
Apple 23 Feb
Pare che ci sia un avvicendamento nella supply chain per quanto riguarda il visore di realtà virtuale Apple di prima generazione: a Pegatron subentrerà Luxshare ICT, stando a quanto riporta l'analista di TF Securities Ming-Chi Kuo. Formalmente, per il passaggio del "testimone" le due aziende avrebbero stabilito una joint venture, chiamata Luxcaseict e guidata da Luxshare; Apple si aspetta che ciò velocizzi il processo di riduzione dei costi del visore.
Il profitto di Luxcaseict si rifletterà anche su Pegatron, dato che possiede delle quote di partecipazione, ma al tempo stesso significa che il colosso sta gradualmente gettando la spugna sull'iniziativa VR/AR della Mela. Per quanto riguarda Luxshare, è difficile che l'investimento porterà frutti nel breve termine: ci si aspetta che le spedizioni iniziali del visore saranno molto basse, quindi è possibile che sarà fabbricato a prezzo di costo o in perdita. Secondo la fonte, per Luxshare è una mossa strategica - un po' per ingraziarsi Apple e accumulare ordini per questo e il prossimo anno, uno po' nella speranza di diventare il fornitore di fiducia in una linea di prodotto che nei prossimi anni dovrebbe crescere ed espandersi.
La seconda generazione di visori, dice sempre Kuo, sarà composta da quattro modelli: due di fascia alta e due di fascia bassa. I modelli più economici saranno realizzati da Foxconn, quelli più prestigiosi proprio da Luxshare. La produzione è prevista non prima del 2025. Ricordiamo che Luxshare, che è cinese, lavora per Apple già da diverso tempo - è una delle principali produttrici di AirPods, e una produttrice di minoranza di iPhone da un paio d'anni abbondanti. Pegatron, taiwanese, è molto più grossa, ed è un'ex divisione di ASUS; produce per Apple una varietà di prodotti, tra cui iPhone e iPad.
Kuo osserva che questa "resa" di Pegatron potrebbe essere un segnale di avvertimento per Apple: in sostanza, se le prospettive per la AR/VR fossero così promettenti come lascia intendere non dovrebbe fare così fatica a trovare partner per la produzione. Kuo osserva che negli ultimi due anni i fornitori di Apple hanno preferito investire in altri nuovi progetti con aziende diverse, anche più audaci e distanti dal loro core business (per esempio i veicoli elettrici)
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