
10 Settembre 2021
Lo smart working in Italia si è già sgonfiato (o forse non è mai troppo decollato). La conferma arriva dal Rapporto annuale ISTAT 2021 (link in FONTE) che ha rilevato un picco di lavoro in remoto solo nel secondo trimestre 2020: ai tempi in pieno lockdown si è arrivati a 4,5 milioni di lavoratori. Se però si calcola la media dell'anno si scopre che la percentuale è stata solo del 14%, ovvero poco più di 3 milioni di lavoratori.
Come riporta oggi il quotidiano Domani di Stefano Feltri, è come se avessimo vissuto in una sorta di bolla con percezioni altamente distorte. I sondaggi e le analisti stimavano cifre da capogiro: percentuali bulgare del 30/35% e 5/8 milioni di lavoratori smart. E invece la rivoluzione non c'è stata, o meglio solo alcune categorie già fortemente digitalizzate hanno iniziato a frequentare meno gli uffici - gli altri sono rimasti a casa ad annoiarsi e alcuni hanno perso il lavoro. Probabilmente c'è stata una scossa, ma sono il 2021 potrà dire se ha provocato cambiamenti duraturi o momentanei.
In linea di massima però ci si attende – in parallelo con la normalizzazione dello scenario Covid – una riduzione della percentuale del lavoro in smart working rispetto allo scorso anno. D'altronde alcuni settori nel 2020 sono stati costretti alle attività remote e comunque anche andando ad analizzare il numero di ore si è scoperto che queste hanno pesato su non più del 50% del monte settimanale.
Il ricercatore Francesco Seghezzi, presidente della fondazione ADAPT - Associazione per gli studi internazionali e comparativi inmateria di lavoro e relazioni industriali, spiega su Domani che il tessuto produttivo italiano è sbilanciato sui servizi di prossimità. Difficile insomma trasporre in un battito di ciglio l'attività fisica retail, di ristorazione e di servizi alla persona in smart. Poi c'è il problema dell'organizzazione delle imprese, tendenzialmente basate sul modello taylorista (da Frederick Winslow Taylor, il primo teorico del management di inizio '900). In tal senso la gestione prevede ordini e direttive provenienti dalle posizioni apicali e controllo visivo da quelle intermedie. Molti l'avranno sperimentato di persona: durante il periodo di smart working alcuni manager maniaci del controllo hanno sbiellato totalmente.
Dopodiché bisogna riconoscere anche che in remoto il lavoratore è costretto a entrare in una dimensione diversa che dovrebbe prevedere organizzazioni e strumenti adatti. Senza contare poi le ripercussioni psicologiche e i diversi carichi di lavoro. Insomma, non è una modalità che si può improvvisare e quindi oggi ci si interroga su quanto dovrebbe essere rivoluzionata l'organizzazione del lavoro in Italia per sfruttarne realmente i vantaggi.
Commenti
Quindi hai bisogno della bellissima adrenalina che ti dà il traffico o i mezzi pubblici e lo stress dovuto al perdere ore della tua vita per il tragitto casa-lavoro?
No perchè quello stile di vita ti da un'adrenalina sanissima, che ti spinge a rendere tantissimo, non stressa, rende liberi di dedicarsi a se stessi e alla propria vita.
Poi, ribadisco come detto tantissime volte, non tutti siamo uguali e come ci sono le persone che preferiscono lavorare in smart-working ci sono le persone che preferiscono lavorare in ufficio ed è inutile fare la guerra, ma semplicemente evitare la contestazione a prescindere sia dalla parte tua che difendi il tuo modo di lavorare, sia da parte mia
io ho bisogno dell'adrenalina, a casa ci stanno i pelandroni
siamo in due
appunto, vallo a dire ai cervelloni che lavorano "in riva al mare"
Naturalmente non lo hai sperimentato o lo hai vissuto male.
Come ogni scelta, sia lavorativa sia personale, che si fa nella vita andrebbe fatta razionalmente assumendosene le responsabilità; logico che se il contesto è caotico si resta a casa o ci si sposta sotto i gazebo del lido o in un luogo più tranquillo.
Sai è la facinoleria e il qualunquismo generico come l'esempio riportato dal tuo commento che uccidono la libertà di lavorare in smart-working. Chi vuole lavorare lavora sia nella open-space dell'ufficio quando ci sta un casino, sia a casa in totale silenzio e sia in spiaggia con 40 gradi, in riva al mare e con la gente che si gode la vacanza; chi non vuole lavorare non lavora in qualsiasi contesto, anche quando hai il capo davanti a te che ti controlla
Certo, sicuramente al mare in spiaggia con più di 30 gradi sotto il sole cocente, in costume, con un bel mare davanti, persone attorno che giustamente si godono la giornata di mare facendo casino ecc. io lavoro...si si, sicuramente Lol
Ma che rottura stare tutto il giorno in casa..tu dici la moglie brutta ma uno potrebbe anche essere single e stare tutti i giorni in una casa vuota, a parte te, è pesante eh...almeno andando in ufficio incroci persone, ti capitano situazioni da raccontare, conversi con persone in ufficio ecc. se stai a casa che fai? Come tutti i giorni ti svegli all'ultimo, ti metti al PC in pigiama, fai quello che devi fare in solitaria e sono arrivate le 18/19/20. Giornata praticamente finita, che giornata interessante da raccontare.
Infatti non ci credeva nessuno.
Se la tua professione è lo scansafatiche, casa o ufficio fa poca differenza: il modo lo trovi.
L'idea generalizzata che il lavoro da casa debba essere limitato a stati emergenziali è una visione estremamente miope.
Zero parole da spendere sui rapporti di vicinato: la mancanza di educazione e di rispetto del prossimo non dipende dal badge o dalle giornate di ferie.
Esatto, qui in Italia c’è sempre questa mentalità arrendista secondo cui non si potrà mai fare qualcosa di meglio.
XD
certo, i Paesi avanzati sono avanzati, mica possiamo prendere esempio da loro. Guardiamo piuttosto ai Paesi al nostro livello: Grecia, Bulgaria, Tunisia...
Dipende molto dalle situazioni. Io perdo 2h al giorno in trasporti, è ovvio che mi piaccia molto di più l'idea di lavorare da casa. Fortunatamente la mia azienda ha dato a tutti la possibilità di smart working (da organizzare con il capo team), è dal 1 marzo 2020 che non metto piede in ufficio.
La mia ragazza lavora a 250 metri da casa e la sua azienda ha adottato 3 a casa e 2 in ufficio, a lei non cambia assolutamente nulla, a volte in pausa scende anche al bar a bere il caffè con i colleghi che sono in ufficio...
Oppure che sono in buoni rapporti con i miei colleghi, mi piace quello che faccio e credo che di persona la comunicazione sia migliore sotto molteplici punti
infatti sono d'accordo, lasciare libera possibilità, il problema è che a questo punto un azienda deve riorganizzarsi optando per avere sedi più piccole (deve capire se le conviene cambiare, o affittare ad altri parte dell'edificio), dove però a quel punto subentra il tema organizzazione (prenotazione posti etc) per evitare che in un giorno x per qualche motivo ci sia più gente dei posti disponibili. nella mia azienda esiste gia un sistema di questo tipo di "prenotazione" presenza però è molto light, nel senso che se non ti prenoti non è che non puoi entrare. è un tema molto complesso, l'unico obiettivo del mio commento era far emergere appunto che il tema non è banale, varia di caso in caso e quindi il discorso "da casa spendo di più non mi conviene" è una banalità detta così ma dietro c'è un mondo
aggiungiamo anche le banche
E quando mai ho parlato di boschi? XD
Era una situazione diversa, a mare... finito di lavorare chiudevo il pc e andavo a fare un tuffo a mare; stavo sotto l'ombrellone o in terrazzo godendomi il paesaggio. Non sono nè il luogo nè i posti a far lavorare chi usa il pc, ma semplicemente la volontà e le competenze (sai un lavoratore non lo fanno gli strumenti che usa o com'è vestito, ma ciò che sa fare, come lo fa, le competenze e la professionalità)
Lo smart working è nella buona parte dei casi un modo per non fare niente o comunque fa capire che ci vuole molto meno tempo per lavorare rispetto alle 8 ore al giorno. 8 ore sono solo una stupida convenzione che andrebbe aggiornata con la produttività. Fermo restando che la vera Italia va avanti con chi trasporta merce su gomma, edilizia e tutti quei lavori che richiedono manodopera o uso di due braccia..il resto sono lavori molto poco faticosi o che comunque piacerebbe fare a tutti
e com'è che ti sei ritrovato a lavorare nei boschi?
Perdonami e quali attività si dovrebbero sobbarcare chi è in ufficio?
Lo smartworking dovrebbe far cambiare anche ottica delle metodologie per svolgere il lavoro, esempio utilizzando le metodologie agile ognuno ha i propri compiti assegnati (dove la decisione è comunitaria tra il gruppo di lavoro e non che arriva dall'alto) e si portano avanti; poi alla fine si tirano i conti.
Come detto nello studio è l'approccio al lavoro che in Italia è ancora vecchio e retrogrado, dove si controlla ancora a vista il dipendente perchè si ha paura che questo fotta l'azienda (che poi chi non ha voglia di lavorare non lavora nemmeno in ufficio). Non è il singolo caso da analizzare, ma il macro caso della gestione del lavoro imho
ah
Fidati non ti conviene, perderesti nottate insonni, anni di vita dietro ansie e rotture di scatole
non è vero, c'è chi non ne può più di vedere ogni giorno le stesse persone, familiari che siano. Anche se vai in ufficio comunque vedi per strada volti nuovi, nuove situazioni, strade, cose che avvengono, imprevisti ecc.
difficile pretendere che un muratore faccia smart working
forse il tuo di lavoro..il mio per esempio manco per nulla
l'unica per non pensarti matto è che tua moglie sia bruttissima e il tuo ufficio invece pieno di gnocca
Perfetto, meglio cosi, chi lo vieta avendo notato un calo di prestazioni fa bene, chi lo vieta avendo notato un incremento... bhe... In tal caso ci rimette lui. Ma preferisco mille volte l'ufficio che la casa, sarò matto io
da grande voglio fare il lavoro che fai tu
non è solo la libertà di scelta però, xk ci sono lavori dove la tua assenza pesa sugli altri che magari sono in sede e di fatto si trovano a sobbarcarsi piu lavoro xk tu sei a casa, ci sono mille situazioni e mille variabili da tenere conto, bisogna vedere ogni singolo caso purtroppo
vero, dipende molto anche da quello, se risparmi 20-30min fra andare e tornare dall'ufficio non so quanto valga la pena lavorare da casa dove appunto devi pagarti tutto, di carburante non risparmi quasi nulla in questo caso, ma a casa spendi di piu, riscaldamento/aria condizionata, elettricità in generale avendo pc/luci ecc sempre accesi, gas, pranzo pagato da te (molte aziende danno buoni pasto se vai in sede, o hanno mense convenzionate dove pranzi con pochissimi soldi)
casa -> a piedi fino alla stazione treni -> si spera che il treno stravecchio e super affollato parta/arrivi in orario (ah ah ah) -> stazione d'arrivo -> a piedi fino alla stazione metro -> attesa metro -> due fermate -> cambio metro -> 7 fermate -> a piedi da stazione metro a sede di lavoro.
tempo ottimale 1.30 ore.
quindi ogni santo giorno 3 ore (se tutti i mezzi sono puntuali, cosa praticamente surreale) "buttate".
ma infatti io non dico che debba essere o tutti in ufficio o tutti a casa.
SE la produttività non è scesa (obiettivi personali raggiunti al 100%, ricevuto aumento a ottobre 2020, l'azienda in generale ha fatto MEGLIO degli anni precedenti e MEGLIO delle previsioni a fine 2019, ci hanno dato due bonus produttività non previsti), a che pro "forzare" a tornare tutti in ufficio?
la sede resta sempre aperta?
bene!
devo PER FORZA tornarci?
no? ottimo.
io che abito lontano, ho una postazione dedicata, non ho distrazioni, lavoro da remoto.
ovviamente (come ora) se la presenza fosse necessaria una tantum, si fa, ma tornare in ufficio 5 giorni su 5 "tanto per" mi sembrerebbe un passo indietro enorme.
Evidentemente non hai mai provato a lavorare in quel modo o in quel contesto.
L'ho fatto e ti assicuro che ogni tanto farlo è una liberazione, sei produttivo ma libero, vivi la natura o un contesto al di fuori delle solite 4 mura
Appunto è questo che manca, la libertà di scelta; tu che abiti a 15 minuti dal tuo ufficio, nel caso peggiore ce ne metti 30, è lecito che tu voglia andare in ufficio ma non tutti abbiamo la stessa fortuna.
Ti racconto la mia giornata tipo pre-pandemia, uscivo di casa alle 6:45 mi sparavo 45-60 minuti di auto per fare circa 40Km (nel caso uscivo 15 minuti dopo il tempo minimo era 90 minuti) il tutto facendo a sportellate con gli altri esauriti al volante che non rispettavano una regola, dove nel caso migliore litigavi. Poi tragitto a piedi sotto acqua e vento in inverno, sotto al sole in estate (in entrambi i casi arrivavo come un pesce in ufficio lol)
A casa uso la mia postazione, che già avevo realizzato, e l'ho leggermente migliorata e adattata per renderla un ibrido tra lavoro e gaming.
Quello che ci vuole è la libertà di scelta, chi abita lontano è inutile che vada in ufficio o se preferisce ci va; ma ci deve essere la possibilità di scegliere
Molto dipende dai manager anziani di molte aziende.
Poi si lamentano della mancanza di risorse... molti lasciano le aziende legate agli spazi fisici per favorire il remote working.
Esistono città invivibili dovuti agli spostamenti.
In ufficio non hai figli ma hai altre distrazioni.
quello che dici è un altro discorso, se uno si annoia a casa per lavoro beh beato lui, significa che può concedersi mille distrazioni tanto nessuno lo va a impegnare :D
comunque per la signora e il vicino puoi sempre chiudere la finestra xD
ma andiamo, come fai a scrivere buon codice, a lavorare coi soldi e con le fatture in quel contesto? davvero credi a quel tipo di foto oserei dire "pubblicitarie", di facciata che mostrano il lavoro bello, divertente e svolgibile ovunque? ci sarà pure ma sarà l'1%
Lo sviluppatore? Il commercialista? Back-office?
Perdonami se ti incalzo su più di un commento, ma perchè si fa sempre di tutta un'erba un fascio e si pensa sempre che chi lavori fuori dal contesto delle 4 mura possa solamente leggere e rispondere a dalle e-mail?
Naturalmente dipende dal contesto in cui si svolge lo smartworking, ma ricordiamoci che in Italia non tutti vivono e lavorano a Milano o in zone dove si hanno intere aree dedicate a uffici; c'è chi lavora in centro città e ha continui rumori esterni, vedasi traffico, vocii delle persone, mezzi pubblici, lavori stradali.
Lo smartworking può portare, tramite la digitalizzazione capillare e alle infrastrutture, a una nuova ridistribuzione della popolazione e ad abitare in luoghi più tranquilli, ad avere uno stile di vita meno frenetico e più sano.
Giustamente ci sono lavori e lavori e non tutti possono essere trasporti allo smartworking (vedasi l'esempio sbagliatissimo dello studio citato che prende in esame la categoria dei ristoratori; che si debba innovare per carità ma un'attività enogastronomica di certo non può avere il laboratorio in casa). Poi lo smartworking va coadiuvato da un'organizzazione in casa; purtroppo in Italia si è passati dalle abitazioni da 120mq degli anni 60/70/80 ai mini appartamenti di 50-70mq di oggi, e chi ha scelto di vivere in abitazioni indipendenti si deve sparare 40-50Km con annessi 90, o più, minuti di traffico o di mezzi per recarsi a lavoro
Hai perfettamente colto il punto. Spiegalo anche agli altri, ti prego
guarda che non è mica il vietnam la fuori, eh...
così ha già più senso
be, la mia azienda solo di corrente risparmia 15k al mese..inoltre ha dismesso 2 mega immobili per non pagare l'affitto..risultato: bilancio verde smeraldo
eh del resto statali, parastatali, enti pubblici ci sguazzano in queste situazioni
ma secondo voi, il tizio sulla roccia quale lavoro potrà mai fare se non leggere qualche email?
guarda che a casa ti annoi per certi versi ma ci sono anche mille distrazioni in più: basta guardare la foto ad inizio articolo, ti pare normale lavorare e fare bene un cosa col bambino che ti salta addosso, chi urla di là, chi fa cadere un piatto di qua, la signora sotto che arrostisce, il vicino sopra con lo stereo a palla?
beh da me lo smartworking se pur fattibilissimo è durato veramente poco, sopratutto nel 2021... purtroppo è una questione culturale e secondo me nel privato si dovrebbe quantomeno tentare di venire incontro almeno ai dipendenti che sono lontani dall'ufficio di ricorrere a questa modalità. Quelli che sono rimasti a casa ad annoiarsi evidente non avevano più lo svago che avevano in ufficio dai!