
04 Giugno 2021
Facebook ha annunciato alcuni piccoli ritocchi al proprio regolamento sugli annunci pubblicitari di stampo politico: il colosso del social networking non ha modificato in modo sostanziale la propria posizione, già confermata a più riprese dai più alti dirigenti. Facebook, in poche parole, continuerà ad accettare campagne pubblicitarie politiche, e non le sottoporrà nemmeno alle procedure di fact checking previste per gli altri contenuti. In altre parole, i politici potranno continuare a diffondere disinformazione e bugie. È una posizione in netto contrasto con quella di molti altri colossi tech: per esempio Twitter ha completamente vietato gli annunci politici, Google ha ristretto in modo massiccio le possibilità di targeting.
In concreto, su Facebook e Instagram gli utenti potranno attivare un'opzione che permetterà loro di vedere "meno frequentemente" annunci politici, anche se non si sa quanto. Facebook ribadisce che, come tutti gli altri, gli annunci dovranno sottostare alle linee guida della community su incitazione all'odio, contenuti violenti, e incitazione a non esercitare il diritto di voto. La società promette anche più completezza nei report sulle campagne pubblicitarie politiche: verrà divulgato il numero di utenti che queste campagne sperano di raggiungere.
Mancando una legge precisa a riguardo, Facebook e altre aziende non possono far altro che sviluppare indipendentemente le proprie policy. La nostra si basa sul principio che la gente dovrebbe avere la possibilità di ascoltare ciò che i loro aspiranti leader hanno da dire, nel bene e nel male, e che ciò che dicono dovrebbe essere analizzato e dibattuto pubblicamente.
È una posizione che Mark Zuckerberg ha sostenuto pubblicamente anche di fronte al Congresso degli USA, in uno scambio con la Congresswoman democratica Alexandria Ocasio-Cortez. Zuckerberg sostiene che non sia una questione di soldi, visto che gli introiti provenienti da questo tipo di annunci sono sostanzialmente marginali, e di non aver ricevuto pressioni dal presidente degli Stati Uniti, il cui comitato elettorale ha tuttavia criticato le scelte di Google, Twitter e gli altri.
Commenti
Dato che non c'è una legge politica per elezioni sentiamo l'obbligo di fare qualcosa come censurare la destra.
Dato che c'è una legge sulla privacy che ci obbliga a fare qualcosa sentiamo l'obbligo di fregarcene
tradotto: censuriamo tutto ciò che non è di sinistra
Sicuramente i social dovrebbero essere vietati per comunicati "ufficiali". E in generale anche per le persone ci potrebbe stare... Anche se mi sembra illusorio isolare i rappresentanti dai rappresentati... E se usassero mailing list?
Ma per i partiti in generale non mi sembra corretto escluderli dai social. Non è quello il problema, l'uso scorretto è un sintomo non la malattia.
Tutta l'informazione è politica... nel momento in cui si tratta di prendere decisioni. La vita è politica! Che poi venga fatto bene o male è un altro discorso.
Ma che la politica non possa stare sui social mi sembra sbagliato. Pensa a qualsiasi movimento che nasce dal basso e poi diventa partito...
Non si può sempre dare responsabilità ai social che sono delle persone e dello Stato.
Togliere il diritto di voto a chi lo usa per più di tre minuti al giorno sarebbe la soluzione migliore.
Giusto così, la responsabilità degli annunci politici è del politico o del partito, poi sta all'elettore giudicare.
Sarebbe osceno se i dipendenti facebook si mettessero a stabilire e giudicare le proposte politiche ed eventualmente censurarle.
E chi lo valuta che sia serio o no?
Semplice, ai politici candidati alle elezioni o eletti con un ruolo nelle istituzioni dovrebbe essere proibito l'uso di Facebook per fare campagna elettorale o comunicazione. Facebook non garantisce alcun contraddittorio perché gli amministratori delle pagine possono censurare come e quando vogliono e un post non è certo come un'intervista alla presenza degli inviati degli organi di informazione, inoltre non fa nulla per limitare eventuali ridondanze del messaggio di una o più parti politiche, non è responsabile di nulla e, soprattutto, non è un canale affidabile e controllato super partes. Insomma, Facebook non ha alcun titolo per veicolare contenuti essenziali ai fini dello sviluppo di un dibattito politico equilibrato e civile né, da ultimo, per la sussistenza della democrazia stessa
Dal mio punto di vista abolirei ogni tipo di pubblicità politica a meno che questa non abbia un fine informativo serio del programma politico del partito in questione.