
06 Settembre 2023
03 Settembre 2021 87
"Nuova normalità": così la definiscono alcuni questa fase "post" pandemica (anche se non siamo ancora a quel punto, purtroppo), fatta di videoconferenze da casa (con webcam accesa o meno, c'è differenza), smart working multi-tasking (con baby-sitting incluso) e "visite" in ufficio cadenzate con giorni in cui l'ufficio altro non è che la nostra camera da letto (lavoro ibrido, lo chiamano). Insomma, durante questo periodo anche il nostro rapporto con il lavoro è decisamente cambiato, e c'è chi ha ipotizzato che da qui siano emerse nuove tipologie di lavoratori.
É Poly ad aver condotto un interessante quanto curioso studio sul tema, identificando sei tipologie diverse di dipendenti che, stando ai dati elaborati, rappresenterebbero addirittura il 92% dei profili generalmente esistenti all'interno delle aziende. E il rimanente 8% resta fuori solo perché riguarda profili lavorativi che non necessitano di tecnologia e di strumenti di comunicazione avanzati.
Preferisce l'ufficio come luogo di lavoro, e considera la collaborazione una priorità. Usa la tecnologia senza problemi, spesso in ambienti rumorosi come gli open space: sono in media 3,8 i diversi dispositivi impiegati per svolgere le attività, tra cui il computer (52%), lo smartphone (20%) e il telefono fisso (13%). A questa tipologia appartiene il 27% dei lavoratori all'interno di un'azienda, ma questa percentuale è destinata a diminuire nei prossimi anni per la sempre maggior diffusione dello smart working e del lavoro ibrido.
Classico esempio di lavoro ibrido: ogni tanto dall'ufficio, ogni tanto da casa, ogni tanto in viaggio. É la tipologia di lavoratore che più necessita di (più) strumenti tecnologici per poter rimanere connesso, sia da remoto che in presenza. Il rischio è perdersi dei pezzi, ovvero non instaurare un rapporto collaborativo continuo con i propri colleghi, fatto che potrebbe portarlo a non accedere a tutte le informazioni necessarie per la sua attività. Il 20% dei lavoratori di un'azienda rientra (in media) in questa categoria.
La casa è il suo ufficio. Incontra pochi colleghi, e necessita di tutti i dispositivi e i mezzi per essere connesso. Ora rappresenta il 15% del totale in media per azienda, ma il futuro sembra andare in questa direzione.
É il classico lavoratore da scrivania in ufficio, quello che usa prevalentemente il telefono fisso e che più ha sofferto per i cambiamenti di quest'ultimo periodo. 13 lavoratori su 100 appartengono a questa categoria all'interno di un'azienda.
Il manager è sempre connesso perché deve avere sempre tutto sotto controllo. Usa la tecnologia ma lo infastidiscono le distrazioni, le interruzioni e il rumore di fondo. Necessita di soluzioni tech avanzate, e rappresenta all'interno di un'azienda (in media) il 12% del personale.
La denominazione rende bene l'idea: è il tipo di lavoratore (5% nelle aziende, sempre in media) sempre in movimento, che passa la metà (o più) del tempo spostandosi da un luogo all'altro. Le soluzioni migliori per lavorare sono quelle portatili e, soprattutto, sempre connesse.
Commenti
Ti invidio non poco. Da me appena c'è stata la possibilità di rientro è stata colta.
Beato te...saranno persone lungimiranti; non c'è che dire
Sono d’accordo con te. Viaggio con il doppio monitor portatile e cerco sempre un posto con una stanza dedicata al lavoro. Inoltre uso DaaS e quindi non ho nulla sul mio portatile e una connessione a 1Gb a disposizione.
Gli unici miei colleghi che vogliono tornare in ufficio sono quelli che a casa hanno moglie/figli/genitori/vicini che rompono i maroni.
Se poi uno c*zzeggia, ci metti ben poco a sgamarlo. Basta controllare cosa consegna.
lui aspetta che la sedia e i supporti dei monitor siano pagati dall'azienda, sarà uno statale ( beato lui )
E poi a fine settimana/mese cosa consegni?
Hanno aumentato il fatturato semplicemente perché le web agency, se con buoni contatti, hanno ricevuto più commesse per via del boom di pubblicità su web e social durante la pandemia.
Fonte: faccio il motion designer e durante la pandemia avevo il telefono in fiamme dalle richieste.
nella realtà non è così, tutti hanno vincoli almeno per quanto riguarda l'orario... non è che se uno vuole lavorare di notte può farlo
ma quello non è lavoro in smart working, è un lavoro da libero professionista, non da dipendente di un'azienda... quello del libero professionista è sempre esistito, non c'entra assolutamente nulla con lo smart working
Il Re dell'asfalto https://uploads.disquscdn.c...
non hai capito ma non fa niente. Ciao e buona serata
Nulla, vuol dire non saper scrivere
Poi mi spiegherete come fate a essere più produttivi con rumori esterni, sotto la luce del sole, fissando uno schermo magari da 13 pollici. Io lavoro in remoto ma ho il mio setup a doppio schermo 39 pollici, la mia tastiera meccanica, aria condizionata, porta insonorizzata, microfono a condensatore a diaframma largo e luce studiata per non generare nessun riflesso sullo schermo. A me sembrano tanto cose da poser per instagram ma tant'è. In Europa già solo per il GDPR non è che si potrebbero fare call con dati sensibili così, ovunque ci si trova, il DPO aziendale dovrebbe caldamente sconsigliarlo. Senza parlare dei furti di dati. Voi forse sarete una piccola realtà ma da me richiedono certificati di sicurezza di alto livello. Poi per carità, as soon as you deliver.... Ma permettimi il sopracciglio lo alzo, un pò come il ciclista che mi dice che senza una ruota va più veloce. Possibile, non banale.
Quelli si chiamano statali non socializzatori
Ho riletto 4 volte il titolo sperando di capire cosa volesse dire
Non è per tutti i ruoli, apriti uno studio VFX e vai a spiegare a uno come fare il rotoscoping. Purtroppo ci sono ambienti in cui questo mantra non funziona. L'intrattenimento in generale ad esempio.
Lavoro in una web Agency di 15 persone a Milano di proprietà di un italiano.
Non ha senso essere pro o contro lo smartworking.
Semplicemente lo smartworking non è per tutti.
Ovviamente non ha senso una situazione come l'anno scorso quando lo stato ha messo in smartworking i custodi dei musei, i bidelli, gli addetti allo sportello dei comuni.
Ma per molte aziende IT era una realtà già da prima.
"una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività lavorativa."
Cit. Wikipedia
Beh puoi decidere se fare le tue 8 ore necessarie dalle 9 alle 18 o dalle 12 alle 21.
Risparmi almeno un ora di mezzi.
Non hai obbligo di location, quindi posso andare al mare, stare 2 ore al mare e poi cominciare...
Sembra parecchio smart anche con gli obbiettivi da rispettare.
Domanda: lavori in una multinazionale o comunque in una grande azienda? magari con proprietari stranieri?
Per esperienza, qui in Lombardia, molti manco sanno pronunciarla quella parola; figurati metterla in atto.
Guarda nella mia azienda siamo tutti in smart da febbraio 2020 e il fatturato è salito notevolmente. Certo c'è stato qualche caso di qualcuno che ha perso tempo inutilmente, ma episodi trascurabili.
Non generalizziamo sempre prendendo a campione i casi peggiori.
Nelle grandi aziende può essere ma nei piccoli studi, come dove lavoro io, lo smartworking è inconcepibile.
Già è difficile far combaciare le richieste del titolare ultra sessantenne con l'esecuzione materiale della progettazione (lui ai suoi tempi tirava due righe su un foglio di carta; ora vogliono progettazioni impiantistiche 3D nelle quali ti controllano anche le staffature dei tubi) figuriamoci fargli comprendere lo smartworking.
Per non parlare delle "call" a cui deve costantemente partecipare, nelle quali non è in grado di entrare nemmeno dopo la 99esima volta che glielo spieghi.
Pensioni anticipate e fateci vivere vi prego! ahahaha
Anche a casa mia non lo era. Dopo 3 giorni di lavoro da remoto ho preso il supporto per il mac, la sedia corretta e in un attimo era ergonomica come quella a lavoro...
Nella mia azienda siamo tutti in full remote da febbraio 2020 e nessuno ci ha neanche comunicato una data di rientro. Hanno visto l'incremento di fatturato con lo smart working e se ne sono fatti una ragione.
Quindi magari non tutti ma anche in Italia sta cambiando molto.
Ho passato anche io i periodi a lavorare 18 ore al giorno, ma sempre in remoto e spesso non da casa. Poi nel tempo ho imparato ad essere più produttivo trovando un equilibrio e capendo come funziona la mente. Le idee migliori le ho avute sotto la doccia. ( cerca su google 'shower thinking' ) o spesso camminando.
E' vero, ho molte persone che lavorano per me e molte non le ho neanche mai viste in faccia. Cerco però di insegnargli ad essere efficienti, non a misurare il lavoro con un orologio. Ma non è per tutti.
Se è così per te significa semplicemente che il tuo capo, ad un certo punto, ti parlerà degli scarsi risultati che stai portando. Potrai dare la colpa allo smart working, ma sarebbe come dire "No avvocato, la colpa è della pistola. Ha sparato da sola".
È un circolo vizioso. Chi non fa niente in smart working trova semplicemente terreno fertile: un datore di lavoro che non lavora a sua volta. Un capo attento, non necessariamente pressante, ti dà lo stimolo a lavorare bene.
Uno che scrive "boomer" ha probabilmente 17 anni e non ha ancora veramente lavorato un giorno in vita sua. Fa quasi tenerezza.
Sulla mia pellaccia ho anche imparato che l'ergonomia della postazione di lavoro è fondamentale. A casa mia, la postazione non è comfortevole e lavoro da remoto solo quando non risesco ad andare in ufficio
Beh, questo vale per te e dovresti rivedere la tua etica del lavoro. Io alla fine del mese guardo i risultati: se un mio tecnico non li porta, lo chiamo e ne parliamo. In caso di recidiva posso fargli fare un periodo in sede per capire se lo smart work sia la causa. Alla fine hanno sempre capito che scarseggiare non conviene, altrimenti siamo costretti a richiamarli in ufficio. Sono tornati tutti a livelli qualitativi eccellenti. Che poi è capitato un paio di volte eh, neanche così tante.
Queste sono palle da Silicon Valley quindi ti credo che sei li. Ho conosciuto uno dei più grandi animatori VFX viventi, per dirti partecipò al primo LOTR, passò tutte le ferie natalizie a lavorare 18 ore al giorno. Non è la qualità, è il settore, il contesto, il ruolo. Tu banalmente ti fai il bagno perché hai chi lavora per te.
https://uploads.disquscdn.c...
vero, anche io faccio video tecnici: faccio andare un dispositivo, ottengo il risultato e lo passo al montaggio.
Beh, dipende dal genere di contenuti. Per molti non serve nemmeno la finestra
che poi non è esatta come cosa: lo youtuber deve andare in giro a fare video, mica li fa dalla finestra?
FUN FACT:
A: Io lavoro da casa, sono molto più efficiente e a fine giornata, rilassato.
HDBlog community: Bravo. Diglielo a questi boomer che non capiscono nulla! Che lavoro fai?
A: Sono uno Youtuber.
HDBlog community: Trovati un lavoro vero, Buffone! Nei campi ti manderei a lavorare!
hahaha, magari! Ma sarei andato nell'est europa
Non ha tempo per noi boomer (per lui si è automaticamente boomer nel momento in cui non si trolla).
ma magari fosse la nuova normalità... non cambierà mai nulla in ItaGlia
se fossi il suo datore gli direi: vuoi anche il tappeto rosso? o vieni in ufficio o te ne vai proprio
Vediamo se va bene il sito del Ministero del Lavoro:
<< Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività. >
cmq non ho tempo da perdere con un boomer... adieu
lavori nel porno quindi
hai studiato al cepu eh?
https://media2.giphy.com/me...
"da remoto e re dell'asfalto" è una frase senza senso
ah beh wikipedia.... ahahhahahahahahaha
Sono d'accordo con te che nel pubblico è molto più difficile e "politica" la cosa, ma l'inserimento di richieste di task specifiche e puntuali permette un monitoraggio molto più attento, rispetto a non avere nulla.
Non saranno KPI, ma è uno strumento di monitoraggio di come stanno andando le cose (quanti ticket sono stati ricevuti, evasi, tempistiche medie).
O comunque un qualche altro strumento di monitoraggio di obiettivi.
Probabilmente nel pubblico comunque risolvi poco per altri motivi, ma nel privato è essenziale per uno smart working "monitorato".
beh può sempre lamentarsi e chiedere un aumento di stipendio poiché stando a casa deve pagare di tasca sua internet e rincari bollette.