Anteprima Paper Mario: The Origami King: che piega prende la saga?

09 Luglio 2020 7

Quando Nintendo, in un bel pomeriggio di metà maggio, ha mostrato a sorpresa il primo trailer di Paper Mario: The Origami King, ho reagito più o meno con la stessa compostezza con cui Pippo Inzaghi celebrava i suoi gol. La semplice esistenza di un nuovo capitolo della serie bastava a farmi contento, ma alla fine del trailer è arrivata un'altra bordata: 17 luglio. Non solo un nuovo Paper Mario era in lavorazione, ma era praticamente finito, stava arrivando.

Esiste una fetta di appassionati Nintendo per cui Paper Mario non è semplicemente un gioco tra tanti: ah, c'è anche lui. No, per alcuni - tra cui il sottoscritto - Paper Mario è uno di quei titoli che aspetti per tutta la generazione. Gli prepari il posto sulla mensola, ne parli al bar con gli amici appena filtra una mezza informazione, un'immagine. Per dissezionare un trailer può non bastare un pomeriggio. Insomma, sono un fan della serie, non ne faccio segreto.

Questo non mi renderà più morbido, ma semmai implacabile. E da fan della serie so qual è la prima domanda che è venuta in mente, dopo l'annuncio e il primo video, a tutti gli appassionati: come sarà il sistema di combattimento? Nintendo avrà commesso di nuovo gli stessi errori di Sticker Star per 3DS (2012) e Color Splash per Wii U (2016)? E poi c'è un'altra domanda che mi sarei fatto, ma questa negli ultimi giorni: la struttura è veramente open-world come alcune voci hanno riportato di recente? L'anteprima si occupa di rispondere proprio a queste domande, non temete.

Da non-fan di tante altre serie, però, so anche che queste righe saranno lette anche da chi di cosa sia Paper Mario non ha nessuna idea. E quindi nel primo paragrafo mi occuperò di fornire alcune coordinate minime sul genere di gioco di cui stiamo parlando e sulla storia. Anche perché l'embargo di Nintendo è stretto, e le cose di cui si può parlare sono poche e ben circostanziate.

GLI EVENTI PRENDONO UNA BRUTTA PIEGA | LA STORIA

Mario lo conoscete tutti. Perfetto: immaginate che un giorno precipiti in un GDR con uno stile grafico da libro pop-up. Ecco, vi siete fatti un'idea di cos'è la saga di Paper Mario, in soldoni - o monete. Una sorta di Final Fantasy ma coi Goomba e i Tipi Timidi che parlano invece di adolescenti logorroici. Molto meglio, no? Se non ne siete convinti, è perché non ci avete mai giocato: tutta l'attenzione che nei GDR tradizionali è dedicata alla trama, intesa come successione meccanica degl eventi, in Paper Mario è invece indirizzata alla scrittura.

I dialoghi sono ancora una volta assurdi, divertenti, sopra le righe, e soprattutto ben scritti - e come sempre, tradotti in maniera impeccabile. Alcuni fan piegare dalle risate, come un origami appunto: i doppi sensi sulla natura cartacea del mondo e dei personaggi non mancano. Il gioco inizia proprio con un'inquietante Peach piegata a regola d'arte che domanda a Mario se non voglia anche lui abbandonare la propria esistenza bidimensionale e unirsi all'esercito degli origami: ancora una volta, il nostro obiettivo sarà salvare la Principessa. E miriadi di Toad. E Bowser. E i Koopa. Un po' tutti, insomma.

Il nemico è Olly, il re degli Origami, e ad assisterci per tutto il corso dell'avventura ci sarà sua sorella Olivia. Le premesse narrative sono semplici, e il gioco lo sa bene: si tratta, come da tradizione Nintendo, di un pretesto per mettere in moto l'azione. Per fornire al giocatore un orizzonte di senso minimo, coerente e non invasivo, e poi lasciarlo divertire. Senza interromperlo ogni quattro minuti con una cut-scene di una bellissima maga bianca che piange le sorti del suo regno e parla per ore di cristalli magici.

GIRA LA RUOTA | IL BATTLE SYSTEM

Come dicevo, so bene cosa si sta chiedendo chi è affezionato alla saga: ci sono i punti esperienza? E oltre a Mario, controlleremo altri personaggi del nostro party? Che tradotto significa: è un episodio "classico", che va ad inserirsi nel filone del titolo originale e di quello successivo per Game Cube, Paper Mario E Il Portal Millenario, oppure insiste nel solco (o nella fossa) scavata da Color Splash e Stickers Star? La prima risposta è no, non ci sono i punti esperienza.

Il sistema di combattimento soffre allora le stesse problematiche delle iterazioni per Wii U e 3DS, e cioè la mancanza di un senso di progressione che giustifichi gli scontri? In questo caso, la risposta è un nì. Sul perché Nintendo abbia insistito su un combattimento a turni, ma senza punti esperienza e livelli, discuteremo più approfonditamente in sede di recensione. Poi ci sono i partner: nel corso del nostro vagare per il vasto mondo cartaceo, di mondo in mondo ci legheremo ad alcuni personaggi. Questi combatteranno con noi, ma in maniera automatica: sferreranno un loro attacco peculiare dopo che Mario avrà completato i suoi. Non potremo, quindi, controllarli direttamente, ma potremo strategicamente fare affidamento sulle loro mosse.

Sì, direte, ma come si combatte? L'idea che ha ispirato gli sviluppatori è quella di vedere Mario accerchiato da nemici che lo minacciano da più lati. Il nostro eroe baffuto si trova al centro di una pedana circolare, di cui può ruotare gli anelli, o far scorrere le file. Ogni battaglia si tramuta così in una sorta di puzzle ambientale: l'obiettivo è quello di allineare, nel numero di mosse consentite e entro il tempo limite, tutti i nemici presenti su questa sorta di cubo di Rubik spiaccicato, in modo da ottenere un bonus d'attacco. L'abilità del giocatore quindi sarà decisiva nel determinare la durata degli scontri e l'efficacia delle mosse.


Si tratta di un meccanismo più facile da giocare che raccontare: non è complicato come sembra, ma neanche immediato. La sua difficoltà intrinseca, però, avrebbe potuto respingere i giocatori più piccoli, per questo sarà possibile investire le migliaia e migliaia di monete che il gioco ci distribuisce generosamente per facilitare gli incontri. Come? Pagando profumatamente i Toad che abbiamo salvato durante l'avventura, e che quindi col passare delle ore diventeranno sempre più numerosi ed efficaci. Gli effetti del loro intervento dipenderanno dalla quantità di monete che saremo disposti a scucire, fino ad un massimo di 999.

Come al solito potremo contare su due diversi tipi di attacco, da scegliere a seconda della tipologia di nemici o del danno ad area che si vuole infliggere: il salto e la martellata. E potremo effettuarli avvalendoci di diversi tipi di scarpe e di martelli, che troveremo in giro per il mondo e che dopo un po' di utilizzo si romperanno: ma ne avremo sempre altri a disposizione. Se le cose dovessero complicarsi, possiamo sempre ricorrere a degli oggetti speciali, come il fiore di fuoco. Anche quando arriverà il momento di difendersi dagli assalti nemici dovremo restare attivi, effettuando col giusto tempismo delle parate per ridurre il danno ricevuto.

Potremo poi acquistare alcuni oggetti speciali, che una volta equipaggiati avranno effetti permanenti: ad esempio quello di aumentare il tempo a nostra disposizione per effettuare le mosse, di aumentare i danni inflitti dai colpi o diminuire quelli subiti. Discorso diverso per i boss, che mescolano le carte in tavola, ribaltando le gerarchie: sono loro a prendersi il centro della pedana, mentre Mario si trova ai margini e deve inventare un modo per raggiungerli e colpirli. Ma questo è materiale per la recensione.

OPEN WORLD O NO? | L'ESPLORAZIONE

Passiamo all'altra grande domanda: Paper Mario: The Origami King è un open world? No, e non vuole esserlo. Ma rispetto agli altri episodi della saga, sicuramente offre una maggiore ampiezza dei livelli di gioco, che invitano ad un'esplorazione più libera. E poi si tratta di un mondo interconnesso: durante l'esplorazione di un livello, infatti, troveremo sempre un modo (o più di uno) per tornare alla città principale, Borgo Toad, dove potremo rifornirci di nuovi strumenti, affrontare qualche quest, tornare a visitare uno dei livelli già visti in precedenza o fare una puntatina al Museo.


Nei trailer poi una particolare enfasi era posta sugli Arti Magni, una nuova gimmick cartacea che permette a Mario di usare delle - uhm - manone per interagire con alcuni elementi del mondo risolvendo puzzle e anche malmenando nemici. L'abilità non si potrà attivare liberamente, ma solo in presenza di alcuni punti specifici, ovvero le Piastrelle Manforte. Non si tratta di una meccanica particolarmente interessante: proprio per via del fatto che l'utilizzo di questa facoltà sia vincolata ad alcune condizioni specifiche, non è mai difficile capire cosa fare, né come eseguirlo.

Per controllare gli Arti Magni, di default, si usano i sensori di movimento integrati nei Joy-Con, il che restituisce un maggior senso di immersione. Tuttavia, è possibile disabilitarli: il sottoscritto ha giocato quasi interamente con Switch in modalità portatile, e dunque ha preferito usare gli analogici per non incartarsi. In realtà, il vero strumento cui è deputata l'esplorazione è il martello. Non fatevi scrupoli, e martellate tutto e tutti, specie i punti più sospetti: il segreto è sempre dietro l'angolo. E a proposito di segreti: ancora non è possibile svelarveli tutti, per quello servirà la recensione, tra qualche giorno. Per il momento da Borgo Toad è tutto, a voi la linea.

PARLIAMONE QUESTA SERA ALLE 21:30 SU TWITCH!

Nella diretta di questa sera sul canale Twitch di HDblog, alle ore 21:30, assieme al caro collega Gabriele Congiu torneremo, tra le altre cose, a parlarvi del gioco. Potrete farmi tutte le domande che volete: ma io non potrò darvi tutte le risposte. Quelle che non violeranno l'embargo imposto da Nintendo, però, sì, e volentieri. Vi aspettiamo. Dopo la recensione, poi, si potrà giocare a carte scoperte.


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Commenti

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Alien II

L'avrai provato a fondo, immagino, per dire che sia la solita minestra riscaldata e per definirlo "giochino".
Ripeto sei solo un troll poveraccio che non fa altro che scrivere le solite cose trite e ritrite.

Luca 343

Si prospetta un giocone!

Zer0

Tu di più a non renderti conto di come Nintendo ti prende in giro buttandoti la stessa minestra riscaldata. Si salva solo il lato artistico di questo giochino.

Alien II

Poveraccio quanto sei ridicolo.

Zer0

Che piega prende? Era un giochino da due soldi prima e lo é tutt'ora, perfetto per i più piccoli.

Francesco Bari

Li tiene i 20 frame al secondo?

Un 2D molto 3D.
:D

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