
24 Luglio 2020
Instagram vuole migliorare la qualità dei post presenti sulla propria piattaforma. Dopo aver iniziato a testare degli strumenti di rilevamento che tramite l'AI riconoscono frasi o parole che possono essere potenzialmente offensive per altri utenti, infatti, il colosso dei social media ha annunciato l'introduzione del fact checking, una nuova funzionalità (già presente su Facebook da inizio 2018 per i temi politici) che consentirà di verificare la veridicità dei contenuti presenti limitando dunque la disinformazione.
Quando un post verrà valutato come falso o parzialmente falso - spiega Instagram in un post sul blog ufficiale - quest'ultimo verrà automaticamente rimosso dalle pagine Esplora e hashtag, riducendone drasticamente la distribuzione. In aggiunta a ciò, Instagram utilizzerà anche delle apposite etichette che potranno essere visualizzate dagli utenti di tutto il mondo nel feed, nel profilo, nelle storie e nei messaggi Direct.
L'integrazione tra Facebook e Instagram - tanto voluta dal proprietario Mark Zuckerberg - prosegue anche sotto questo aspetto. Nel caso in cui post contrassegnato come falso su Facebook venga condiviso anche su Instagram, l'etichetta si collegherà automaticamente tra le due piattaforme fornendo collegamenti ad articoli e fonti credibili.
Per determinare quali contenuti devono essere inviati ai fact-checkers per la revisione, utilizziamo una combinazione di tecnologia e feedback della nostra community.
Commenti
Quindi non deve neanche fare il lavoro di un editore, e se vuole farlo deve essere soggetto agli stessi obblighi.
fino al 1989 nel cuore dell'europa esisteva il muro di protezione antifascista, io lo ricostruirei visti i fatti recenti
Bellissimo peccato non si parli di voti e sto sempre aspettando una pubblicazione scientifica seria da parte tua che dimostri come Cambridge analitica abbia spostato voti
Prossimamente un Ministero della Verità contro le Fake News
Netflix - The great hack
Che facebook sia una testata giornalistica di fatto lo decidi tu adesso, e visto che conti nulla zero contano le tue opinioni. I fatti sono che facebook non è e non considerata un editore quindi non è soggetta agli stessi obblighi dei quotidiani o periodici.
Al mome to Sono ipotesi, supposizioni, questioni materia di indagine. Giusto per fare fact-checking non esiste una sola sentenza o studio che dimostrino quanto come e quando l'azione di Cambridge analitica abbia influenzato votazioni, anzi numerosi studi dimostrano l'esatto contrario, che fossero marketing pompato... così giusto per sapere, dove ti sei informato?
Un filosofo
Addestrati?
La finite di scrivere quella parola incomprensibile?
Siamo nel 2019
chi decide cosa sia vero o no? facebook??
ahahhahahahahahah
insta.. continua con la cara e vecchia faiga (cit.) che è meglio
Mmhh , Cambridge analyitica ti dice nulla ? E che abbiano spostato percentuali di votanti per quanto riguarda la brexit ?
Giusto così , per sapere....
La selezione naturale va a farsi benedire nel momento in cui un 1diota uccide un povero disgraziato.
Usare frasi come selezione naturale è molto rischioso , perché ognuno di noi potrebbe incrociare quel c0gl0ne maledetto.
Questo è quello che continua a ripeterti Facebook arrampicandosi sugli specchi per sfuggire dalle loro responsabilità. Facebook di fatto svolge la funzione di una testata giornalistica, e quindi è giusto sia regolamentato.
Se non gli sta bene, mettano nelle policy che Facebook non può essere considerato testata giornalistica e si metta a cancellare tutte le pagine che lo usano per fare informazione, incluse le pagine dei politici, banalmente.
Nell'articolo viene citato un ottimo esempio di una quantomeno co-responsabilità anche della piattaforma stessa. YouTube che censura una zizza e non censura gli idioti che si arrampicano sui palazzi x farsi un selfie, spingendo altri idioti non addestrati a imitarli (a.k.a. selezione naturale secondo il mio modo di vedere)
La testata fa quello di lavoro, il social network no. È come paragonare mele con maiali e voler giudicare i maiali con gli stessi criteri con i quali giudichi le pere.
Il social network è uno spazio, se poi come indagini dimostrano più di 1 persona su 5 non è in grado di comprendere un testo scritto, ribadisco, forse il problema non è della piazza ma di chi parla e di chi ascolta.
Allora sei l'illuminato oscuro.
È un po' come dire i giornali non fanno informazione, la fanno i giornalisti. Significa poco, se un giornalista scrive una scemenza la responsabilità è anche della testata che ha pubblicato l'articolo.
I social network che ci piaccia o meno hanno acquistato troppo potere, e troppa gente sbagliando li usa come fonte primaria di informazione. Inoltre parliamo di multinazionali private che hanno il potere di influenzare il pensiero delle persone, la cosa è preoccupante e bisogna agire ponendo dei paletti.
Ecco ci mancava solo il fascista che difende la liberà di espressione.
Se fossimo in 1984 di Orwell la censura verrebbe proprio camuffata da "lotta alla disinformazione".
Fortuna che non lo siamo.
Vero?
"Instagram: lotta alla disinformazione con le nuove funzionalità" Ma chissenefrega
"Instagram: meno foto di f!g@ con le nuove funzionalità" 900 mila uomini occupano le piazze di tutta italia armati di torce e forconi
Un cingalese di una qualche società a cui hanno appaltato il compito di moderare i contenuti come su facebook
Infatti i social non fanno informazione, la fanno gli utenti.
È un po' come incolpare il sindaco se la gente in piazza dice corbellerie. Il massimo che può fare (ovviamente l'analogia è un po' tirata per i capelli) è mandare i vigili per mettersi davanti a quelli che dicono cose false a dire le cose come stanno con dati alla mano
intendi zucchino?
mi sa che zucchero è solo per gli intimi! :)
per i non illuminati, certamente, stimo siamo solamente un 5% della popolazione mondiale al momento
meglio telegram
https://media3.giphy.com/me...
Ah beh allora siamo a posto.
Le tue affermazioni permangono oscure.
la dittatura illuminata che piace tanto alle sardine
Il problema è a monte, i social network non sono piattaforme titolate per fare informazione, se i loro proprietari pretendono di farlo allora devono diventare editori e prendersi la resposnabilità giuridica dei contenuti pubblicati, gli algoritmi sono una pagliacciata
La cosa che mi preoccupa però è: chi deciderà ciò che è vero e ciò che è falso?