
Economia e mercato 14 Giu
Anche OpenSea, uno dei marketplace di NFT più famosi e conosciuti, risente del periodo nero dell'intero settore crypto, e licenzia il 20% della sua forza lavoro totale. L'unico indicatore concreto sul numero di dipendenti della piattaforma è la sua pagina LinkedIn, in cui ne sono citati 769; se è vero, ciò significa che circa 150 persone hanno perso il proprio posto. L'amministratore delegato Devin Finzer ha diffuso la notizia via Slack, ha parlato di buonuscita generosa e assicurazione sanitaria che arriverà fino al 2023.
Finzer ha spiegato che dovrebbe essere l'unica operazione di ridimensionamento condotta dalla società anche se la crisi del settore si dovesse protrarre. La previsione è di essere in grado di reggere a un "inverno delle crypto" di cinque anni. A gennaio, la società aveva ricevuto 300 milioni di dollari in finanziamenti; l'obiettivo, all'epoca, era di assumere 90 nuovi dipendenti e istituire un fondo per i creatori di contenuti.
Gli ultimi due mesi sono stati particolarmente stressanti per il mondo delle criptovalute. Da quando è crollato lo stablecoin TerraUSD, almeno tre società hanno dichiarato bancarotta, e molte di più hanno implementato massicci licenziamenti. Tra le più note, si citano Coinbase (1.100 persone lasciate a casa), BlockFi (20% del totale, quindi circa 200 persone) e Crypto.com (circa 260 persone).
Più in generale, il periodo è molto negativo per tutto il mondo tech, in cui le notizie di nuovi licenziamenti si susseguono praticamente su base quotidiana. Si cita la crescente incertezza economica globale, oltre alla fine (o quantomeno fase calante) della pandemia. Dopo due anni di crescita vertiginosa è arrivata la (in un certo senso comprensibile) battuta di arresto.
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Commenti
Una specie di contratto dove c'è scritto che un immagine digitale è tua, no quella non è arte
Dipende sempre cosa si intendi te per arte…che poi in tanti si siano buttati sugli NFT con la qualsiasi quello è un altro punto di vista.
Ma neanche arte però...
ne usciranno altri, vedrai.
dieci anni fa la parola d'ordine era "multilevel marketing", poi siamo passati alle criptovalute, poi alle blockchain, e adesso agli nft.
se dai un paio di giorni al gatto e alla volpe qualche sistema per derubare pinocchio lo trovano.
Sto facendo notare che tutti stanno licenziando a prescindere che si lavori su qualcosa o sul nulla.
Ho tanta stima per chi è riuscito a incentivare la vendita di migliaia di scimmiette in cui cambiavano le virgole facendole passare per l'affare della vita ma non posso neanche dirmi dispiaciuto per l'eventuale perdita del posto di lavoro. Credo che l'errore di fondo sia prestarsi alle vendite di cani e porci, di NFT senza alcuna utilità che creano sfiducia verso quel mercato, magari ci sarà un reset generale e ci si concentrerà su NFT che abbiano un senso.
Il TFR sara' pagato in NFT?
Intrattenimento non è il nulla
E non solo
si lo temo anche io... :(
Penso sia quasi certo che andrà peggio. Solo questione idi tempo, ma non molto.
Spendere tutta quella energia per creare una cosa....cosi....e poi...
Almeno l'ambiente ringrazia
Un successone
Quindi tutti i grandi nomi (es Netflix, Ms, oggi Bosh) che stanno licenziando producono nulla? Ok
vista la situazione...
spero per loro che non vada anche peggio!
Il collezionismo, l'arte, le opere e tutto ciò che non ha una specifica funzione nè valore intrinseco è sempre sostenuto e valorizzato quando c'è moltissima liquidità in circolazione. Senza liquidità in eccedenza nemmeno l'arte tradizionale verrebbe valorizzata e quotata a cifre astronomiche.
P.S: gli NFT non sono crypto nè finanza creativa.
Spiace per chi perde il posto di lavoro, meno per sto sistema maledetto che finalmente sta implodendo.
Quando stampi moneta a più non posso, e invece di investirli nell'innovazione dei processi e dei prodotti li spendi in
blackjack e quillo di lussocrypto e finanza creativa finché le cose non mettono male e allora giù a dare la colpa ai cinesi che "ci fanno concorrenza sleale!1!"È quello che succede quando si lavora sul nulla.