
Articolo 16 Set
Continua il fuoco incrociato contro Facebook: la creatura di Mark Zuckerberg sta ricevendo il più pesante attacco mediatico sin dai tempi di Cambridge Analytica, da quando i cosiddetti Facebook Papers sono finiti nelle mani delle principali testate statunitensi.
Oltre 10.000 pagine contenenti documenti di vario tipo relativi alla gestione di Facebook, incluse diverse prove riguardo i dubbi dei dipendenti nei confronti dell'efficacia del social nel contrastare l'incitamento alla violenza, o testimonianze di alcuni casi in cui post controversi di personaggi pubblici non sono stati moderati anche a fronte di gravi infrazioni delle politiche della piattaforma.
Una situazione, quella di Facebook, davvero preoccupante, in quanto è ormai chiaro come l'azienda soffra di gravi problemi di comunicazione al suo interno; da una parte un gruppo di dipendenti consci delle problematiche del social e delle sue implicazioni sulla società, dall'altra una dirigenza che sceglie di ignorare i vari segnali d'allarme per perseguire politiche indirizzate esclusivamente al profitto.
Il caso della Haugen è stato quindi la scintilla che ha dato il via ad una reazione a catena ormai inarrestabile, dalla quale Facebook sta uscendo peggio che in passato - comprensibile quindi la volontà di cambiare nome all'azienda madre -; la fiducia persa negli anni appare sempre più irrecuperabile e i tanti articoli emersi nelle ultime ore - si conta che 17 testate hanno pubblicato nelle ultime ore qualcosa di relativo ai Facebook Papers - non fanno che minarla ulteriormente e rendere il brand sempre più scomodo e inaffidabile.
Tra le testate che guidano l'attacco a Facebook troviamo The New York Times, The Washington Post, The Wall Street Journal, Bloomberg, NBC News, The Associated Press, The Verge, Politico, CNN, CNBC, Wired e molte altre. I temi trattati sono i più vari, dai fatti che hanno portato alla rivolta di Capitol Hill, sino alla poca efficacia degli algoritmi adottati per prevenire l'incitamento all'odio (tra cui i problemi in India) e molto altro.
In generale, il problema principale che emerge è l'incapacità di Facebook nel saper bilanciare il rapporto tra la ricerca del profitto e le sue responsabilità sociali, unita alla minimizzazione dei problemi intrinsechi della piattaforma da parte dei suoi principali rappresentanti.
Commenti
è l'inizio della fine
In Italia mi sembra comprensibile trovi articoli con errori di battitura e tempi verbali sbagliati...
Avete dimenticato di citare tra le testate anche HDBlog :)
in tutta sincerità? Meglio i giornalai campanilisti e clickbattari che quel cancro mondiale che è FB
Mah… all’estero i giornali continuano a vendere un bel po’ (ovviamente con un po’ di diminuzione, certo): se in Italia il “giornalismo” dal 1992 sia diventato spazzatura è un altro paio di maniche.
Già il resto d’Europa sta messo meglio, per arrivare al Giappone che sono una cosa pazzesca: i primi 5 giornali nazionali soltanto vendono quotidianamente 40 MILIONI di copie di tutti i tipi (e sono in “declino”!), con il principale quotidiano che vende quasi 10 (DIECI) MILIONI di copie al giorno.
L’informazione giapponese è qualcosa di unico… bisogna puntare a ciò.
Ma dove? In quale modo Facebook toglierebbe denaro e potere ai giornali se al contrario è una gigantesca vetrina?
E' ormai chiaro che la carta stampata è in guerra con Facebook per interessi di bottega, il successo dei social sta infatti togliendo denaro e potere ai giornali, ecco quindi che il bue dà del cornuto all'asino!