
27 Maggio 2022
Pare che l'idea dei FLoC, la nuova tecnologia ideata da Google per sostituire i cookie pubblicitari, piaccia a Twitter: la ricercatrice Jane Manchun Wong ne ha scoperto tracce inequivocabili curiosando sulla versione desktop del sito web ufficiale. È una notizia importante perché la tecnologia, il cui sviluppo è ancora negli stadi iniziali, è stata accolta con critiche e opposizioni da diversi fronti - citiamo per esempio i browser Mozilla Firefox, Brave e Vivaldi, il motore di ricerca alternativo DuckDuckGo e il gruppo attivista EFF, Electronic Frontier Foundation.
FLoC è l'acronimo di Federated Learning of Cohorts. Semplificando al massimo, il concetto è che Google iscrive gli internauti in gruppi in base alle pagine che visita e alle ricerche che esegue online: gli inserzionisti possono inviare annunci mirati all'interesse di quel gruppo, ma non al singolo utente. Google ritiene che sia un considerevole passo avanti rispetto ai cookie, un compromesso tra le esigenze degli inserzionisti e degli utenti finali.
Twitter is working on collecting FLoC from users
— Jane Manchun Wong (@wongmjane) July 2, 2021
FLoC is a web tracking tech created by Google that groups people into “cohorts” based on their browsing history https://t.co/Wjn6fh2DIV pic.twitter.com/QA1B2ztyXX
I test di questa tecnologia sono iniziati da un paio di mesi appena. Il percorso verso l'abolizione del tracciamento degli utenti tramite cookie si sta quindi rivelando complicato e insidioso per il colosso di Mountain View, che data la sua posizione di dominio sia nel mondo dei browser, sia nel mondo dei motori di ricerca, sia nel mondo della pubblicità, si trova tra la proverbiale incudine e il martello. Ogni sterzata verso l'una o l'altra direzione inevitabilmente crea scontento in quella opposta.
Appena qualche giorno fa, Google ha annunciato di aver posticipato di un intero anno il blocco dei cookie terzi dal suo browser Chrome, dicendo di voler collaborare più a stretto contatto con regolatori e autorità per trovare la giusta quadra che permetta al mercato della pubblicità di continuare a prosperare, senza però intaccare la privacy dell'utente.
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In pratica si creerà un gigantesco gruppo di utenti chiamato "Porn0" e tanti altri piccoli gruppi minori.