
29 Novembre 2021
09 Settembre 2021 33
Le testate giornalistiche sono responsabili dei commenti pubblicati dagli utenti sotto agli articoli che condividono su Facebook e altri social: l'ha deciso la High Court australiana, la corte più alta del sistema giuridico, in una sentenza che sta facendo molto discutere. La vicenda giudiziaria che ha portato alla sentenza risale al 2016, quando i giornali avevano pubblicato la foto di un ragazzo, Dylan Voller, incappucciato e legato a una sedia. Voller in quel periodo era detenuto in un carcere minorile.
Quando fu scarcerato, Voller denunciò i principali media australiani, tra cui il Sydney Morning Herald di Rupert Murdoch, per i commenti diffamatori nei suoi confronti scritti dagli utenti dei social sotto alla sua foto. In prima istanza il tribunale aveva dato ragione a Voller; i giornali hanno fatto ricorso e neanche il tribunale di appello aveva ribaltato la sentenza. Con l'intervento della Corte Suprema la decisione è definitiva: la motivazione è che i giornali hanno facilitato la pubblicazione dei commenti, e quindi sono responsabili. Accertata la responsabilità nella pubblicazione, ora va stabilito se Voller è stato effettivamente diffamato; se ne occuperà la Corte Suprema del New South Wales.
Judgment has been delivered in Fairfax Media Publications Pty Ltd v Voller; Nationwide News Pty Ltd v Voller; Australian News Channel Pty Ltd v Voller https://t.co/IgB9yBy3fx https://t.co/OfQnAp6C0b
— High Court of Australia (@HighCourtofAus) September 8, 2021
La sentenza non è stata unanime, ma con ampio margine a favore: 5 contro 2. Si crea un precedente molto importante per tutte le testate giornalistiche - sia cartecee sia video: News Corp ha commentato la sentenza dicendo che urge una riforma della legge che risolva questa anomalia e che allinei l'Australia con le democrazie occidentali. Le implicazioni sono profonde anche per le piattaforme social, che di fatto possono tirarsi fuori dal dibattito sulla moderazione dei contenuti online.
La sentenza della High Court genera domande molto importanti: la responsabilità dei commenti sotto a un post sui social ricade su chi l'ha pubblicata solo nel caso delle testate giornalistiche o in qualsiasi caso? Ogni utente dei social è legalmente perseguibile per ogni commento scritto da altri sotto ai propri post? Come si delimita un confine?
Molte delle piattaforme più diffuse, Facebook inclusa, hanno recentemente iniziato a permettere a chi pubblica contenuti di disabilitare i commenti. Diventerà questa la nuova normalità - almeno in Australia?
Commenti
Bello, posso commentare ciò che voglio e non daranno nemmeno la colpa a me. Approvo
sono molto avanti quelli di libero :), evidentemente non ci vogliono dire qualcosa tipo quando nella finale dei 100mt di Tokio insinuavano che Jacobs sapesse della falsa partenza dell' inglese :)
Cosa? Quella che scambia i neri per primati nei video?
Ed adesso, come ho cercato di spiegare a chi si esagitava ai tempi della bega Twitter/Trump gridando alla "censura" ai giornali converrà non far commentare o moderare preventivamente i commenti per legge avendo esattamente la censura reale.
Piccioni.
Non esagerare, è opportuno distinguere tra testate giornalistiche presenti sui social e comuni iscritti, le testate giornalistiche possono ritenersi responsabili dei commenti degli iscritti perché per loro si può considerare valida la diffamazione a mezzo stampa in quanto la testata giornalistiva avvalora il commento, per i commenti dei post dei semplici iscritti invece non mi pare opportuno considerare responsabili i social.
hai collegato un sito italiano a un provvdimento valido in australia?
Ok, adesso ripetilo in australiano
Gli altri invece onesti, eh!
Wow, almeno abbiamo la soddisfazione di non avere i magistrati più id... del mondo (non che non si classifichino, bene ma questi li battono)
Disabilitare i commenti come nelle notizie sponsorizzate per evitare accuse di marchette?
di entrambi, di chi la scrive e di chi permette che vengano scritti e non modera
Come scrivevo sopra, l'INGIURIA era penale fino al 2015 o 2016... poi è stata depenalizzata -credo- anche per evitare un sacco di procedimenti penali nei social (è una battuta! :-D , ma a pensar male...)
è cambiata di recente allora, qualche anno fa era divero
Secondo me potrebbe anche cancellare qualunque cosa, se poi è in malafede o fa strafalcioni ne risente la sua credibilità, una moderazione equa penso sia riconoscibile ed apprezzata
Un po' come la chat di Twitch è responsabilità dello streamer (poi si può discutere su cosa effettivamente debbano cancellare)
Non so quale sarà la strada maestra da percorrere, magari una procedura che prevede richiami ripetuti prima di una sanzione, ma sono d'accordo ormai che l'account che consente i commenti pubblici debba prendersi la responsabilità di ciò che viene postato eliminando e bannando. Troppo comodo godere quando arrivano like, follower e iscritti e fregarsene di ciò che viene scritto
I giornali sono i primi a diffondere fakenews poi usano il.web per scaricare le proprie responsabilità. Azzano le persone ad essere animose ma poi danno la colpa al web.
Lo fanno sia giornali di destra e sinistra.
e invece di quei siti dove per pubblicare un commento (lo stesso Disqus) deve prima passare al vaglio dell'amministratore?
Visto che leggo un po' di confusione, ricapitolo un po' di terminologia "legalese"
Esempio ABC: il "personaggio X" (dal politico, all'attore, alla semplice persona) scrive un post su un argomento e gli rispondono sotto con post di replica tipo "sei un ******!", è INGIURIA, ex art 594 cp ormai depenalizzato e ricondotto nella sfera civilistica.
La DIFFAMAZIONE si configura quando un soggetto offende l’altrui reputazione in assenza della persona offesa e in presenza di almeno altre due persone. (art 595 cp)
Quindi, ribadendo, se sui social tu scrivi un post di risposta ad una ics persona con scritto "sei un *****" non è "diffamazione" (e nemmeno calunnia che è altra cosa ancora), ma -appunto- ingiuria.
In sede civile, per INGIURIA la vittima può quindi richiedere l’indennizzo ma non il risarcimento dei danni.
Il reato di diffamazione invece consente anche l'eventuale ottenimeto del risarcimento danni.
Per CALUNNIA (art 368 cp) si intende il comportamento teso a incolpare di reato un soggetto innocente tramite la denuncia alle autorità giudiziarie. Inoltre, si ha calunnia anche quando una persona simula a carico di un’altra le tracce di un reato.
Per la DIFFAMAZIONE serve la denuncia di parte mentre per la CALUNNIA si può procedere anche d'ufficio.
Per l'INGIURIA serve pure la denuncia di parte.
Questo perchè spesso, nel parlare comune, le terminologie vengono usate "male" sovrapponendole o sostituendole...
E sempre che nell'ultimo decennio non siano cambiate altre norme (la depenalizzazione dell'ingiuria è del 2015 o 16, non ricordo esattamente).
Credo tu ti confonda con l'ingiuria, ex art 594 cp ormai depenalizzato e ricondotto nella sfera civilistica
La diffamazione si configura quando un soggetto offende l’altrui reputazione in assenza della persona offesa e in presenza di almeno altre due persone. (art 595 cp)
Quando sui social tu scrivi un post di risposta ad una ics persona con scritto "sei un *****" non è "diffamazione" (e nemmeno calunnia che è altra cosa ancora), ma -appunto- ingiuria.
In sede civile, la vittima può quindi richiedere l’indennizzo ma non il risarcimento dei danni.
direi prima di iniziare con un numero di moderatori adeguato e nel mentre sviluppare un IA.
a vedere certi siti italiani (giornali principalmente) sembra sia un solo poveraccio a leggere migliaia di commenti
Che brutto un social dove non si può commentare...
Certo, perché ha dimostrato svariate volte di funzionare, sei un genio
Ma affidare il lavoro alla AI?
Follia pura
Basta! sono stufo della dieta del popcorn!
Grammaticalmente parlando?
Si.
;)
Tra l'altro la diffamazione via social per la legge italiana è uguale a quella mezzo stampa, punibile come reato penale.
I giornali italiani hanno tanto da imparare da quelli stranieri..
mi sa che fai un po' confusione, la censura è un'altra cosa, si parla di diffamazione e di come ormai ognuno pensa che sparare ogni cax_xata sia una sua libertà, anche offendendo altre persone.
In questo caso si parla di una persona famosa, ma ho avuto modo di vivere vicino una cosa simile, con commenti assolutamente fuori luogo riguardo ad un fatto avvenuto, andando pure ad augurare il peggio (senza alcun motivo).
Qualcuno deve prendersi la responsabilità, i siti fanno i soldi con i nostri click, più ce ne sono e più ne fanno, fare finta di niente solo perché aumenta la visibilità e poi cadere dal pero è abbastanza ipocrita. Anche perché andare a ricercare ogni singolo utente ed agire legalmente su di esso è un'iter che non so neanche cosa possa dare in cambio, se si arriva ad un risultato.
che bella la censura mondiale