
04 Aprile 2022
L'e-commerce continua a crescere, e lo fa anche in Italia. Proprio nel nostro Paese mostra una particolare evoluzione che riguarda sempre più le piccole e medie imprese, ora più vicine - almeno come mentalità - ai colossi del web ed alle aziende di grandi dimensioni in generale. Lo rivela l'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui la direzione presa dalle PMI è quella della c.d. omnicanalità, in cui innovazione digitale e punti vendita "tradizionali" convivono alimentandosi a vicenda.
Lo scorso anno si è registrato un vero e proprio boom dell'e-commerce - la pandemia ne ha accelerato il percorso sia lato domanda con sempre più acquisti online, sia lato offerta con lo sviluppo di strategie digitali - ma la crescita non si è fermata nemmeno quest'anno, pur con numeri meno eclatanti: +18% nel 2021 per un giro d'affari stimato in 30,6 miliardi di euro. Queste le categorie più diffuse:
In generale:
"L’esito di questa trasformazione non è una migrazione dall’offline all’online, bensì il raggiungimento di nuovi equilibri caratterizzati da una maggiore interdipendenza tra fisico e digitale. Domanda e offerta si trovano ora di fronte a un utilizzo congiunto dei canali, che spingerà per la ripartenza del retail a emergenza sanitaria terminata. Stiamo assistendo a un’accelerazione verso un’adozione sapiente e consapevole dei paradigmi dell’omnicanalità” - Riccardo Mangiaracina, Politecnico di Milano.
Importante anche l'affidamento sempre più diffuso dei venditori verso i social network e l'instant messaging per restare in contatto con i clienti. Alcune piccole e medie imprese hanno inizialmente utilizzato questi strumenti anche per la vendita, non avendo ancora sviluppato una vera e propria piattaforma di e-commerce. Altri hanno aperto siti web e piccoli marketplace, a dimostrazione di come ormai la strada verso la "multicanalità online consapevole" sia segnata.
Credits immagine d'apertura: Pixabay
Commenti
automarket pro.
Ci sono un botto di generi, alcuni di nicchia ma altri no, dove comprare su Amazon significa spendere di più che comprare da altri siti. A volte si tratta di venditori terzi, a volte di "venduto e spedito da Amazon".
Quello che risparmi in indicizzazioni (che è solo un costo iniziale - più o meno) lo paghi poi in commissioni ad Amazon, per tutta la "vita".
Seppur ci sia stata - anche per causa pandemia - una rapidissima crescita di venditori di terze parti su Amazon, mai come nell'anno appena passato si sono visti grandi produttori che cercano di diventare indipendenti da Amazon.
Se sei in grado di indirizzare il tuo pubblico ad acquistare sul tuo e-commerce store "proprietario" (il che è un "SE" molto grande, ma assolutamente non impossibile, di fatto molti si stanno muovendo in questa direzione), fidati che non c'è investimento iniziale che non verrebbe ripagato nel giro di qualche anno grazie al distaccamento da Amazon e tutti i costi che esso comporta.
Il sito esterno è stato ali?
Scusa non resisto...
https://uploads.disquscdn.c...
Negozio dello stesso città non permette di comprare e ritirare in negozio! Spedizione con corriere gratis!Ok ma l'ambiente? O anche il corriere deve giustamente mangiare.Il negozio fisico è solo nella immaginazione di quelli che si lamentano senza mai comprare niente.
da tempo gli ecommerce soffrono il peso di pilastri come amazon, aliexpress, ebay ecc..
il siterello casalingo non può competere con tutti i vantaggi dei big, tranne che per particolarità, prodotti artigianali, di nicchia, che non si trovano nella grade distribuzione.
Ad es. ho dovuto prendere su un sito esterno una bombola di gas refrigenrate per auto, che non trovavo su amazon. Ma se posso non esco da amazon.
Metà della gente vuole spendere due lire per fare il sito, spendendo 40 euro l'anno di hosting e facendolo fare al cuggino invece che investire seriamente... Molti si fanno fare addirittura il sito da paginegialle o altri servizi simili che non meritano neanche di essere commentati. Bah.
Con il PNRR arriveranno fiumi di denaro per la digitalizzazione, se non ne approfittano adesso per fare il salto
Miracolo, le merdosissime piccole e medie imprese fanno qualcosa. Sono vive!