Articolo 18 Feb
I rapporti tra il colosso dei social network e l'Europa non possono essere definiti idilliaci: si ricorda infatti che Facebook è finito nel mirino della Commissione Europea che sta indagando sull'attività di raccolta, gestione e utilizzo dei dati personali degli utenti effettuati tramite la piattaforma, per stabilire se sono state messe in atto pratiche anticoncorrenziali.
Per svolgere le indagini è necessario acquisire da Facebook un gran numero di documenti ed è proprio su questo terreno che la società guidata da Mark Zuckerberg è recentemente riuscita, se non a bloccare del tutto, quanto meno a rallentare l'attività istruttoria della Commissione.
Tutto parte dalla richiesta della Commissione Europea di acquisire documenti interni di Facebook contenenti circa 2.500 espressioni chiave - ad esempio "big question", "shut down" e "not got for us". Si tratta di informazioni significative per l'Autorità europea, ma Facebook è di diverso avviso: da un lato considera il materiale come irrilevante per le indagini, dall'altro invoca la tutela della privacy perché la trasmissione indiscriminata di documentazione rischia di compromettere informazioni altamente sensibili della società e dei suoi dipendenti.
La divergenza di vedute si traduce in una controversia giudiziaria: Facebook presenta ricorso all'Unione Europea criticando l'ampiezza della richiesta di documenti, la Commissione annuncia che è pronta a difendere la sua posizione. Facebook cerca al tempo stesso di stemperare quella che potrebbe essere letta come una semplice mossa volta ad ostacolare il procedere delle indagini: stiamo collaborando con la Commissione e prevediamo di fornire loro centinaia di migliaia di documenti, sottolinea Tim Lamb, legale di Facebook.
Non si può dire che Facebook non abbia collaborato con la Commissione se, come riporta CNBC, è vero che fino ad ora le ha inviato circa 315.000 documenti per un totale di 1,7 milioni di pagine. Non abbastanza per l'Antitrust europeo, ma il limite tra ciò che si può e quello che non si può rivelare, secondo Facebook, è segnato dalla natura del contenuto:
La natura eccezionalmente ampia delle richieste della Commissione significa che dovremmo consegnare documenti prevalentemente irrilevanti che non hanno nulla a che fare con le indagini della Commisione, comprese informazioni personali sensibili, come le informazioni mediche sui dipendenti, documenti finanziari personali e le informazioni private sui familiari dei dipendenti
Per completezza si aggiunge che Facebook afferma di aver proposto agli ispettori della Commissione Europea di visionare i documenti contenti informazioni sensibili in un ambiente sicuro, ma senza possibilità di effettuarne copia; l'offerta è caduta nel vuoto. In attesa di sviluppi, per ora Facebook riesce a superare le richieste dell'Europa chiamando in causa quella tutela della privacy che, applicata ai dati dei suoi utenti, in passato - si pensi al caso Cambridge Analytica - le è costata tanto
Commenti
Ecco appunto, menomale che non i social, non mi piace Sto FB, gia' fa schifo dal logo.
Se metti tutta la tua vita su un social a portata di chiunquemagari col profilo aperto allora si è colpa tua
Un po' come il bue che dice cornuto all'asilo :D
Eccerto e'colpa dell'utenza.
Se la gente posta anche quando va al cesso non è certo colpa di facebook.
Ma è la versione ultra hd del meme! :O
https://media2.giphy.com/me...
fuori tema,
quanti ci cascano
.
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ahahahahahahahahahahah, a Facebook, a vattelo a pigliá dove non batte il soleeeee
Chiede rispetto per la privacy quando lui sul social non ha privacy.
Mah saranno razzi suoi.
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Situazione paradossale
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