
31 Maggio 2021
Come è successo per i podcast, le newsletter stanno osservando un ritorno di notorietà, e Facebook intende capitalizzare. Stando al New York Times, la piattaforma di Mark Zuckerberg starebbe preparando degli strumenti per giornalisti e scrittori indipendenti per aiutarli a costruirsi un seguito sul social, gestire le liste di email e gli abbonamenti a pagamento. Il progetto è appena partito, dice il giornale citando fonti interne, ma la speranza è di completarlo entro quest'estate.
Le newsletter stanno vivendo un periodo di seconda giovinezza, dicevamo: Substack, una piattaforma espressamente dedicata, ha raggiunto quota 250.000 abbonati a pagamento lo scorso settembre, e Twitter ha recentemente fatto acquisti nel settore, rilevando Revue. Ci sono addirittura diversi giornalisti molto conosciuti e rispettati che hanno abbandonato l'editoria tradizionale e si dedicano esclusivamente a newsletter indipendenti. I vantaggi sono diversi, in effetti: completo controllo editoriale su ciò che viene pubblicato, per esempio, e incasso diretto dei profitti senza tramiti e intermediari.
Facebook sta cercando di portare più in primo piano contenuti giornalistici, notizie e articoli da fonti rispettabili. Negli scorsi giorni ha iniziato a rendere disponibile dalle nostre parti il suo servizio News, partendo dal Regno Unito e con l'intenzione di diffondersi nel resto dell'Europa. Interpellato sulla questione newsletter, il team PR di Facebook non ha rilasciato conferme dirette, ma ha ammesso che sta lavorando per offrire maggior supporto ai giornalisti indipendenti. Secondo fonti interne, il progetto starebbe particolarmente a cuore a Mark Zuckerberg in persona, che avrebbe incaricato un team di occuparsene con priorità dopo aver notato la crescita di popolarità del formato.
Commenti
Leggono solo i titoli.
basta ignorare il 90% delle stron zate che leggiamo ed ecco risolto.
Leggono solo i titoli (che dicono cose diverse dal contenuto)!
A quando il ritorno delle BBS?
Capisco gli editori che sfruttano queste piattaforme, ma vorrei capire come sono inquadrati giuridicamente i singoli giornalisti pubblicano quest newsletter. Immagino che siano allo stesso livello di un blog
La cosa che mi lascia sempre perplesso è l'implicita quantità di tempo che la gente deve avere per gestire tutta questa quantità di informazioni in arrivo da mille canali "differenti". Social, Instagram, TikTok, Twitter, podcast sempre più lunghi (gonfiati)... ora tornano pure le newsletter...
Poi ci credo che ci sono persone depresse che si sentono in gabbia...
Cheers