Si scrive "imposta sui servizi digitali" e si legge "web tax": come funziona in Italia

20 Gennaio 2021 41

Concluse le consultazioni, l'Agenzia delle Entrate pubblica il provvedimento in cui vengono illustrate le "modalità applicative" della web tax italiana, rinominata nel nostro Paese "imposta sui servizi digitali", introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2020. Si tratta di uno strumento implementato in attesa di soluzioni definitive in ambito comunitario e OCSE.

A COSA SI APPLICA

Quali sono dunque gli aspetti chiave del sistema di tassazione? Così si legge nel documento:

L'imposta si applica alla fornitura dei servizi digitali,

dove l'imposta è da applicare sui ricavi derivanti dalla fornitura dei servizi digitali di:

  • veicolazione su un'interfaccia digitale (software, sito web, app, ndr ) di pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia
  • messa a disposizione di un'interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi
  • trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall'utilizzo di un'interfaccia digitale

A CHI SI APPLICA

I “soggetti passivi dell'imposta”, ovvero coloro che dovranno sottostare al nuovo schema di tassazione, sono

i soggetti esercenti attività d'impresa che, nel corso dell'anno solare precedente a quello in cui sorge il presupposto impositivo: i) realizzano ovunque nel mondo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a euro 750.000.000; e ii) percepiscono nel medesimo periodo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore a euro 5.500.000 nel territorio dello Stato.

DOVE SI APPLICA

Soffermiamoci un momento su quest'ultimo termine, ovvero "territorio dello Stato". La documentazione pubblicata dall'Agenzia delle Entrate specifica che il "ricavo è imponibile se l'utente del servizio digitale è localizzato nel territorio dello Stato", ovvero se i contenuti digitali vengono visualizzati sul dispositivo nel momento in cui l'utente è ubicato in quel determinato territorio. In generale,

l’utente si considera localizzato nel territorio italiano quando ivi utilizza, nell’anno solare, un dispositivo per accedere all’interfaccia digitale e conclude un’operazione corrispondente su tale interfaccia in detto periodo.

Per tutti gli altri casi si rimanda al capitolo 4 della documentazione, par. 4.3, 4.4 e 4.5. Interessante dunque riscontrare la modalità con cui viene riconosciuta la natura della responsabilità giuridica del soggetto: la pertinenza viene definita in base alla localizzazione del dispositivo utilizzato per visualizzare i contenuti, dunque tramite indirizzo IP, GPS o reti mobili.

Al punto 2.2 vengono fatte una serie di precisazioni, in cui si indicano i servizi esclusi "dall'ambito oggettivo dell'imposta". Tra questi si legge:

  • la fornitura diretta di beni e servizi, nell'ambito di un servizio di intermediazione digitale
  • la fornitura di beni o servizi ordinati attraverso il sito web del fornitore di quei beni e servizi, quando il fornitore non svolge funzioni di intermediario

SU COSA SI APPLICA

Viene confermata la base imponibile: l'imposta prevede infatti l'applicazione di un'aliquota del 3% sui ricavi imponibili, "assunti al lordo dei costi sostenuti per la fornitura dei servizi digitali e al netto dell'imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette".

L'imposta dovrà essere versata ogni anno entro il 16 febbraio dell'anno solare successivo. Quest'anno, tuttavia, il termine è stato prorogato al 16 marzo 2021. Chiaramente è necessario che i soggetti non residenti in Italia siano comunque in possesso di un codice fiscale da richiedere all'Agenzia delle Entrate. I soggetti passivi "stabiliti in uno Stato non collaborativo e privi di una stabile organizzazione in Italia [...] devono nominare un rappresentante fiscale in Italia".


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Commenti

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marcello

<draft>
francamente 'sta web tax [ imposta sui servizi digitali ] sembra uno di quegli inutili provvedimenti e che deriva da un'errata interpretazione della norma fiscale che gia' esiste e che si applica a quelle imprese che operano nel mercato unico.

norma che, in sintesi, richiede si paghino tasse sui profitti e legge fiscale che tiene ancora in considerazione che quando A incassa 100 e paga 99, per royalties/copyright e per licenze d'uso e ancora per poter rivendere prodotti e servizi di B, B dovra' stabilire anche quella sede e succursale in quello stesso stato membro dove A rivende prodotti e servizi. i volumi d'affari di B e la frequenza degli scambi commerciali permettono infatti, a quel tal erario, di pretendere che B stabilisca anche quella sede ed entro i confini dello stato. </draft>

four [ 4 ] days ago Vittorio wrote:
Se A ricava 100 e paga 99 di royalties, l'azienda A ha ricavi 100 e l'azienda B ricavi 99. Quindi si tassa il 3% su A.

marcello

<draft>
una tassa sui ricavi sembra un'assurdita'... dovrebbero dichiararla anti-costituzionale .

OT
riscontriamo gia' fin troppe difficolta' e troppi problemi quando dobbiamo far capire [ al ' conducente del veicolo di un corriere ' ] che l'IVA e' una tassa indiretta e che non puo' esser applicata dagli ufficiali delle dogane per quei prodotti che " importiamo. "</draft>

Castiel

perchè contrariamente a quello che la gente pensa le multinazionali le tasse già le pagano.
Solo che il 99% della gente ha una cultura finanziaria prossima allo zero e continua a leggere ovunque su internet "jeff bozos passa i weekend a picchiare cuccioli di foca" per poi lamentarsi con le cattive big tech che è colpa loro se tu con la terza media non guidi il ferrari.

Un pò estremizzato ma il concetto è questo.

broncos

va bene dai lasciamo stare...
gli evasori e quelli che eludono non recano danno hai ragione

Riccardo sacchetti

Postilla impprtante: dovrebbero rubare di meno anche LORO, non solo che evadere tasse. Altrimenti saremo sempre allo stesso livello.

GianTT

Intendevo non un valore fisso a prescindere dal fatturato, ma un'aliquota comunque proporzionale ad una base imponibile

Alessio Ferri

Meglio. Ma ti assicuro di no, è già il massimo profitto farli gratis, quindi non ha senso ridursi il profitto per pagare il 23% di utile invece che il 3% di web tax.

Davide
Davide

Il filtro non è solo sui servizi digitali (cosa che una royalty non è) ma anche sull'ammontare minimo della cifra e sul fatto che quella cifra vada raggiunta sommando solo il recente aziendale e del gruppo.

xpy

Certo nulla lo vieta, ma a fare le leggi sono lenti come lumache

Life_XP

tu stesso hai parlato di soldi in uscita nel precedente commento quando hai citato la maestra e la strada

broncos

Ma non c'entrano i gruppi, c'entra solo il fatturato sui servizi digitali.
Se c'è una vendita di servizi digitali ci sarà qualcuno che li fatturerà, fine. I giri che possono essere fatti dopo diventano ininfluenti.

Poi se facebook Google Amazon e compagnia vogliono mettere a rischio la propria esistenza fondando società fittizie in paradiso fiscali facendo fatturare direttamente da queste, bhe ci si mette una settimana a smascherarli col giro d'affari che hanno

broncos

Ops e cosa c'entra?
I soldi in entrata sono una cosa e quelli in uscita tutta un'altra cosa...

Mica viaggiano a scompartimenti, le tasse che paghiamo noi fanno un tutt'uno con questi altri e con tutti gli altri.

Alfonso

Assolutamente no. Nulla vieta di cambiare i vincoli ogni qualvolta si presenta una tecnologia più valida.
Al contrario, ora non ci ritroveremmo più con luci da bicicletta con micro usb o portatili con usb A.

Vittorio

Se A ricava 100 e paga 99 di royalties, l'azienda A ha ricavi 100 e l'azienda B ricavi 99. Quindi si tassa il 3% su A.

Davide

Non se l'azienda B non è parte del gruppo.
Quello che dici tu, stando al testo, funziona solo se le aziende sono parte dello stesso gruppo

Life_XP

e se venisse usato per la corruzione? oopsie

xpy

Li rischi di mettere un blocco all'innovazione, sarebbe più un danno che altro, ti ritroveresti smartphone che o non vengono commercializzati in Italia o arrivano modificati e con prezzi di molto più alti
Se esistesse una legge del genere saremmo ancora alla micro usb...

xpy

Stiamo comunque parlando di un articolo su un blog di tecnologia, bisognerebbe vedere il provvedimento completo per capire bene cosa è incluso o no

broncos

Guarda che il debito pubblico è debito che grava sui cittadini, mica è una cosa astratta.
Ogni euro che entra nelle casse dello stato è un euro guadagnato da ogni cittadino

broncos

Ma l'azienda fittizia B non può cambiare in alcun modo le carte in tavola, se c'è una vendita di servizi digitali scatta la tassazione, che viene fatta su ricavi non guadagni, quindi girare ad altre aziende il ricavo o farsi fatturare costi, è ininfluente. Ci sarà prr forza di cose l'azienda A B oppure C che sto servizi digitali ha venduto e questa dovrà pagare.

Life_XP

mi è chiaro tutto, ma purtroppo non funziona come dice lui. questa web tax non si tradurrà in maggiori servizi né in minore pressione fiscale per tutti gli altri.

Davide

L'articolo però dice:

dove l'imposta è da applicare sui ricavi derivanti dalla fornitura dei servizi digitali di:

veicolazione su un'interfaccia digitale (software, sito web, app, ndr ) di pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia
messa a disposizione di un'interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi
trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall'utilizzo di un'interfaccia digitale.

Quindi se l'azienda fittizia B non vende servizi digitali non paga nulla

broncos

A me sembra di capire che viene applicata a tutta una tipologia di servizi, quindi che la azienda poi voglia chiamarle royalties o licenza non vedo come possa cambiare le cose.
Non è che se domani apro una attività posso poi decidere autonomamente che iva applicare ai prodotti che vendo, se vendo una bottiglia di vino non posso chiamarla vendita di mozzarella per fare pagare iva al 4%

Davide

Buon passo in avanti ma per segnalare la vecchiaia di chi scrive queste norme faccio notare che non tiene minimamente in considerazione i ricavi che vengono mascherati da royalties o pagamento licenza.
Se l'azienda A oggi ricava 100, domani fonda un'azienda B che non vende servizi digitali ma a cui paga 99 di royalties. Così scende sotto i 750.000.000 globali ed evade la tassa

broncos
broncos

1) Direi proprio di no.
Se sono gratuiti ma generano ricavi, vuol dire che qualcuno già paga, sarà chi incassa e non paga tasse che vedrà eroso il suo guadagno, oppure sarà chi paga per inserzioni o acquisto di dati che dovrà pagare di più, ma non chi utilizza il servizio gratuitamente oggi. Le TV e le radio commerciali "gratuite" esistono da sempre ed hanno lo stesso funzionamento pur pagando le tasse.
2) in ogni caso le tasse sono essenziali per mantenere in vita servizi pubblici e uno stato, quindi non esiste proprio che ci possa essere chi può operare al di sopra delle tasse.

Andrej Peribar

Si scrive in italiano ma vogliamo leggerlo in inglese.

Romu83

Cosa ci sarebbe di sbagliato in tutto ciò? Io lo trovo giusto, ed in ritardo arrivarci solo oggi. Tutti devono pagare le tasse, online, fisici, virtuali, su marte, ecc..

Life_XP

credi anche alle favole?

Life_XP

una percentuale fissa è la definizione di tassa piatta

Alfonso

A quando il vincolo di usare tutti il medesimo connettore per il trasferimento di dati e ricarica su qualsiasi dispositivo elettronico?

Il problema è che questa tassa si applica a tutti i big, anche a chi è virtuoso (sempre se esiste(

Luca Lindholm

Per la precisione, in Francia:
- Esiste la webtax;
- E' stato ordinato a Apple di includere obbligatoriamente gli auricolari anche nei nuovi iPhone;
- etc.

GianTT

Perché dovrebbero? Non è una tassa piatta, ma una percentuale su dei ricavi imponibili. Si riduce la convenienza, ma mica andranno in perdita da dover cambiare modello di business

ErCipolla

in francia applicano già da un pezzo la loro webtax e non mi risulta che i servizi web di tutti i giorni siano diventati a pagamento... però non sono informato esattamente su cosa copre...

ReArciù

facebook e whatsapp a pagamento?

From Monkey Island 2 (bannato)

in realtà gia sappiamo a chi rivolgere i nostri insulti. A chi evade/elude letasse generando mancate entrate nelle casse dello stato che si traducono in minori servizi e maggiore pressione sulle spalle dei " p.o.v.e.r.i.f.e.s.s.i".

ghost

Tutti i servizi prima gratuiti on line diventeranno a pagamento (se fanno guadagnare abbastanza da dover versare tasse).

Life_XP

direi che è assicurato

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