
16 Novembre 2021
19 Ottobre 2021 10
Che Spotify fosse interessata a rafforzare la sua offerta di podcast non è certo un segreto, quindi non stupisce scoprire che l'azienda abbia appena portato a termine una nuova acquisizione volta proprio a questo scopo.
Spotify ha infatti acquistato Megaphone (precedentemente Panopoly), una società specializzata proprio nella produzione di podcast di alto profilo, come ad esempio quelli di Buzzfeed, The Wall Street Journal e Vox. L'acquisizione è costata ben 235 milioni di dollari.
Spotify e Megaphone erano già due realtà molto vicine tra loro, in quanto esisteva una partnership tra le due aziende che riguardava l'hosting dei servizi e molto altro ancora, quindi il passaggio può essere visto come lo step finale di un processo già esistente. In particolare, grazie all'acquisizione, Spotify potrà offrire ai propri partner nuovi strumenti per la monetizzazione dei podcast e per permettergli di raggiungere un pubblico più ampio.
Questa è solo l'ultima di una serie di acquisizioni strategiche che l'azienda ha realizzato negli ultimi mesi, con particolare attenzione al mondo dei podcast, come ad esempio i contenuti di Gimlet, The Ringer, Parcast, la società Achor e Joe Rogan Experience.
Spotify annuncia oggi che la piattaforma di Megaphone è disponibile in Italia, Francia, Germania e Spagna:
Il lancio di Megaphone in Italia è un passo fondamentale rispetto alla mission di Spotify di aiutare gli editori a creare più contenuti di qualità, misurare il loro impatto e monetizzare maggiormente il loro lavoro. Il lancio coincide con un aumento significativo nell’offerta e nel consumo di podcast, oltre che con la crescita degli investimenti pubblicitari in podcast.
L'occasione è propizia per fare il punto sui traguardi raggiunti da Megaphone:
Megaphone mette a disposizione strumenti per creare, monetizzare e monitorare l'andamento delle entrare generate dai podcast con potenti strumenti di analisi.
Commenti
Ormai è impossibile anche quello visto che sia Apple che Amazon l'HD (che poi sarebbe una normale qualità CD non compressa, roba che avevamo già nel 1986...) lo includono nell'abbonamento base ormai. Quindi sono curioso di vedere cosa farà Spotify quando si decideranno a lanciare l'audio non compresso... far pagare di più e perdere quote di mercato o sobbarcarsi le maggiori spese per non far migrare gli utenti?
Io intanto sono passato a Amazon, finalmente dopo un anno hanno fixato un po' di bug nell'app e ora è utilizzabile, e ho l'audio HD, fra l'altro se fai l'annuale a soli 89 euro.
Gli artisti guadagno da sempre con i live. Ora sembra che con i cd agli artisti arrivassero vagonate di soldi quando comunque le case discografiche si tenevano una quota enorme.
Se modificassero anche la loro app per rendere almeno decente l'esperienza di uso!
ogni volta che cerco qualche nuovo podcast in lingua italiana non trovo mai nulla !
Ci arriveranno, ci arriveranno...
Le case discografiche, secondo me dovrebbero capire che nel 2020 (tralasciando il problema pandemia) pure gli artisti devono iniziare a guadagnare con i live o eventuale merchandising. Sempre meno gente è disposta a pagare per il semplice ascolto di una canzone...Il mettere online dei brani secondo me,dovrebbe essere visto piu come una vetrina, un modo per convincermi a venire al tuo concerto, dove acquisto un'esperienza e non il semplice ascolto di musica.
Questo modello è praticamente applicato da sempre nell'ambiente delle discoteche e della musica elettronica,dove la vendita di dischi/cd e tracce è molto marginale e i veri guadagni provengono dai festiva e dalle serate.
Io stesso non ho mai acquistato un cd o disco, in compenso sono andato a moltissimi concerti o festival, proprio perchè magari suonava il tal gruppo di cui avevo scaricato il cd!
Chiaro che questo discorso non può essere fatto per sfruttamenti commerciali delle canzoni o per i gruppi piccoli (cosa che personalmente cero di supportare magari comprando una maglietta o gli adesevi se ad un loro concerto mi sono divertito)!
Temo che sia così. Per l'esosità delle case discografiche, che non si rendono conto che l'alternativa è il ritorno alla pirateria.
Non capisco perché Spotify non munga un po' di clienti con un abbonamento HD a 15 euro (io lo farei).
Sinceramente spero che facciano un app seoarata. Ci guadagnerebbe chi li ascolta e chi, come me, non è minimamente interessato.
Della serie: il business dello streaming musicale così com'è non è sostenibile. Buttiamoci dunque sui podcast per salvare la situazione
Magari potrebbero fare uno sforzo anche nello sistemare la parte podcast che c'è adesso nell'app visto che definirla scomoda è poco