
12 Agosto 2022
Entra in vigore la legge australiana che impone alle grandi piattaforme web di pagare gli editori per le notizie e le anteprime condivise dagli utenti o visualizzate come risultati di ricerca. D'ora in poi colossi come Facebook e Google, che sono stati anche forti oppositori della legge, dovranno trovare un accordo commerciale con gli editori oppure essere sottoposti ad arbitrato.
Il nome completo e ufficiale della legge è News Media and Digital Platforms Mandatory Bargaining Code, e recentemente è stata modificata in alcuni dettagli in seguito alle proteste di Facebook, che aveva bloccato pochi giorni addietro la condivisione delle news sul proprio social. Google aveva invece già ceduto, e aveva annunciato i primi accordi, anche se continua a professarsi contraria alla filosofia di base - pagare per un link.
The Morrison Government’s world-leading news media bargaining code has just passed the Parliament.
— Josh Frydenberg (@JoshFrydenberg) February 24, 2021
This is a significant milestone.
This legislation will help level the playing field & see Australian news media businesses paid for generating original content. @PaulFletcherMP pic.twitter.com/33bQbiqeMI
La legge, ricordiamo, si applica solo alle piattaforme più grandi - ad oggi, nello specifico, solo a Google e Facebook; ma in futuro potrebbe essere espansa a ogni altro servizio web che diventerà "troppo grande" (o, usando le parole della legge stessa, quando "dovessero emergere sbilanciamenti fondamentali nel potere di negoziato con gli editori australiani").
Google e Facebook argomentano che l'arbitrato sarà sempre svantaggioso nei loro confronti, perché non tiene conto delle loro spese e dei benefici che i loro servizi portano agli editori in termini di traffico verso i siti dei giornali. Gli ultimi emendamenti hanno ammorbidito un po' alcune delle regole, offrendo qualche garanzia in più alle piattaforme web - per esempio la legge non sarà valida se le piattaforme attiveranno di propria sponte accordi commerciali con gli editori, e l'arbitrato sarà attivato solo come "ultima spiaggia" in caso proprio non si trovi un accordo (è anche previsto un preavviso di almeno un mese).
Microsoft, che quando Google minacciava di ritirare il suo motore di ricerca dall'Australia era più che pronta a subentrare con il suo Bing, si è invece dichiarata favorevole alla nuova legge, definendola come l'evoluzione naturale del rapporto tra i colossi e gli editori. Il colosso di Redmond auspica che una legge simile venga implementata anche in Europa.
Commenti
cavoli, e ora come farò dopo questa tua esternazione illuminante...
direi che ne avete di tempo da perdere per un argomento del genere, divertitevi pure senza di me.
Strategie diverse: google ha deciso di pagare, facebook ha tolto le notizie e difatti pochi giorni dopo la legge è stata cambiata dando a facebook più potere
E la pace nel mondo? Giusto per aggiungere un' altra banalità
ma quanti anni hai? Spero pochi perchè i tuoi discosrsi sono campati in aria, qualunquisti e senza nessun senso o ragione. Raccaprinciate.
Permettimi un appunto:
- il punto non è aprire il link, ma pubblicarne il contenuto anche se solamente il titolo
Questo spinge ulteriormente i possessori di piattaforme social a fare più controlli selettivi
Concordo, anche se si potrebbe fare per click volendo, però poi sorge un altro problema:
- in generale, la maggior parte dell'utenza mondiale clicca sui primi link proposti da qualsiasi motore di ricerca, se un sito web è al 40esimo posto? Chi mai ci cliccherà?
Li sorge poi la lotta per apparire in cima alla lista e Google si fa altri soldi
perché non lo fanno, ti sei mai chiesto, il fatto che sono contro questa legge fa cadere la tua teoria.
1 possono farlo eccome, o forse devono essere costretti a pagare e basta?
2 a quel punto saranno Bing e Company a dover pagare. Tanti auguri
Per me equivale a niente.
Anzi, visto che magari la classe politica evita altri accertamenti fiscali perché "ha già punito" potrebbe pure essere peggio (ovviamente questa è solo un'ipotesi distopica)
1) Ovviamente google e facebook possono inibire contenuti al loro interno, come fanno ora e hanno sempre fatto.
2) Uscire dal motore di ricerca con l'85,86% di market share e da un social da 2,60 miliardi di utenti non può essere indolore per nessun sito di news.
3) non mi eccito affatto, ho solo esposto le ragioni per le quali mi sembra una legge iniqua, se vuoi esporre quelle per la quali la reputi equa magari saresti un po' più costruttivo.
Se Google smette di linkare le loro news, i giornali vedono crollare a picco gli accessi, e cambiano idea.
1- tu, Google o Facebook, non potete bloccare un link
2- in tempo zero, chi vuole cercare articoli si rivolgerebbe a Bing, DuckDuck go e altri. Sarebbero Google e Facebook a piangere poi.
3- non ti eccitare troppo e vai piano con la fantasia
dovresti chiederlo a chi ancora crede che scrivendo il solito pippone populista, farcito di speranze irrealizzabili otterrà mai qualcosa ;)
Ma quindi è sufficiente riportare il titolo dell'articolo nell'anteprima di ricerca per dover pagare? Perché a quel punto quello che mi sfugge è: perché vale solo per i giornali? Perché allora quando google mostra un link di wikipedia non è costretta a donare qualcosa alla wikimedia foundation? E' semplicemente perché gli editori hanno lobbisti migliori??
certo che non hanno niente a che fare le due cose, ma piuttosto di niente è meglio piuttosto.
Dico che questa frase ha una valenza piuttosto differente dalla prima.
Se sottraggono soldi agli editori (ed è da dimostrare) è giusto che questi vengano pagati.
I soldi evasi al fisco non hanno niente a che vedere con la faccenda e sono un problema che dovrebbe avere la priorità
hai dimenticato le medicine oggi?
E avanti col populismo a colpi di tastiera e alle soluzioni a problemi complessi dati in 10 parole.
ROTFL
GIUSTISSIMO , voglio vedere che fine fanno i topi del chip 5g dentro il covid
ho scritto che con tutto quello che rubano vorrei una legge anche qui da noi, e tu hai tirato in ballo i soldi allo stato, e io ti ho ribattuto, vorrei indietro gli uni e gli altri.
Beh chiaro, è evidente che non è un modello di business parimenti efficace quello di un sito di news e quello di google e facebook. Ma quel poco che guadagnano lo devono in buona parte proprio a google e facebook.
Se la si vuole vedere come un modo per aiutare l'editoria può anche starmi bene, ma resta pur sempre una legge che non tiene conto del rapporto di reciprocità insito in un link e dell'inevitabile morte a cui i siti di news non indicizzati da google e non condivisi sui social sarebbero destinati.
Penso che alla fine tutto dipenda da un'accertata sperequazione, le testate giornalistiche arrancano e sono costrette a perenni sottoscrizioni promozionali, Google e Facebook invece incassano miliardi di dollari
Sicuramente, ma come scrivevo c'è una profonda reciprocità, fintanto che ci si limita a forme di anteprima molto limitate nei contenuti, come di fatto avviene.
Pensandoci bene però senza gli articoli dei quotidiani i motori di ricerca ed i social perderebbero parte della loro attrattiva, e ogni ricerca e link in meno per Google e Facebook sono dollari che non entrano e profilazioni che non completano (se si pensa a quanto può essere importante sapere quanti e quali contenuti vengono consultati dagli utenti)
che non è assolutamente quello che avevi scritto, ovvero un non sequitur logico da manuale
Ormai i giornali on line la lettura degli articoli se la fa pagare
eroi
Secondo me dovrebbero rinunciare alla condivisione di anteprime di articoli, il pagamento lo vedo come piuttosto iniquo, sono certo che gli editori pregheranno in ginocchio di essere condivisi nuovamente gratis.
Quanto alla parte ironica, non lo è poi così tanto, sicuramente la percentuale che clicca per leggere l'articolo è bassissima, ma sono tutti clic gratuiti che piovono dal cielo, accompagnati da visibilità del brand/testata altrettanto piovuta dal cielo.
Sotto a ogni articolo c'è un pulsante per condividere sui social, e ogni sito di news ha la sua pagina social dove pubblica anteprime con la speranza che vengano condivise il più possibile.
Per me è una legge estremamente iniqua, dalle anteprime delle news ci guadagnano tanto gli editori quanto facebook e google. Pari e patta sarebbe la cosa più sensata.
io recupererei entrambi, che dici?
ROTFL il tavernello deve avergli fatto un effetto strano
C'è anche Facebook News
Ironic mode: siamo sicuri che quando sui social viene condiviso un link alla notizia di un quotidiano venga poi aperto da chi lo visualizza? A giudicare dalle fake news che girano propenderei per il no
Ad ogni modo, se il resto del mondo comincerà a seguire l'esempio australiano, per Google e Facebook ci sarà poco da fare, tra l'altro hanno anche il fiato sul collo di Microsoft
Praticamente una tangente... Gli editori son contenti che pigliano qualche milioncino aggratis, google e FB sono contenti che con qualche milioncino (leggi spicciolo) fanno contento uno stato che cosi magari non "fa altre richieste", lo stato è contento si può pavoneggiare con gli editori di avergli fatto avere qualche milioncino..
Ma che cavolo????
I soldi evasi devono tornare nelle casse statali, non nelle tasche degli editori
Vai Vestager bastonali anche qui in UE!
Non capisco una cosa, cioè Facebook. Non sono gli stessi giornali a pubblicare notizie sul social?
con tutti i soldi che eludono al fisco ben venga una legge così anche in UE.
Ci sono altre cose sotto che nessuno scrive su un articolo generico,tutti contenti alla fine con i milioni pagati da google e facebook
Tutti contenti
È una legge controversa... c'è un forte rapporto di reciprocità nel linkare un articolo su un social o un motore di ricerca, inclusivo generalmente di titolo, sottotitolo, foto e al massimo qualche riga di anteprima.
Sarebbe diverso se fossero riportati gli articoli integrali ovviamente, o ampi estratti, o riassunti.
Con questa formula attuale invece sono tutti link atti a veicolare traffico sul sito di news...
Non dicono che dovrebbero pagare ma poco ci manca.