
Mobile 08 Feb
Non ci sono segnali di schiarita per il mercato dei chip: lo ha confermato in una recente intervista il nuovo CEO di Qualcomm, Cristiano Amon, che a partire da giugno avrà il compito di condurre l'azienda in una difficile fase della sua lunga storia. Le ragioni non sono prettamente riconducibili a Qualcomm ma ad una congiuntura del mercato dei semiconduttori che sta producendo effetti negativi per tutti i soggetti della filiera: da chi deve produrre i chip, a chi li deve integrare in tantissimi prodotti di elettronica di consumo... e non solo.
Lo tsunami generato nel 2020 dalla pandemia sta infatti interessando indistintamente tutti i settori relativi a prodotti che in un modo o nell'altro utilizzano semiconduttori: sia quelli utilizzati in smartphone, console e schede video di ultima generazione, sia l'elettronica delle vetture. La carenza di chip determina una riduzione dei livelli produttivi - le aziende non hanno componenti sufficienti (si veda il caso di Tesla) - e la conseguente incapacità di soddisfare la domanda. Una situazione che impensierisce non poco Amon che sottolinea:
Se mi chiedessi "cosa ti tiene sveglio la notte" in questo momento è la crisi della catena di approvvigionamento che stiamo vivendo nel settore dei semiconduttori.
Ed è una crisi che non sembra essere destinata a risolversi a breve. Amon lo dice senza mezzi termini: probabilmente continuerà sino alla fine del 2021.
Un forte calo della domanda e un blocco della produzione all'inizio dell'emergenza sanitaria, seguiti da una marcata ripresa della domanda per quei dispositivi tecnologici che per necessità (si pensi a tutti i dispositivi per lo smart working e la didattica a distanza) o per diletto (dalle console ai PC e alle periferiche per videogiocatori) sono stati molto richiesti durante il primo lockdown e nei mesi successivi. Così si può sintetizzare la dinamica che ha messo in crisi il mercato dei chip nel 2020 e che ha colpito soprattutto i settori, come quello automobilistico, che seguono il modello della produzione just-in-time, che evitano cioè di accumulare scorte di magazzino optando per la produzione dei beni già venduti o che si prevede verranno venduti a breve. All'inizio della pandemia i produttori hanno bloccato gli ordinativi dei chip (anche quando le fonderie asiatiche erano tornate operative), salvo poi non poter più contare su un livello di fornitura adeguato per soddisfare la domanda.
Amon menziona anche l'articolata vicenda del ban di Huawei tra i fattori che hanno contribuito a determinare le difficoltà nel soddisfare la domanda di chip. Il provvedimento statunitense penalizza le vendite di smartphone del colosso cinese a livello mondiale e apre le porte ad altri marchi che possono così guadagnare quote di mercato. Intravedendo possibilità di crescita, brand rivali intensificano la produzione, per farlo hanno inevitabilmente bisogno di chip e quindi la domanda aumenta. Il nuovo numero uno di Qualcomm sottolinea al riguardo:
Se sommi tutti questi elementi insieme, ottieni un'incredibile crisi nella catena di approvvigionamento. Ha un impatto su ogni cosa e ovviamente condiziona anche gli smartphone.
La soluzione per rispondere alla crisi passa per due elementi: aumentare gli investimenti e consolidare la catena di approvvigionamento, ma sono processi che richiedono tempo. Per questo l'attuale situazione è destinata a durare almeno sino alla fine dell'anno.
Gli Stati Uniti possono avere un ruolo importante per sbloccare la situazione, ma non nell'immediato: esaminare la filiera di alcuni prodotti, come chip e batterie ad alta capacità, per individuare quali sono gli elementi che la condizionano è prioritario per Biden. Serviranno però almeno tre mesi solo per le valutazioni, e secondo le analisi di Qualcomm dai 12 ai 18 mesi per avviare la produzione di nuovi chip direttamente negli Stati Uniti.
Siamo molto bravi a progettare chip e ad implementare tecnologie con un ritmo di innovazione molto rapido. La produzione dei semiconduttori è un'esperienza completamente diversa. Cristiano Amon, Qualcomm.
Si parla di investimenti di miliardi di dollari e di nuovi impianti produttivi che è inverosimile pensare di creare dall'oggi al domani. Nel frattempo, la strada non può che passare per i rapporti con le fonderie asiatiche: Qualcomm, come la maggior parte di produttori di chip, si limita a progettare i componenti che vengono di fatto realizzati in Asia da colossi come Samsung e TSMC; questi ultimi dal canto loro stanno aumentando gli investimenti per l'anno in corso (tra i 25 e i 28 miliardi di dollari per TSMC).
Commenti
Esattamente, vai a vedere su eBay
Dipende da che 1060.
Ma ne vedo parecchie ben sopra i 200 euro nell'usato per arrivare anche oltre i 300 per alcuni specifici modelli.
Se davvero ti avanza è il momento di specularci un po' sopra. ;)
Cheers
In effetti la mia Rx480 la vedo nell'usato a quasi una volta e mezza quanto la pagai nel 2016!!
Mercato in totale delirio.
Cheers
Ho una 1060 6gb inutilizzata, volete dirmi che ci posso tirare fuori anche 250/300€ praticamente quanto l'ho pagata anni fa?
l'ultima che hai detto, è anche spiegato abbastanza chiaramente nell'articolo
Io sinceramente non ho ancora capito il motivo del perché mancano i chip.
Sono chiuse le fabbriche che li producono ?
Mancano le materie prime ?
C’è più domanda che produzione ?
senza considerare l'aumento dei prezzi...
Aggiungiamo un altro fattore alla equazione chip:
le cripto.
Già a fine 2017 con la fiammata avevamo avuto 6 mesi di scarsità.
Ora sono 6 mesi che continuano a macinare nuovi record e non sembrano volersi fermare.
E sono molto affamate di capacità di calcolo...
Usatone e passa la paura.
l'inflazione è destinata ad aumentare... e questo porterà inevitabilmente un rialzo dei tassi di interesse, e con quello, l'aumento del costo del debito, sia privato che pubblico... prevedo brutte cose per l'avvenire
La mia è una XFX da 4GB...ma già sarei contentissimo riuscissi a farci 180/200 onestamente!
Secondo me ci fai pure il doppio o quasi, io ho venduto la mia vecchia rx570 8GB Powercolor a €308 due settimane fa, era comunque in ottime condizioni e saliva molto in OC (1470MHz core @1110mV e 2250MHz mem @860mV)...
Se ha un modello Nitro+ / Pulse probabilmente sarà ancora più facile venderla.
La vendi Easy a 200/250
Lo sto notando anche io, è da giorni che sono alle prese con quotazioni per dei computer portatili, un disastro, configurazioni ad hoc con data di consegna che peggiora ogni giorno, alla fine oggi mi hanno detto "prendi quello che c'è e non rompere le 00", stesso discorso per le docking type-c, stesso modello di un anno fa che le recuperavo senza problemi oggi hanno la data prevista tra tre mesi. E' davvero un disastro!
come già detto da altri, il problema principale è l'ingorgo produttivo.
i prodotti vecchi si fanno in altre catene.
quasi quasi provo a rivendere la mia rx570, chissà che non riesca a rifarci i soldi che ci ho speso per acquistarla nuova..
Mah, anche quelle vanno prodotte e se non ci sono le materie prima conta poco se sono vecchie.
no producolo le vecchie che sono state fatte con PP vecchi le cui linee produttive non dismesse non sono sature come quelle dei processi più nuovi
Tutte le filiere produttive stanno ripartendo e i prezzi stanno schizzando alle stelle.
Vi porto una mia personale esperienza: stavo ordinando dei ballast elettromagnetici in Cina, si tratta in pratica di semplici avvolgimenti in rame.
Il prezzo negli ultimi anni è rimasto sostanzialmente stabile intorno a 6/7 dollari a pezzo.
L'ultimo ordine fatto a Ottobre aveva un prezzo così.
Il fornitore oggi mi ha mandato la nuova offerta: 9,50. Insomma un aumento di oltre il 30%.
Ovviamente questo si ripercuoterà sul prezzo dei nostri prodotti, e questo è solo uno dei mille componenti di cui è composta una delle nostre macchine. Anche il ferro e la lamiera stanno aumentando vertiginosamente.
State pronti, perchè dopo il 2020 della pandemia, sarà il 2021 degli sconquassi economici...
nVidia ha ricominciato la produzione delle gtx1050
che non ci sono schede video in giro e rimettono in vendita quelle vecchie
In che senso? Non sono aggiornato
si era capito già dal riciclo delle 1050.