
Mobile 12 Apr
La SIM card ha compiuto 30 anni e nei suoi primi 3 decenni di vita ha cambiato faccia più volte. Persino ora, dopo un percorso così lungo, è alle porte di una nuova rivoluzione. L'aspetto più curioso dei primi 30 anni della SIM è proprio la sua capacità di adeguarsi al cambiamento dei tempi, mantenendo sempre invariato il suo ruolo all'interno del mondo delle comunicazioni mobili, un fatto assolutamente non scontato per qualsiasi tecnologia che viene proiettata in un arco temporale così lungo.
Il compleanno è avvenuto ieri, il 18 novembre, data che indica il trentesimo anniversario del debutto commerciale della SIM card, avvenuto nel 1991 in Finlandia. La card venne realizzata dall'azienda Giesecke+Devrient (G+D) per l'operatore Radiolinja (oggi Elisa) e permise per la prima volta di disporre di un sistema di autenticazione alla rete mobile completamente intercambiabile tra un cellulare e l'altro.
Il debutto nel 1991 è comunque solo l'ultima delle tappe che ne hanno portato alla diffusione commerciale, dal momento che il percorso della SIM card nasce addirittura nel 1968, con i primi brevetti depositati proprio da G+D. La tappa fondamentale successiva avvenne nel 1989, quando lo standard venne definito ufficialmente, prima di arrivare al lancio del 1991. Al tempo la SIM card aveva le dimensioni di una carta di credito, tuttavia la maggior parte di essa era composta da semplice materiale plastico, del tutto superfluo per il suo funzionamento.
Il cuore della SIM era - e continua ad esserlo - costituito da un piccolo chip in grado di contenere tutte le informazioni necessarie al cellulare per agganciare correttamente la rete telefonica e per identificare l'utente in maniera univoca. Questo ha permesso alla SIM di evolversi con il passare del tempo, adeguando la sua forma a quella dei cellulari sempre più compatti. Un altro passaggio storico è infatti quello del 1996, che portò dalle tradizionali SIM card a dimensione standard a quelle molto più piccole e compatte, le Mini-SIM.
La Mini-SIM ha dominato per tutta la seconda parte degli anni '90 e per il primo decennio del 2000; a conti fatti, metà della storia delle SIM è occupata proprio dal periodo delle Mini-SIM. Il cambiamento è stato più estetico che funzionale (anche se nel corso degli anni la tecnologia è migliorata grazie a SIM sempre più complesse, dai 16K ai 128K), in quanto anche le tradizionali SIM potevano essere ritagliate per adattarsi al nuovo formato. In questi anni - più precisamente alla fine degli anni '90 - arrivò anche lo standard SIM Toolkit, che permise di espanderne le funzionalità e aprire le porte al mobile banking e a tantissimi altri servizi.
Un aggiornamento curioso fu quello che avvenne nel passaggio da Mini a Micro-SIM, avvenuto ufficialmente nel 2010 in occasione del lancio del primo iPad e di iPhone 4, il primo smartphone a supportare questo standard. Anche in questo caso venne mantenuta piena compatibilità e la differenza principale era esclusivamente dimensionale, tuttavia è interessante constatare che la Micro-SIM venne prevista già nel 1998 e standardizzata nel 2003, ma rimase inutilizzata per ben 7 anni. Non si trattò certo del formato più fortunato, visto che ebbe vita davvero breve.
Passarono infatti appena 2 anni e già nel 2012 arrivò la Nano-SIM, il formato di SIM che ancora oggi tutti utilizziamo sui nostri smartphone. In questo caso il primo ad introdurla fu iPhone 5 e la diffusione di una card di dimensioni ancora più contenute permise di semplificarne l'utilizzo anche in tanti dispositivi al di fuori del mondo smartphone, come ad esempio i tanti piccoli dispositivi del mondo IoT. Ma il 2012 non è solo l'anno della Nano-SIM: è anche quello in cui ha cominciato a porre le sua basi il vero futuro dello standard, ovvero le eSIM integrate.
È infatti questo il prossimo passaggio fondamentale della storia della SIM, la sua più grande transizione di sempre. Il corpo fisico sta per essere lasciato alle spalle e già oggi diversi smartphone e molti operatori stanno supportando questa nuova versione della SIM. In realtà la componente fisica continua ad esistere, in quanto integrata all'interno degli smartphone che la supportano per poter garantire tutti i criteri di sicurezza da soddisfare per un componente cruciale come questo.
Sembra che la storia della SIM possa essere rappresentata come un cerchio destinato a tornare al punto di partenza, anche se con qualche piccola differenza. Torniamo infatti a parlare di dispositivi che non hanno più bisogno di una scheda esterna per contenere i dati dell'utente - come nei primi cellulari -, con la differenza però che questa volta sono facilmente riprogrammabili e spostare la propria utenza da uno smartphone all'altro è un processo molto semplice e rapido (ma non immediato come il cambio SIM).
La diffusione delle eSIM sarà però fondamentale nel prossimo futuro del mondo IoT, in quanto offrirà la possibilità di integrare la connettività di rete su dispositivi ancor più compatti - vista l'assenza del modulo Nano-SIM - e con consumi decisamente inferiori. Insomma, il futuro della SIM è destinato ad essere roseo ancora per moltissimi anni, grazie alla sua flessibilità che le permette di adeguarsi ai tempi che cambiano.
Commenti
Pagliacci, e rallentano anche la diffusione degli smart watch...
Star tac con batteria maggiorata. Che ricordi. Primo telefono personale, ero in terza media
Avuto, come lo startac. Quest'ultimo delle stesse dimensioni della scheda. Che miti
Paghi, il venditore della sim fa il cambio intestazione poi te la spedisce. Ovviamente gli mandi via scanner il tuo documento.
Come si fa tecnicamente a vendere un numero? È sufficiente dare il seriale della sim attuale su cui l'acquirente fa la portabilità?
No, erano operator locked.
Quando è nato il sistema GSM, si riteneva che non tutti avrebbero potuto permettersi l'acquisto di un telefono: allora c'era la possibilità di prendere queste Sim, che erano una sorta di carte telefoniche evolute, e di noleggiare un terminale all'occorrenza, oppure prenderlo in condivisione con altri: ciascuno aveva la sua carta, sulla quale erano memorizzati i suoi dati amministrativi ma anche la rubrica e i messaggi, cosicché il telefono GSM era quasi un'evoluzione del telefono pubblico.
Interessanti, in particolare, i telefoni Motorola, a cominciare dal mitico 8700, in cui la scheda, di dimensioni standard, si inseriva e si cambiava senza spegnere, tirando un'apposita linguetta.
Sicuramente non apri il carrellino in autonomia e sposti la sim dove vuoi in 3 secondi. Tu tocca perlomeno chiamare l'operatore per trasferire l'esim da un dispositivo all'altro.
Facendo finta che tutto fila liscio e il call center risponda subito, è comunque più scomodo.
Ci credo che quella fisica è attuale... Trovate un operatore che ti fa l'e-sim non è facile e i pochi che la fanno applicanon tra l'altro politiche ridicole atte solo a mettere i bastoni fra le ruote agli utilizzatori invece di semplificare la vita che è quello che le e-sim dovrebbero fare.
Quelli H3G erano sim locked un tempo, giusto?
Per alcuni sono pezzi da collezione. Considera che i 335,336,337,360 e 368 a 6 cifre non li trovi se fai una sim nuova. Fino a 10 anni fa li vendevano a prezzi ragionevoli. Ieri ho visto un 337 XXX XXX quindi un solo numero che si ripete a 8000 euro. Tra 20 anni varrà di più. E fidati che c'è gente che li compra. Il mio 360 ha 2 cifre che si ripetono e vale circa 1000 euro.
Scusate l'ignoranza. Perchè uno dovrebbe comprare un numero telefonico?
Con questo post mi hai fatto sentire vecchio ;-)
Si certo, non è una questione tecnica bensì un'imposizione dell'operatore. Nello specifico, io avevo letto che gli operatori se vuoi trasferire la eSim e non hai accesso al telefono dove è registrata (es: è rotto e non si accende, il software è in bootloop, ecc.) si facevano pagare per la procedura di trasferimento. Se invece hai una sim fisica basta estrarla e metterla in un altro telefono.
certo, certo, ma non parlavo di quello, bensì del trasferimento della e-sim da un telefono all'altro
In realtà anche con le esim puoi cambiare telefono tutte le volte che vuoi.
Se non è così non è un problema tecnico ma una scelta voluta dell'operatore.
Del resto anche le sim normali potrebbero essere tecnicamente agganciate ad un solo telefono senza possibilità di cambiare se il gestore volesse. In alcuni paesi esistono i telefoni sim locked.
Quindi non è un problema di tecnologia ma solo scelte politico-commerciali.
Lo fece con tutti i top di gamma saltando solo l'S4 mi pare.
Appunto. Ma il lavoratore lo preferiva ai telefoni fighetti.
te ne ho trovato uno, 33Y XXX XXX
6000 euro, vuoi il contatto?
bè il mio che uso dagli anni 90 è mooolto mnemonico prefisso a parte, ha solo 2 numeri che si ripetono, un vero TOP!
ne cercavo uno breve e mnemonico.
Se hai da vendere posso darti fino a 300 € per 336 top, fino a 1000 € per 337 top.
Come ti ho già scritto non ho d vendere, compro e basta. Tu hai da vendere?
c'è qualcosa a 6 cifre tipo 33x-abccdd ?
perchè? non lo vendo o ti serve per altro? non scambio top number, ma se ne hai da vendere dimmelo e ci accordiamo. cerco 336 e 337 tutti a 6 cifre.
intendo dire che può funzionare in altro smartphone purchè quest'ultimo abbia quella funzionalità
Forse le mie informazioni sono datate, ero rimasto che serviva il vecchio telefono funzionante, altrimenti il trasferimento si pagava... è cambiato il discorso?
scrivilo qui
Lo vuoi?
Palloso in senso di palla, non per altro.
;)
quello in foto è un pesce palla
Perchè? Con la eSIM ci sono ancora più ostacoli? Sarebbe alquanto paradossale
già all'epoca era una padella, c'erano cellulari più moderni e piccoli
numero?
anche la virtuale può essere trasferita basta avere il telefono adatto
Non la sapevo questa
Presi il mio primo cellulare a metà degli anni 90, un microtac vip 2 Motorola. Senza sim ovviamente, prefisso storico 360 e numero a 6 cifre che uso tutt'ora. Appena dismisero la rete tacs/etacs andai al negozio insip a prendere la sim e far inserire il numero. Siamo circa tra il 1995 e il 1997.
Eh lui era cameraman in effetti.. gli serviva. Poi dopo qualche anno presi anche io il mio primo cellulare, un modestissimo Telit Gm830
C'era anche l'adattatore con due sim. A seconda di come inserivi la scheda cambiavi numero.
Si, si inseriva come facciamo con i bancomat nei POS delle attività commerciali, in una feritoia
ce l ho.. 8700
Grande telefono. In tutti i sensi. L'8700/8900 era il mulo dei lavoratori, un'icona dei cellulari dell'epoca.
Mi ricordo quando veniva a pranzo mio zio con il suo motorola 8900 e la sim grande quanto una scheda telefonica che se non sbaglio si inseriva da sotto senza aprire il telefono
Perché hai preso una batteria non originale oppure una batteria originale ma troppo vecchia.
La batteria removibile non era solo utile per essere cambiata a fine ciclo ma anche per avere una seconda batteria di scorta magari più capiente.
Adoravo per questo Samsung che forniva una batteria più capiente con "coperchio" magiorato. Così si poteva scegliere se uscire con telefono più compatto ma con batteria minore oppure più pesante ma batteria maggiore.
L'ultimo fu l'S5 se non ricordo male.
https://media4.giphy.com/me...
all'inizio questa cosa scocciava pure me, poi ho ricomprato la batteria estraibile e gli ho allungato la vita di 6 mesi (a calci), ho capito che non serviva a niente
immagina che dica:
SIM... SIM... SIM...
hahahaahhaa
poi mi piaceva l'idea di concordare con tutto quanto scritto in questo articolo anche circa il futuro della SIM! :)