Riconoscimento facciale, moratoria approvata fino a fine 2023

09 Dicembre 2021 5

In Italia per i prossimi due anni i sistemi di videosorveglianza con il riconoscimento del volto integrato saranno pesantemente limitati: i cittadini privati non potranno installarli in nessuna circostanza in luoghi pubblici o aperti al pubblico (per esempio negozi, cartelloni pubblicitari, mezzi di trasporto di massa, cinema o palestre), mentre gli enti pubblici come i comuni dovranno ricevere un'autorizzazione esplicita dal Garante della Privacy.

È questo, in estrema sintesi, il contenuto principale dell'emendamento al Decreto Capienze presentato dal Partito Democratico negli scorsi giorni. Se sarà approvato, di fatto i sistemi di riconoscimento del volto saranno banditi in Italia fino alla fine del 2023 al massimo; in questa finestra temporale sarà studiata una legge apposita per regolamentare a dovere questo tipo di tecnologia, evitando, almeno si spera, abusi e violazioni della privacy.

Sono previste delle eccezioni: oltre ai già citati comuni, che dovranno comunque richiedere autorizzazioni speciali al Garante della Privacy (finora tutte le richieste sono state rifiutate, comunque; già da un paio d'anni, con il primo caso del comune di Como), anche le autorità giudiziarie potranno installare sistemi di sorveglianza con riconoscimento del volto, e senza particolari trafile burocratiche, se ritengono che potrebbero essere utili per lo svolgimento di un'indagine.

Proprio da queste eccezioni nascono le proteste di alcune associazioni di attivisti, secondo cui pubblici ministeri e autorità di polizia giudiziaria potrebbero usare i sistemi in modi troppo invasivi: per esempio, un indagato potrebbe attraversare una piazza con centinaia di persone completamente estranee ai fatti ma i cui dati biometrici sarebbero comunque rastrellati indiscriminatamente. Peggio ancora, il codice di procedura penale non contiene alcun riferimento a questi sistemi, quindi le autorità avrebbero più o meno carta bianca. È giusto segnalare per contesto che comunque anche in queste circostanze il Garante della Privacy era intervenuto per bloccare operazioni di polizia che impiegavano questi sistemi.

L'Italia, osserva il deputato del PD Filippo Sensi che ha presentato l'emendamento, compie quindi un primo passo verso la regolamentazione di questa discussa tecnologia anche in anticipo rispetto all'Unione Europea. La prima bozza di una legge UE è stata presentata lo scorso aprile, e regolamenta più in generale tutti gli aspetti dei software a intelligenza artificiale. Intanto anche diverse società private se ne stanno in certi casi allontanando, vista anche la crescita delle critiche pubbliche; per esempio Facebook ha deciso di rimuovere del tutto le "tag suggestions", anche se continuerà a servirsi della tecnologia in ambiti come quello della realtà virtuale/mista/metaverso.


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Commenti

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Lurker

Ma la testa presa per pallone?
Riconoscimento sferico?

T. P.

alla via, così! [cit.]

Alexv

Un buon motivo per mettere la mascherina all'aperto.

WauMau
PilloPallo

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