
18 Agosto 2021
29 Settembre 2021 14
Sorgerà in Italia, e precisamente in provincia di Reggio Emilia, la prima fabbrica al mondo interamente alimentata a idrogeno del mondo. Più precisamente siamo a Castellarano, nel distretto ceramico emiliano: è a questa zona che si deve il 90% della produzione complessiva nazionale del settore, centro nevralgico globale che fa dell'innovazione e del know-how tipico dei distretti industriali i suoi principali punti di forza.
La decarbonizzazione passa dunque anche da qui, da aziende come Iris Ceramica che, in sinergia con Snam, si appresta a riconvertire l'intera produzione per diventare green, senza incidere così sull'ecosistema attraverso processi completamente sostenibili. L'obiettivo è sempre lo stesso: contribuire pro-attivamente alla neutralità carbonica, come previsto dal Green Deal dell'Unione Europea che ha fissato al 2050 la data entro la quale terminare il processo di transizione e arrivare alla carbon neutrality.
Il piano è stato presentato a Milano nel corso dell'evento The H2 Road to Net Zero organizzato da Bloomberg e prevede una stretta collaborazione tra Iris Ceramica - una delle principali aziende che operano nel settore - e Snam. Queste le parole di Marco Alverà, AD di Snam, in occasione dell'annuncio della partnership:
L'idrogeno verde è il vettore energetico ideale per decarbonizzare un'industria ad alta intensità energetica come quella della ceramica, un settore nel quale l'Italia dispone di aziende di eccellenza a livello internazionale come Iris Ceramica Group. Questa collaborazione, che si aggiunge alle iniziative che stiamo portando avanti in altri settori come l'acciaio, il vetro e i trasporti ferroviari, rappresenta un primo passo verso la produzione in futuro di ceramica a zero emissioni di CO2.
Affidarsi gradualmente all'idrogeno nel settore ceramico rappresenta una sfida non di poco conto, considerando il fatto che proprio la produzione della ceramica richiede processi altamente energivori. Vincere questa sfida potrebbe significare tanto per l'intera industria italiana - e non solo.
La fabbrica sorgerà entro il 2022 a Castellarano, e sarà la prima al mondo "geneticamente concepita e progettata per funzionare a idrogeno verde", dice Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group. Sul tetto sarà installato un impianto fotovoltaico da 2,5 megawatt, affiancato da un elettrolizzatore e ad un sistema di stoccaggio dell'idrogeno. Nel periodo di transizione la produzione di piastrelle dipenderà da idrogeno e gas naturale - portato nel distretto nel corso degli anni '80 proprio da Snam - per poi convertirsi gradualmente in produzione a impatto zero.
Nel corso dell'evento Snam ha annunciato anche l'accordo con IRENA (International Renewable Energy Agency) per "sviluppare l'idrogeno verde a supporto della transizione energetica globale". Oggetto della collaborazione è lo studio - e l'eventuale implementazione - di "progetti pilota finalizzati alla produzione di idrogeno da rinnovabili, al suo trasporto e alla sua distribuzione, con l'obiettivo di sviluppare business case replicabili".
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Commenti
Tra l'altro il FV soffre il caldo paradossalmente...
Visto le temperature che si raggiungo da quelle parti, di sicuro avresti sole in abbondanza ma il calore da smaltire sarebbe enorme, con ripercussioni sul microclima, avevo letto tempo fa di questa cosa, altro motivo per cui non è cosi facile come sembra tirar fuori energia elettrica
Figurati.
Curiosità : La creazione di un microclima locale è stato ogetto di diversi studi ed è stato uno dei punti che hanno portato all'esclusione dell'idea di usare il Sahara per produrre energia da solare fotovoltaico/termodinamico.
Molto interessante, grazie :)
Questo tipo di impianti solitamente viene fatto a terra per diversi motivi, uno dei quali è che sotto ai pannelli si crea una specie di "microclima" perchè il calore non convertito viene dissipato sotto. Coprire 22 mila metri di tetto con i pannelli significherebbe creare un forno enorme :D
Poi tutto è possibile con il giusto isolamento, ma di solito non si fanno questi interventi per risparmiare, si prende un terreno adiacente e si crea una "piccola" solar farm.
Eh immaginavo, devono avere dei capannoni belli grandi o un sacco di spazio...
Tanti, dipende anche dal tipo di pannello utilizzato, considera che in media un KW corrisponde a 8mq, quindi teoricamente 20.000mq di pannelli. poi c'è però da aggiungere lo spazio tra i pannelli necessari per una corretta esposizione e si arriva ad un 22 mila.
Bah, non per fare il solito pessimista o meglio realista, ma anche qui si tratta di puro e semplice greenwashing, perchè il giro energia-idrogeno-energia per quanto "green" rimane una pura mossa di marketing, se non speculativa per rientrare in qualche finanziamento. Potevano benissimo immettere quei 2,5MW in rete senza passare dallo stoccaggio all'idrogeno, veniva usato il 100% (90% per effetto joule se troppo lontano) dell'energia prodotta da tali pannelli. Così invece se ne perde una bella fetta per lo stoccaggio, certo ci sarebbe da vedere l'effettivo fabbisogno della produzione poi perchè visto che si parla di processi energivori 2,5mw di fonte aleatoria produrranno 2,8 GWh l'anno più o meno dei quali una parte sfruttata di meno per via della perdita dovuta dallo stoccaggio. Sempre meglio di produrlo da fossile ovviamente
Se l'idrogeno viene prodotto veramente in maniera ecologica é una buona sperimentazione. Per il momento la produzione di idrogeno economicamente interessante é tra le cose piú inquinanti che si possa pensare. Felice di venire smentito.
Ma perché l'idrogeno è green?
Non lo so, ma la ceramica secondo me ne ha a sufficienza
Almeno 25mila mq secondo me..
"Sul tetto sarà installato un impianto fotovoltaico da 2,5 megawatt"
O___O
Quanti metri quadri di pannelli servono per un impianto del genere?