
08 Settembre 2022
Bose è un nome di primo piano nel mercato dei dispositivi audio, ma la necessità di diversificare le attività di impresa in un settore sempre più competitivo è una sfida complicata anche per un'azienda del suo calibro. A fare luce su alcuni retroscena della sua politica aziendale è un recente rapporto del Boston Globe che evidenzia come il personale di Bose si sia progressivamente ridotto dal 2019 al 2021, passando da 9.000 a 7.000 dipendenti.
L'ultima ondata di licenziamenti è arrivata a marzo scorso: 245 posti di lavoro in meno concentrati nelle divisione che si occupa(va) dello sviluppo di apparecchi acustici, attività che Bose avrebbe deciso di archiviare definitivamente. La notizia degli esuberi di marzo è stata confermata da un portavoce di Bose al Boston Globe, senza entrare nel merito del numero esatto ma precisando le motivazioni: lo scopo è concentrare le risorse sullo sviluppo di prodotti più rilevanti per la clientela. Modo diverso per dire prodotti che hanno maggiori possibilità di vendita. Secondo quanto riferito dal portavoce Bose starebbe contestualmente assumendo altri 200 dipendenti da destinare ad altre aree di attività:
Mentre abbiamo ridotto il personale in alcune aree, stiamo continuando ad assumere in altre.
Tra le fonti contattate dal Boston Globe ci sono anche alcuni ex-dipendenti di Bose che confermano come negli ultimi anni l'azienda abbia dato il via ad una serie di licenziamenti a rotazione. Quando un'azienda è in difficoltà o deve ridefinire gli obiettivi può decidere di rinunciare a parte della forza lavoro che viene licenziata per brevi periodi con la prospettiva di un futuro rientro; alla riassunzione del gruppo di dipendenti A segue il licenziamento del gruppo di dipendenti B e così via. I dipendenti, in ultima istanza, non perdono per sempre il posto di lavoro. Il bilancio tra nuove assunzioni/riassunzioni ed esuberi di Bose per ora si chiude con i sopraccitati 2.000 posti in meno nell'ultimo triennio.
Bose si è creata un nome nel settore delle cuffie e degli auricolari premium quando ancora colossi del calibro di Apple ne erano del tutto estranei. La diffusione di prodotti come gli auricolari true wireless e di modelli diventati molto popolari, come le AriPods della casa di Cupertino che di fatto hanno fatto da volano per la crescita del segmento, ha rimescolato le carte in tavola e reso più serrata la concorrenza nel segmento degli auricolari senza fili di fascia alta. Bose ha provato a reagire diversificando il catalogo, mossa ben sintetizzata dal lancio dei Frames, gli occhiali con cuffie integrate. Si tratta di prodotti di nicchia che non sono certo in grado di generare ingenti entrate.
Commenti
Ed il management poi ha fallito, se dobbiamo dirla tutta.
Lo hanno assunto quando il fatturato è la struttura aziendale erano diversi.
Basta togliere 150€ a tutti i prodotti e vedi come sfondano gli obiettivi
Lo hanno assunto loro mica io, e nessuno qui può saperlo nel caso specifico.
Se un'azienda va male non è colpa dell'operaio o impiegato ma della dirigenza
Bellissimi prodotti ma prezzi esagerati...ho di recente visto un sistema per la tv, subwoofer e barra bellissimi ma prezzi da capogiro...
La mi azienda da i premi produzione, magari anche altre lo fanno.
Ma non sarà che parte del personale è inutile?
Le aziende elargiscono tanto quanto gli conviene dal punto di vista fiscale, le perdite invece non possono detassarle e quindi tagliano i costi fissi dove è più semplice e diretto, gli stipendi.
Si è sparsa la voce?
Un vero peccato per Bose. Ho delle casse comprate una decina di anni fa che utilizzo al posto dello speaker integrato della tv...davvero una bellezza. Suono pulito, bassi non troppo invasivi, ma ben presenti. E' incredibile come fatto il prodotto, tutto il mercato cerchi di collocarsi in un segmento che fino a poco tempo prima nemmeno conosceva
Mi chiedo se quando queste aziende vanno bene, distribuiscano premi produzione e benefit generosi.
"Privatizing Profits, Socializing Losses"