
18 Marzo 2023
03 Luglio 2020 40
Il mondo fa un passo indietro nella gestione dell'e-waste, i rifiuti elettronici di cui abbiamo discusso a fondo nel nostro podcast "Catene di smontaggio" registrato a giugno. Se la logica porta a pensare che con lo sviluppo di nuove tecnologie le cose possano solo andare meglio, ci si sbaglia.
Nel 2019 sono state generate 53,6 milioni di tonnellate di RAEE, ovvero 7,3 kg per abitante.
Messa così manca un termine di paragone: ebbene, si pensi che nel 2014 di e-waste se ne producevano 9,2 milioni di tonnellate in meno. Eravamo allora più virtuosi o semplicemente meno consumatori? Il report The Global E-waste Monitor 2020 farebbe propendere più per la seconda ipotesi, anche perché con l'aumento previsto dei consumi e la vita media dei prodotti tech destinata a contrarsi sempre più si prevede che nel 2030 - nonostante gli accordi sull'ambiente e tecnologie sempre più sofisticate - l'e-waste raggiunga quota 74,7 milioni di tonnellate, il doppio rispetto al 2014.
Poco, o perlomeno non abbastanza per essere un elemento significativo. Nel 2019 è stato destinato al riciclo appena il 17,4% dell'e-waste, equivalente a 9,3 milioni di tonnellate di materiale. Un dato positivo, comunque, c'è: rispetto al 2014 si registra un incremento di 1,8 milioni di tonnellate, ma il tasso di crescita della produzione di rifiuti elettronici è superiore rispetto a quello del riciclo, rendendo dunque vano qualsivoglia miglioramento (generazione annua di e-waste: +2 milioni di tonnellate; riciclo annuo dell'e-waste: +0,4 milioni di tonnellate).
I conti sono presto fatti: se si ricicla il 17,4% di materiale elettronico, non se ne ricicla l'82,6%. Stiamo parlando di 44,3 milioni di tonnellate che nei Paesi sviluppati finiscono
Sono solo 78 i Paesi nel mondo che hanno adottato politiche nazionali per la gestione dei rifiuti tecnologici: si tratta di un numero estremamente esiguo, comunque superiore rispetto ai 67 Paesi del 2017. Nelle zone più povere del mondo la situazione è ancora peggiore: non esistono dati sul riciclo o le modalità di recupero in quanto non ci sono vere e proprie politiche a riguardo, con conseguenti rischi sulla salute e il benessere della popolazione.
Non riciclare - ma anche ricliclare in modo non appropriato - significa immettere nell'ecosistema sostanze nocive come mercurio, clorofluorocarburi, idroclorofluorocarburi e ritardanti di fiamma bromurati, questi ultimi presenti nei polimeri utilizzati per la produzione di computer e smartphone. Si pensi ad esempio ai frigoriferi e condizionatori d'aria dismessi non correttamente: da soli hanno generato nel 2019 costi ambientali pari a 98 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Sono, questi, esternalità negative, ovvero costi economici, sociali ed ambientali che ricadono inevitabilmente sulla popolazione.
Riciclare significa invece contenere le esternalità - dunque ridurre i costi - e recuperare materiale prezioso contenuto all'interno dell'e-waste che può essere re-impiegato per altri scopi. Non si tratta di poco: solo nel 2019 il valore delle materie prime presente nei RAEE è stata stimato in 57 miliardi di dollari. Considerando che ad oggi viene riciclato il 17,4% dei prodotti (v. sopra), si ottiene un valore del materiale recuperato di 10 miliardi di dollari.
Nel 2019 la domanda di ferro, alluminio e rame per la produzione di prodotti elettronici è stata di circa 39 milioni di tonnellate. Se tutto il materiale recuperabile fosse stato effettivamente estratto dall'e-waste generato nel corso dell'anno, si sarebbero ottenute 25 milioni di tonnellate di materie prime: un valore decisamente importante, ma ancora insufficiente per coprire la crescente domanda.
Credits: Pixabay
Il Vecchio Continente ha contribuito alla generazione di RAEE per 12 milioni di tonnellate (sulle 53,6 complessive), superato dall'Asia (24,9) e America (13,1). L'Europa risulta però prima per e-waste generato pro-capite:
Europa che è prima anche per tasso di riciclo: il 42,5% dell'e-waste viene recuperato correttamente (5 milioni di tonnellate), valore decisamente superiore rispetto al resto del mondo. Il secondo continente più virtuoso è infatti l'Asia con appena l'11,7%, seguito dall'America con il 9,4%, l'Oceania con l'8,8% e l'Africa con lo 0,9%.
In Europa la gestione dei rifiuti è regolamentata dalla Direttiva 2012/19/EU, che stabilisce che il tasso minimo di raccolta da raggiungere ogni anno deve essere pari al 65% del peso medio dei prodotti elettronici immessi sul mercato nei tre anni precedenti o l'85% dell'e-waste generato nel territorio di uno Stato Membro nel 2018.
E in Italia?
Credits immagine d'apertura: Pixabay
Commenti
La maggior parte degli idioti patentati ha Android e Windows in prodotti di aziende orientali, pensando di aver fatto l’affarone del secolo, o fregandosene di quanto quel prodotto durerà.
Gli impotenti decerebrati che lasciano rifiuti a terra, sarebbero da mettere ai lavori forzati.
L’acquirente medio vuole spendere poco e comprare la prima caxxata che trova
Questo per colpa del l’obsolescenza programmata !!! La garanzia è impensabile che possa durare meno di dieci anni!!!
Anche usare le semplici fasce di prezzo è dannoso!!
C’è poco da fare, l’essere umano è il cancro di questo splendido pianeta.
Immagino già i container pieni di cuffiette wireless e smartwach
HAHAHAHAH e tu credici che ci si arriva.
Ma la vedete la situazione del mondo si?
No così, giusto per capire se sei consapevole che da quando l'uomo si è industrializzato (e ovviamente senza nessun piano di contenimento) si sta andando sempre più verso il collasso ambientale.
Ci guadagnano dal riciclo. Ecco come devono fare. Immettono tot modelli sul mercato per 10 anni. IN questi dieci anni sostituiscono e riparano in caso di guasto.
Tanto parliamoci chiaro, tutti questi "nuovi" elettrodomestici sono gli stessi di 10 anni fa. Cellulari compresi, cambiano un pò i display, cambiano un pò i circuiti. MA sempre quelli rimangono nell'uso quotidiano delle persone.
Hai perfettamente ragione, dobbiamo metterci tutti un contributo. Blog compreso.
Qui si inneggia all'acquisto continuo di nuovi smartphone. Lo stesso blog che ha pubblicato poi questo articolo.
C'è un'incoerenza e ipocrisia fuori dai limiti.
Questi, sono i veri articoli tecnologici.
Comunque basta che trattiate bene gli oggetti che comprate per farli durare molto a lungo.
I nuovi trend non aiutano, i monoblocchi di alluminio con componenti saldati sono una tragedia per la riparabilità. Però a nessuno frega un ca**o, e i finti ambientalisti vanno con il telefono non riparabile ( che butteranno tra un anno ) e l'ultrabook monouso alle manifestazioni di piazza a protestare per l'ambiente. Del resto è sempre colpa di qualcun altro, non vorrai mica privare della libertà di consumare. Della libertà cioè di non servire ad assolutamente nulla se non a parassitare il prossimo che è in grado di produrre.
io invece inizio a vedere un sacco di mascherine gettate a terra...e mi provoca un ribrezzo pazzesco.
Magari generalizzare così è sbagliato.
La mela fa prodotti difficili da riparare, alcuni impossibili, ma hanno una longevità nettamente superiore alla concorrenza (Sia come durata che come aggiornamento Software).
Per il resto hai ragione, è inutile che ci fanno i conti in tasca su quanto inquiniamo se poi il non impongono regole più severe ai costruttori. Aspetto che qualche genio tiri fuori il discorso dell'Europa che vuole mettere le manette al progresso.
No il fatto non è demolire ancor di più ma raccogliere, tipo con un magnete, in modo da non avere più piccoli proiettili.
Ed è quello che ci meritiamo.
Telefoni, PC e TV impossibili da riparare o con costi folli, 1dioti patentati (la maggior parte sono i fan della mela) che accettano di gran gusto le difficoltà di riparazione degli iPhone o Macbook, giustificando anche l'assurdo.
Leggi che non ci sono per fermare lo sch1fo che fanno le aziende e blog compiacenti che inneggiano la sostituzione forsennata degli smartphone, anche se non ci sarebbe il bisogno.
Di cosa vogliamo lamentarci?
Ovviamente mi riferivo ad uno sconto pari al prezzo di vendita dei due accessori, non a quello di produzione
E a Napule come riciclano?
Vabbé parliamo comunque di qualche euro per caricatore e cuffie e pochi centesimi per il filo... il vero guadagno sarà che quando prendi un iphone faranno tipo gli arbitri di foot locker cercandoti di appioppare le peggio cose...
Appunto, quello che ho detto. È una proposta vecchia dell’EU con lo scopo di ridurre i rifiuti, ma verrà utilizzata molto probabilmente da Apple con lo scopo di aumentare i profitti dato che quasi sicuramente non sconteranno il prezzo del dispositivo. Ovvio, all’ambiente gioverà comunque.
Concordo con te, tanto più che tutti i MacBook oramai hanno la type c, il che rende la cosa ancora più "no sense"
Tralasciando anche il fatto dell'orbita piena, il fatto è che quando saremo in grado di spedire nello spazio tutta la mole di rifiuti generata (a costi accettabili) probabilmente la tecnologia è ad un livello da permettere di colonizzare altri pianeti :D
Si concordo con te, stavo facendo retorica, già all'altra notizia quando appunto si parlava di non mettere in confezione alimentatore e cuffie ho detto che il problema è che tanto si pagherà lo stesso prezzo
Apple pensasse a mettere una porta tipo c su iPhone così basterebbe un solo caricatore per fare tutto.
Senza nulla togliere all'utilità di qeusta scelta, ma è puramente economica, c'è anche la proposta di uniformare tutti i cavi in un unico standard, ma Apple continua per la sua strada
Hai ragione, ma oggi non si cambia solo per obsolescenza, ci sarebbe da sensibilizzare anche la popolazione mondiale per gestirsi in autonomia. Limitare i prodotti in distribuzione per il produttore non cambia nulla e oggi con spese irrisorie si prende un prodotti ben più durevole nel tempo. Se prendi le lavatrici per esempio tra una da supermercato di 150€ e una da 300€ in negozio la prima durerà 4 anni, la seconda 10, ma anche fossero 8 togliendo il vantaggio economico, l'acquirente medio va per la prima perchè non ci pensa minimamente all'impatto di questa scelta.
Incredibile come una autistica abbia meno problemi di voi
Sono d'accordo ma il tuo ragionamento non è molto applicabile, se devo far durare 5 anni uno smartphone senza possibilità di fare uscire nuovi modelli da cosa guadagno?
Sta agli utenti farne un uso decoroso e riutilizzare il possibile
Che deve fare?
Rompere le palle su chi non ha poteri?
E la svedese autistica rompe le palle qui
Se venisse davvero perseguita pesantemente l'obsolescenza programmata, con multe stratosferiche e blocco della produzione/distribuzione per chi fa orecchie da mercante, sicuramente calerebbero tutti questi rifiuti. Un oggetto deve durare ALMENO tot tempo (decoroso) mantenendo prestazioni e consumi, fino ad allora DEVE funzionare correttamente. Una volta scaduto il suo tempo, deve poter essere riparabile almeno per altrettanto tempo, magari a costi dignitosi che non ti facciano venire voglia di distruggerlo per la rabbia, vedi grandi elettrodomestici che ad ogni "cambio" durano meno.
Quello di eliminare questi accessori è una proposta europea da molti anni, ed ha Assolutamente senso dato che ho tantissimi caricatori inutili e le cuffie non mi servono. Il punto è che non sconteranno niente dal prezzo del dispositivo, probabilmente
gli USA potrebbero usare parte del budget militare per creare un'arma demolitrice di detriti spaziali, almeno spenderebbero parti di quei mld in qualcosa di utile
Sì, l'orbita è piena di detriti di satelliti. Il problema è che questi detriti sono proiettili che viaggiano ad altissime velocità e un singola vite può rischiare di far esplodere l'ISS. Per questo è necessario risolvere il problema o finiremo per avere così tanti detriti orbitanti che non sarà più possibile lasciare la terra per via di tutti i proiettili orbitanti. Ci stiamo ingabbiando da soli...
Triste.Concordo vivendo a volte fuori UE.
Io sinceramente mi trovo d'accordo con l'assenza di questi accessori, perché effettivamente in casa ho 5 alimentatori più altri 2 di vecchi smartphone. Però è anche vero che dovrebbero lasciare la scelta all'utente se volerlo o meno magari con un simbolico taglio di prezzo per questa scelta virtuosa, ma conoscendo il settore non lo faranno mai.
In realtà è molto sensato quello che farà Apple. Solo se ovviamente "sconterà" il prezzo dell'iPhone senza cuffie e cavi, dando la possibilità ad ogni cliente poi di scegliere se comprare tutto a parte
Sicuramente il futuro sotto questo aspetto non è roseo, guarda solo quest'anno, era giunto il momento di liberarci della plastica ed invece causa covid....comunque riguardo "la palla di spazzatura", arriverà il primo pirla sulla faccia della terra che magari lo proporrà, verrà messo alla gogna per averlo solo immaginato, ma intanto instillerà l'idea malsana nelle mente delle persone... :D
Quindi Apple ha ragione a non voler inserire più cuffie e alimentatore nelle confezioni del prossimo iPhone 12? :P
OVVIAMENTE SCHERZO però.
Aldilà di ogni logica, io il futuro lo immagino così! Chissà se ad esempio arriverà il giorno in cui le scorie converrà più spedirle nello spazio piuttosto che stockarle all'infinito!
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