca. Per dimostrare l'utilità pratica dei robot flessibili creati mediante PneuAct, i ricercatori hanno realizzato vari prototipi:
Più eloquente delle parole sono le immagini racchiuse nel filmato diffuso dagli studiosi, che documentano anche la possibilità di utilizzare questi attuatori pneumatici come ausilio nella fase di riabilitazione motoria (ved. il modello applicato al gomito).
Uno degli autori dello studio, Andrew Spielberg dell'Università di Harvard, sottolinea: Il nostro software è veloce, facile da usare e fornisce un'anteprima accurata dei progetti degli utenti. La semplificazione del metodo di produzione pone quindi le basi per una più massiccia diffusione di questa particolare categoria di robot.
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Commenti
Io invece li vedrei utili come protesi per le mani o per chi le ha ma è paralizzato.
Ok, dai commenti,incluso il mio, si capisce la difficoltà nell'immaginarne l'utilizzo oltre quanto scritto nell'articolo.
Io a Spongebob
https://www.youtube.com/watch?v=OnzkhQsmSag
https://media4.giphy.com/me...
Perfetti per ingannare le AI che riconoscono immagini
Interessante, li immagino però in applicazioni molto specialistiche in quanto un usi dove sono richiesti precisione, ripetibilità e risoluzione o payload elevati non mi sembrano adatti