
17 Ottobre 2022
Ci sono risvolti curiosi nella battaglia legale tra Amazon e Parler: a distanza di circa due mesi da quando aveva sporto denuncia, il social network, che promuove la libertà di espressione e ha una moderazione dei contenuti piuttosto blanda, ha deciso di ritirarla senza ulteriori spiegazioni. Gli avvocati della piattaforma avrebbero dovuto effettuare alcune modifiche alla documentazione della denuncia già un paio di settimane fa, ma avevano chiesto e ottenuto una proroga di due settimane.
Contestualmente, Parler ha sporto una nuova denuncia, sempre contro Amazon, presso la corte statale (e non più federale) di Washington, cambiando le accuse: ora si parla di diffamazione e violazione di contratto. Nello specifico, Parler cita una clausola del contratto secondo cui le terminazioni o sospensioni del servizio di hosting devono essere notificate con 30 giorni di preavviso, per dare tempo ai clienti di risolvere il problema oppure trovare un sostituto.
Rimasto sostanzialmente sotto i radar fin dalla sua creazione, Parler stava diventando popolare nelle settimane immediatamente precedenti l'attacco alla sede del Congresso degli Stati Uniti del 6 gennaio grazie all'affluenza di un gran numero di esponenti dell'estrema destra americana. La situazione è precipitata nei giorni dopo l'attacco, quando Twitter, Facebook e gli altri social più affermati hanno deciso di bannare il presidente uscente Donald Trump, ritenendolo responsabile di istigazione alla violenza. Trump e i suoi seguaci si sono quindi riversati in massa su Parler, ma Google, Apple e Amazon sono subito intervenute, rimuovendo l'app dai rispettivi negozi di app e rescindendo il contratto di hosting. La motivazione ufficiale è stata in tutti e tre i casi la stessa: scarso controllo della moderazione e la conseguente prolificazione di messaggi razzisti e violenti.
Nelle settimane immediatamente successive, il consiglio di amministrazione di Parler ha licenziato l'amministratore delegato John Matze, e ha trovato un nuovo fornitore di web hosting: SkySilk. È anche partita, appunto, la denuncia all'Antitrust nei confronti di Amazon. Amazon, dal conto suo, aveva detto di aver rilevato oltre 100 minacce violente, anche di morte, nelle settimane antecedenti alla messa offline di Parler; una di queste era rivolta al CEO di Twitter Jack Dorsey.
Vale la pena osservare che anche se il social è tornato online, continua a non essere disponibile al download né sull'App Store né sul Play Store.
Commenti
lo strike era coordinato e pianificato tra le big tech altrimenti non si sarebbero mossi tutti insieme. Finiamola di negare l'evidente anche perché è stato chiaramente confermato dallo stesso Dorsey e perfino Zucchina quando è stato interrogato dal senatore Cruz
Seh vabbè. Ora Apple, Google e Amazon si mettono d'accordo sul bannare le app. Voglio solo dire che se Amazon, con la sua sfilza di avvocati, ha chiuso la'host, significa che hanno le spalle coperte. Poi per il resto vediamo cosa dice il giudice.
lo strike era pianificato e coordinato: la storia delle presunte violazioni è ridicola e strumentale in modo plateale. Fosse come dici tu non si sarebbe verificato con tutte le aziende della big tech e neanche tutte insieme.
Avrebbero potuto fare gli gnorri, si può sapere solo dalle comunicazioni.
Come già ti hanno risposto, nulla esclude che nel contratto non ci siano clausole che scavalchino i 30 giorni di preavviso.
il recesso è stato senza preavviso diversamente avrebbero avuto il tempo di trovarsi un altro servizio di hosting, non ti pare?
Ma non sai se effettivamente non abbiano avuto una comunicazione prima dei 30 giorni, ed il fatto che ci sia scritto nel contratto non implica che in altre parti del documento non ci siano delle clausole che invalidano i 30 giorni di preavviso.
Come detto sempre, prima di dare cause per vinte o perse si aspetta la decisione del giudice.
Carta canta, e se te lo leggi tutto, anziché solo la parte citata, trovi anche la parte che possono cessare il servizio con preavviso minimo o nullo (non ricordo bene ora) in determinate condizioni.
carta canta, c'è il contratto tra i due citato nella citazione in giudizio che parla di 30gg.
Se Amazon non ha rispettato i termini di contratto è giusto che abbia una penale, ma se il fatto sia questo o meno lo deciderà il giudice. Per ora è la parola di Parler contro Amazon.
Per questo sono importanti le norme a tutela della net neutrality, che l'ex mr. President ha spazzato via.
Comunque siti da cui fare il download di Parler si trovano, io l'avevo fatto sul mio android prima che Amazon lo disattivasse sui suoi server.
Che vergogna, poca serietà da parte di una società come amazon, non ha rispettato i termini del contratto, facile poi scaricare la colpa sulla moderazione. E poi parliamo della minacce di morte, chi ha mai minacciato e poi ucciso realmente un CEO che nemmeno conosce? Sono cose dette così tanto per sfogarsi, Parler è nato per dire la propria, come quelle stanze rage room dove puoi entrare con una mazza e spaccare tutto, è molto più pericoloso chi è silenzioso e non si sa cosa sta pensando, Parler almeno era una valvola di sfogo.