
29 Luglio 2021
Microsoft continua la campagna di acquisizioni e, dopo aver completato l'operazione Nuance per quasi 20 miliardi di dollari, mette le mani su RiskIQ, società di cybersicurezza proprietaria di una piattaforma software per la difesa dagli attacchi informatici. L'azienda di Redmond dimostra dunque forte interesse a migliorare le sue soluzioni per la protezione dei clienti, specialmente considerando le crescenti minacce che stanno mettendo a dura prova la rete e i sistemi di sicurezza.
L'accordo non è ancora pubblico, riporta Bloomberg, e dunque le fonti restano ancora anonime. Quel che si sa è che l'operazione dovrebbe perfezionarsi attorno ai 500 milioni di dollari: nulla in confronto all'acquisizione della stessa Nuance o di GitHub (7,5 miliardi), ma c'è da dire che si tratta di operazioni finanziarie estremamente differenti tra loro. RiskIQ è ben conosciuta nel settore: a lei si rivolgono infatti importanti aziende come BMW, Facebook o il servizio postale degli Stati Uniti.
Una realtà come questa potrebbe davvero fare molto comodo a Microsoft, intenta ad aumentare il livello di protezione tanto del suo sistema operativo quanto dei servizi cloud Azure. Con RiskIQ l'azienda avrebbe a disposizione strumenti avanzati per l'identificazione di (e la protezione da) minacce alle reti ed ai PC che ne fanno parte. Se dovesse essere confermata ed andare definitivamente in porto, questa operazione non sarebbe comunque isolata: solo un mese fa la stessa Microsoft ha acquistato ReFirm Labs, realtà specializzata nella protezione di dispositivi IoT.
Da parte dell'azienda di Redmond c'è evidentemente la volontà (e la necessità) di accelerare i tempi, visto che soprattutto gli Stati Uniti sono vittima ormai quotidiana di attacchi che, con il passare del tempo, diventano sempre più diffusi, gravi e anche costosi (nel caso dei ransomware, ma non solo). L'ultimo caso che ha riguardato Kaseya è emblematico nelle sue dimensioni e nelle conseguenze, nonché nella tecnica utilizzata dagli hacker: piuttosto che puntare ad una singola azienda, in questo caso si è andati alla radice prendendo di mira i server della società che fornisce supporto IT a migliaia di aziende. L'attacco si è così potuto diffondere rapidamente sino a riguardare l'intera rete.
Credits immagine d'apertura: Pixabay
Commenti
Una bella cifra, peccato che il digitale è un fronte perso sulla sicurezza, io i soldi li lascerei cartacei in quanto è molto più difficile falsarli.
La bella cosa è che io ho un computer con TPM 2.0. Su Windows 10 me lo dà attivo e funzionante, mentre Windows 11 dice che non ce l'ho. Mah!
A farci impazzire. :D
Basta il TPM 2.0