
Auto 06 Nov
La crisi dei chip non accenna a rallentare, ma quella che per molte realtà sembra essere un dramma insormontabile, per altre sta diventando un’opportunità senza precedenti di poter consolidare la propria posizione nel mercato. All’interno di questa categoria troviamo tantissime fonderie minori che nel corso degli anni sono diventate la terza o quarta scelta dei produttori di dispositivi, a causa della loro arretratezza dei processi produttivi.
La scarsa disponibilità di chip sta infatti portando diverse aziende a rivolgersi a fonderie in grado di soddisfare la propria domanda anche a fronte della necessità di dover scendere a compromessi con soluzioni tecnologiche peggiori. D’altronde la crisi è ben lontana dalla fine e ARM stessa ha recentemente ammesso di non aver mai visto una situazione del genere, nella quale alcuni ordini possono essere soddisfatti solo dopo 60 settimane.
Se quindi TSMC, Samsung e persino Intel hanno le proprie linee produttive completamente sature, fonderie minori del calibro di Microchip, STMicroelectronics, Onsemi, Infineon e NXP Semiconductors stanno vivendo una fase particolarmente positiva, al punto di ritrovarsi tra le mani un potere contrattuale che non hanno mai sperimentato prima.
Un esempio interessante è quello di Microchip, la quale ha profondamente modificato le sue politiche a causa dell’enorme domanda che si è trovata a fronteggiare: se prima accettava che un perter cancellasse i suoi ordini entro 90 giorni dalla spedizione dei chip, ora ha deciso di soddisfare solo gli ordini dei clienti che richiedono almeno 12 mesi di fornitura, senza permettere la possibilità di cancellarli o modificarli.
Lo stesso è avvenuto anche per le altre fonderie, le quali ora si ritrovano davanti ad una domanda sostenuta che permette loro di fare persino una selezione delle aziende con cui collaborare, prediligendo i contratti più redditizi. Ciò sta portando anche ad una rapida evoluzione delle fonderie, visto che ora possono contare su un maggior numero di capitali e feedback che favoriscono l’ammodernamento della loro filiera.
L’utilizzo di processi produttivi vecchi, inoltre, non rappresenta un problema per molte realtà, come ad esempio quelle legate al settore automotive. Queste infatti preferiscono affidarsi ad un processo più rodato e sicuro, la cui affidabilità è già stata testata e garantita in diversi ambiti, piuttosto che buttarsi verso l’ultimo ritrovato che non fornisce le stesse sicurezze. Insomma, la crisi dei chip è diventata una vera e propria opportunità per tantissime piccole realtà.
Commenti
I microcontrollori non si trovano più grazie agli uffici acquisti delle aziende che non valutando l aspetto strategico del componente hanno richiesto abbassamenti di prezzo inconcepibili , (esempio 0,2 Eu per un microprocessore 8 bit ,0,5 Eu per un 32 bit) questo ha generato terziarizzzaione delle produzioni in Asia e adesso abbiamo macchinari del valore di decine di migliaia di euro fermi per pochi Euro di microprocessori .
Io ne ho ho venduti per 35 anni ed ho assistito a questa cecità strategica
Ci sono anche costruttori americani ed italiani che hanno mantenuto anche parzialmente fonderia silicio in casa
L'offerta è talmente alla frutta che anche questi produttori sono ormai a secco: la vera opportunità è per "aziendine" cinesi che fanno cloni o quasi è che prima nessuno davvero si filava, vedasi GigaDevice e simili.
C'è carenza anche di microcontrollore a 90nm, primi su tutti gli ST.
In realtà il costo del Ferro è in picchiata da settembre
...e in Italia esportiamo ancora quasi solo vino e formaggi.
Il non accettare cancellazione di ordini serve a limitare l effetto dei doppi o tripli ordini .
Cosa succede ? Che i clienti staccano ordini dello stesso processore a più fornitori ,amplificando la situazione di mancanza ,per poi cancellare ordini appena ricevuta la consegna del primo fornitore .
Questo può generare , appena le consegne miglioreranno ,un effetto valanga
Bhe se è affidabile perchè no ? Certi settori anche 32 o 40 e passa nanometri bastano e avanzano.
E vai di PIC per tutti allora...
Hai capito tutto quello che detto, ok
anche il numero di ragazzini che giocano a palla sotto casa è superiore al numero di calciatori di serie A, ma non per questo possiamo dire che giocano meglio
Situazione fotocopia per la carta.. manca e quella che c è è di seconda scelta e costa piu della prima.. a modo loro sono degli scalper che lucrano sulla scarsitá
Quasi quasi mi apro una fonderia gay dove lavorare duro e divertirmi duro everybody dance now
Oltre il 90% del mercato è costituito da semiconduttori da 28 nm o più.
Non è che in precedenza sentivano molto la concorrenza di tsmc e samsung, eh...
Semplicemente sono specializzate in altro, in chip che non richiedono l'ultimo processo produttivo disponibile.
Opamp, microcontrollori, semplici memorie flash, sram, regolatori di tensione, buffer di vario tipo, asic a bassa potenza... Sono tutte cose che non ha senso fabbricare a 7nm, incrementi solamente i costi in modo esponenziale senza avere molti benefici. Ecco, queste piccole fonderie sono specilazzte in questo, produzione di chip generici con processo produtivo rodato (anche molto più di 45nm) che non richiede decine di miliardi di investimento per essere sviluppato e perfezionato
guarda che 28 o anche 45 nanometri sono perfettamente validi per i chip semplici, anzi, sono perfino preferibili perchè mantengono bassi i costi di sviluppo e produzione.
Non tutto è fatto da cpu e gpu da miliardi di transistor, esistono letteralmente decine di migliaia di chip a bassissimo consumo che sono sempre necessari, e farli a 7nm sarebbe uno spreco ridicolo e inutile
lol
più che altro tante realtà avranno un paio di anni di vita in più.
Sarà.. ma non si trovano manco microcontrollori che penso possa fare pure il fabbro sotto casa..
Sei un simpaticone!
Un mio amico lavora in una piccola fonderia e mi dice tutt'altro. Sono in crisi soprattutto a causa dell'aumento del costo del ferro.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
28 nanometri alla riscossa!
Si ma dipende che devi fare.
Il problema è che per alcune produzioni hai scelte obbligate.
Vuoi produrre CPU o GPU con l'ultima tecnologia disponibile? TSMC, Samsung, Intel. Fine della fiera.
Vuoi delle memorie? SK, Micron, Samsung e ci metto pure Toshiba. Il resto son rebrand o marchi minori (parliamo di nemmeno il 10%, e già 10% penso sia un'esagerazione).
C'è sicuramente di più in altri ambiti, il problema è che si è spostato il grosso della produzione fuori per tutta una serie di motivi.
Rimangono poi i problemi legati a tutta la filiera, dalle materie prime, ai trasporti e tutto quello che ne consegue.
Intel in realtà a livello di forniture non ha sofferto lo shortage, tant'è che si stanno aprendo le fonderie più vecchie a forniture esterne, non esistono solo i chip sotto i 30 nm, questi sono semplicemente quelli a maggior valore aggiunto, mentre a livello meramente numerico le forniture più grosse sono quelle di microchip al di sopra dei 50 nm, basti pensare a tutte le carte contactless presenti al mondo, schede elettroniche per elettrodomestici, accelerometri, ecc, che superano tranquillamente PC e cellulari e tablet
Purtroppo servono troppi dindi per arrivare ai livelli di samsung & co.
Vedi intel quanti ne sta cacciando per recuperare sostanzialmente un solo nodo di svantaggio.
È un periodo d'oro per tutte le fonderie che sono sempre piene di ordini
Beh queste fonderie hanno davvero un pp veramente vecchio eh
intel non la considererei un esempio virtuoso ahahahah
Questa è una bella notizia, magari avranno anche la possibilità di guadagnare abbastanza per poter investire in filiere a livelli di Samsung, TSMC e Intel.