
18 Settembre 2020
Ridurre i contributi per l'uso delle frequenze licenziate consentirebbe ai piccoli e medi operatori TLC di abbattere i costi dell'uso dei ponti radio, incrementare le prestazioni dei servizi di connettività e ridurre le tariffe. È questo l'obiettivo di un emendamento (101-bis) alla Legge di Bilancio proposto dal deputato Michele Gubitosa (M5S). "Speriamo che le forze politiche siano pronte ad appoggiare questo emendamento che ha già incontrato il favore non solo degli operatori, ma anche di authority, come AGCOM", ha dichiarato Dino Bortolotto, presidente dell'associazione dei provider indipendenti Assoprovider. "Si tratta di una misura necessaria, ancora più oggi, in un momento delicato del Paese che ha bisogno, sia lato aziende che privati, di più digitalizzazione".
A ottobre, nella lettera inviata da Assoprovider al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, si anticipava che uno sconto del 75% sull'uso delle frequenze non avrebbe intaccato il gettito considerando il conseguente aumento di utilizzo. Oggi queste frequenze sono ampiamente disponibili e inutilizzate: si parla di meno del 2% del totale.
Le frequenze licenziate sono chiave per le trasmissioni punto-punto dei ponti radio che in alcuni casi sono a monte di servizi residenziali fissi e fixed wireless (1Gbps la velocità record 5G di TIM). Un loro maggiore impiego consentirebbe in poche settimane di raddoppiare e quasi a decuplicare la "banda disponibile sulle dorsali dei provider Internet".
Abbatterne i contributi dovuti allo Stato vorrebbe dire favorire lo sviluppo e "portare uguaglianza e crescita nel mercato delle TLC in Italia", secondo Assoprovider. Senza contare i vantaggi nelle aree a fallimento di mercato e quelle più difficilmente raggiungibili. Inoltre si consentirebbe anche agli operatori più piccoli di diventare essi stessi referenti wholesale (all'ingrosso).
"Il costo delle frequenze punto-punto provoca una distorsione del mercato. Il meccanismo di sconto sulle quantità, secondo il quale più clienti un operatore ha e più sconto ha sulle frequenze, provoca una differenza del 400% tra il contributo amministrativo pagato da un piccolo operatore e quello pagato da un grande utilizzatore dello stesso identico bene pubblico", ha spiegato Bortolotto.
L'Associazione denuncia che i contributi amministrativi italiani sono i più alti in Europa, "ben 10 volte maggiori di quelli richiesti per altri Paesi".
L'applicazione della riduzione di un 75% dovrebbe essere concessa alle imprese TLC "che erogano il servizio a utenti finali in numero pari o inferiore ai 50mila". La proposta è di segmentare le tariffe in questo modo:
Commenti
Ce ne sono parecchi, soprattutto nelle aree rurali
come no, ne esiste anche uno con 10 clienti
Ma 50000 utenti sono i clienti complessivi della azienda TLC? Ce ne sono di così piccole?
Non mi torna una cosa, si parla di meno di 50 mila clienti, ma non mi sembra esista un licenziatario che ne abbia così pochi
sembra interessante! :)