Dopo l'annuncio di Switch modello OLED i rumor su Switch Pro si sono arrestati bruscamente. Ma solo per un periodo di tempo limitato: Bloomberg è tornata a parlare di software house che avrebbero già il kit di sviluppo col nuovo hardware ed è emerso un brevetto di Nintendo che descrive una tecnologia simile al DLSS (una feature che era attesa per il modello Pro).

In generale, se la realtà dice che per il colosso di Kyoto Switch va bene così com'è, con il modello OLED che cambia lo schermo e migliora alcuni altri aspetti marginali ma lascia le performance inalterata, nel pubblico resta grande fame per una versione potenziata della console ibrida. E questa fame continuerà a tenere alta l'attenzione sul tema fino all'annuncio: che arrivi tra uno, due o tre anni non importa.

Ma serve davvero una Switch Pro? Un parere sulla questione arriva oggi dalla software house Sabre Interactive, responsabile dei porting su Switch di giochi dal comparto tecnico decisamente impegnativo: stiamo parlando di The Witcher 3: Wild Hunt, Kingdom Come:Deliverance, Crysis Remastered, oltre che di World War Z in arrivo il 2 novembre. Il lead game designer Dmitry Grigorenko, in un'intervista rilasciata a Nintendo Everything, ha affermato che non c'è nessun bisogno, ora come ora, di una revisione che potenzi l'hardware:

Non credo che Switch abbia davvero così bisogno di una versione più potente. Sabre e molti altri studi di talento hanno già dimostrato che non è impossibile creare porting per Switch. Le console Nintendo non sono mai state una questione di hardware, ma hanno sempre messo l’accento su qualcosa che possa migliora l’esperienza di gioco, e non vediamo l'ora di vedere cosa verrà in futuro.

Secondo Grigorenko, insomma, le potenzialità di Switch sono già ora sufficienti a permettere la fattibilità di porting sulla carta difficili da realizzare come quelli affrontati da Saber Interactive, e nell'economia generale il successo di Switch - e delle future console Nintendo - è e resterà legato a fattori che esulano dallo stretto dato tecnico. E ovviamente Grigorenko approfitta con questo discorso dell'occasione per lodare il lavoro del proprio team.

Per una console ibrida, e dunque con una dimensioni portatile, ci sono altri fattori da tenere in conto: per esempio l'autonomia, che su Switch OLED è ottima, oppure la praticità d'uso - e in questo senso la ben più potente Steam Deck di Valve sembra per esempio ai limiti.

Tutto vero: e però è innegabile che, ad esempio, giocare al sequel di Breath of The Wild in arrivo il prossimo anno a 60 fps, invece di dover ingoiare il rospo di qualche calo di frame rate al di sotto dei 30 fps nelle aree più dense o nei combattimenti più concitati, sarebbe stato bello.

E non è un discorso che riguarda un freddo compiacimento per il dato tecnico, ma un miglioramento effettivo in termini di gameplay e divertimento. Senza contare che nei prossimi anni usciranno giochi pensati per la nuova generazione, e la possibilità di realizzare porting quindi si restringerà in maniera significativa.

Di sicuro, questo sì, da una Switch Pro o Switch 2 ci aspettiamo un salto in avanti nell'hardware ma anche e soprattutto qualche altra caratteristica unica che porti avanti la specificità della visione Nintendo: e alla fine sarà proprio questa capacità di offrire ancora una volta un'esperienza diversa dalla concorrenza a sancirne il successo.