
30 Agosto 2022
Le opere tutelate dal diritto d'autore devono essere create per forza di cose da un essere umano. Partendo da tale premessa, l'USCO statunitense (United States Copyright Office) ha negato la possibilità di applicare tali norme per proteggere un'opera d'arte realizzata da un'intelligenza artificiale. Se la materia può sembrare di secondaria importanza, si rifletta sul valore che queste creazioni possono raggiungere.
A chiedere di considerare un'I.A. alla stessa stregua di un artista in carne ed ossa è il dottor Stephen Thaler, sottolineando che il requisito della paternità umana dell'opera debba essere considerato incostituzionale. L'opera in questione, visibile in apertura, si intitola A Recent Entrance to Paradise, ed è stata creata da Creativity Machine, un algoritmo sviluppato da Thaler che rielabora immagini in piena autonomia.
Il punto nodale è proprio questo: secondo l'USCO, per applicare la normativa sul diritto d'autore è necessario un intervento umano, anche se è minimo, cosa che manca nel caso specifico. L'agenzia governativa precisa che debba esistere un nesso diretto tra la mente umana e l'espressione creativa, un elemento essenziale per il riconoscimento del diritto d'autore.
Anche se mancano norme specifiche per disciplinare la protezione delle creazioni dell'I.A., su di un punto i membri dell'USCO concordano, anche tenuto conto delle precedenti pronunce dei tribunali statunitensi: l'espressione non umana non è idonea a far scattare la tutela tramite normativa sul diritto d'autore. Per lo stesso principio, per esempio, un tribunale ha negato anni fa la tutela tramite copyright dell'autoscatto realizzato da un macaco.
Le conclusioni sarebbero diverse se l'intervento umano ci fosse stato, ma non è era quello lo scopo di Thaler quando ha sviluppato Creativity Machine.
Mentre il dibattito sugli obblighi e sulle responsabilità dei robot mossi dall'intelligenza artificiale è in pieno svolgimento, Thaler porta avanti la sua battaglia anche al di là delle creazioni strettamente artistiche e oltre i confini statunitensi.
In precedenza ha cercato di far riconoscere l'I.A. denominata DABUS come l'inventore di due prodotti riportati in altrettante domande di richiesta di brevetto: l'Ufficio Marchi e Brevetti statunitense e quello britannico hanno rigettato le domande perché l'inventore non era umano; i procedimenti di appello contro le due decisioni sono ancora in corso.
Thaler è ha però ottenuto due importanti vittorie lo scorso anno: un giudice australiano ha ammesso che le invenzioni create dall'intelligenza artificiale possono essere tutelate tramite brevetto e il Sudafrica ha concesso il brevetto per un'invenzione realizzata da un'I.A.
Commenti
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ah no scusami, dire "ricchi" è fuorviante, hai ragione, diciamo "ricchi di brevetti". il punto è che quei sistemi buttano fuori un qualcosa che l'utente non si aspetta nemmeno e sul quale ha un controllo limitato. lì nessuno ha descritto matematicamente una densità di probabilità per produrre quel risultato. in un certo senso è come se facessi copiare vari stili di dipinti precedenti rimescolandoli, per un lavoro dove l'uomo non ha altro che dire da dove vuole copiare.
Nessuno ha detto che quelle opere abbiano un valore.
Non è diverso dal prendere una penna e fare un disegno.
Il fatto che tu abbia prodotto un disegno vuol dire forse che quel disegno possa vendere venduto per cifre elevate?
Ci voleva pure il diritto d'autore?
Ma chi la vuole sta cagata?
La mia IA con 30mila bit lo faceva meglio
chiaramente con quel "purtroppo" non mi riferivo alle condizioni di tutta la società. In merito ai ragazzi di bottega, oggi non abbiamo più nemmeno le botteghe... tranne cinema e tv è rimasto ben poco per cui lavorare, per di più l'Italia sembra abbastanza insensibile all'arte contemporanea rispetto (ad esempio) ai nostri vicini francesi spagnoli e tedeschi...ed è un vero peccato, di talenti ne abbiamo ad ogni angolo di strada
lo cercherò, grazie!
allora saremmo tutti ricchi, con 4 righe di codice puoi generare capolavori digitali a quanto pare.
"qualcuno" sono comunque decine di migliaia di persone dirette ed indirette (vedasi gli autori tv... dai programmi agli spot...ecc) ed anche nel Rinascimento c'erano poche "superstar" e tanti "ragazzi di bottega" ma soprattutto interi villaggi di contadini affamati per mantenere i signorotti che a loro volta pagavano gli "artisti".
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Il titolo è questo: Le Train De Nulle Part.
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Non che oggi il lavoro abbondi per loro, tranne per qualcuno molto popolare o famoso, purtroppo ci siamo lasciati alle spalle il Rinascimento da un bel pezzo
Anche l'auto-tune
Esatto, idem per trame dei film ecc... praticamente gli "artisti" resteranno senza lavoro (e diritto da lì in poi)
Se è una IA vera, del diritto d'autore se ne sbatte il microchip... mica gli interessa campare a sbaffo, lui e tre quarti della famiglia sua!
Tra un disegno e un'opera d'arte c'è la stessa differenza che passa tra una suoneria telefonica e una sinfonia.
Mi ricorda "il sesto giorno" in cui si discuteva dei diritti dei cloni xD
È incredibile come la gente perda il proprio tempo con le caxxate.
Una AI non è viva, quindi non conta niente, è un semplice programma, di conseguenza il diritto d'autore va a chi ha creato il programma e non al programma stesso.
Fine, è così semplice da essere disarmante.
Ho la senzazione che tu stia dicendo una verità
Qui c'è pieno di gente che usa i verbi senza aver mai letto un libro
più uno
Evvai con la nuova bolla... i fessi prolificano sempre.
sto Thaler non è un pittore, crea un algoritmo che disegna al posto suo pretendendo che sia arte e quindi valore, ma a chi vorrebbere prendere per il sedere?
Poi tutto puo essere , c'è chi compra scoregge o ntf qualcuno che compri questa opera d'arte ci sara di sicuro
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Ma il diritto d'autore può essere richiesto da chi ha scritto l'algoritmo o dal proprietario della macchina. Non è che per arte si intende solo pennelli e macchine fotografiche.
Interessante ma, suppongo, di non facile lettura
Beh, il vedutismo è considerato arte eppure non fornisce né emozioni né riflessioni, sono praticamente fotografie fatte a mano
Degli algoritmi forniscono un risultato, non arte.
Le solite tastiere criminali.
Su HDblog c'é chi ha scritto commenti chilometrici senza usare punteggiatura...
C'è un autore francese che ha scritto un intero libro senza usare i verbi.
Perchè in francese si può.
Ci sarà da ridere quando avremo calcolatori abbastanza potenti da sfornare libri"automatici".
Cos'è un libro se non una sequenza di parole?
Le macchine sono solo strumenti di supporto.
Fino a quando Skynet capirà di essere autocosciente.
Si dovrebbe riflettere ad oggi cosa si intende per arte, se è la capacità di pochi esseri umani di produrre qualcosa che emoziona e/o produce dei pensieri/discussioni o se è solo un prodotto punto.
Perchè imparare a suonare uno strumento e comporre è ben diverso di far fare musica al mac, perchè scolpire e dipingere è ben diverso da usare photoshop e così via.....
Il diritto d'autore ci dovrebbe essere solo se l'IA è senziente.
Turing aiutaci tu.