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Smartwatch e smartband possono rilevare gli effetti a lungo termine del Long Covid

07 Luglio 2021 20

Fin dall'inizio della pandemia ci sono stai diversi studi che hanno dimostrato come i dispositivi indossabili possono essere in grado di rilevare i primi sintomi del COVID-19. Un nuovo articolo pubblicato oggi sulla rivista JAMA Network Open, ha evidenziato che smartwatch e smartband potrebbero fornire anche dati sugli effetti a lungo termine del virus.

Questi nuovi dati provengono dallo studio DETECT (Digital Engagement and Tracking for Early Control and Treatment) condotto dai ricercatori dello Scripps Research Translational Institute in California. La ricerca ha avuto inizio il 25 marzo del 2020 ed è terminata il 24 gennaio 2021 interessando oltre 37.000 persone che hanno utilizzato indossabili Fitbit, Apple Watch e di altri prodotti connessi all'app MyDataHelps.

A ottobre dello scorso anno, ci sono stati i primi risultati che hanno evidenziato come la combinazione dei dati ottenuti dagli indossabili, associati ai sintomi dichiarati dagli utenti, ha portato a un rilevamento più accurato dei casi di COVID-19 rispetto al riferimento ai soli sintomi.


Attualmente, i ricercatori stanno approfondendo i dati concentrando l'attenzione in modo particolare sugli effetti a lungo termine, comunemente indicati come "Long COVID". Inizialmente, i ricercatori si stanno concentrando sui dati degli utenti con dispositivi Fitbit:

"C'è stato un cambiamento molto più rilevante della frequenza cardiaca a riposo nelle persone che avevano il COVID rispetto ad altre infezioni virali.Abbiamo anche un rilevato cambiamento molto più drastico nei passi e nel sonno".

I ricercatori hanno anche scoperto che circa nove giorni dopo che i partecipanti contagiati hanno iniziato a segnalare i primi sintomi, la loro frequenza cardiaca è diminuita. Dopo questo calo, che non è stato osservato in quelli con altre malattie, i loro battiti cardiaci sono aumentati nuovamente e sono rimasti elevati per alcuni mesi. Ci sono voluti 79 giorni, in media, perché la loro frequenza cardiaca a riposo tornasse alla normalità, rispetto ai soli quattro giorni per quelli del gruppo non contagiato dal Covid. Anche i livelli di sonno e attività fisica sono tornati ai valori di base più lentamente nei soggetti con Covid-19 rispetto a quelli con altri disturbi.

I ricercatori hanno anche identificato un piccolo sottogruppo di persone contagiate la cui frequenza cardiaca è rimasta con più di cinque battiti al minuto al di sopra del normale da uno a due mesi dopo l'infezione. Quasi il 14% di quelli con la malattia rientra in questa categoria e la loro frequenza cardiaca non è tornata alla normalità, mediamente, per oltre 133 giorni.

Sebbene questo sottoinsieme di ricerche si concentri sui dati Fitbit, sono comunque previste ulteriori ricerche simili in futuro.


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Commenti

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piervittorio

Diciamo che i serbatoi ideali ove incubare le varianti sono i pazienti long covid o quelli curati con gli anticorpi monoclonali, che favoriscono l'escaping virale.
Un vaccinato sviluppa di norma una carica virale troppo contenuta, ed un numero di generazioni virali troppo ridotto, per riuscire, statisticamente, a sviluppare mutazioni efficaci per evadere la risposta anticorpale.
Però è ovvio che se il virus circola, le possibilità della nascita di nuove varianti si amplifica, perché circolando troverà sempre più validi incubatori, tra no responder, immunocompromessi, non vaccinati ecc., che hanno la massima possibilità di diventare pazienti long covid.

Non ci posso credere

Grazie per la spiegazione dettagliata. Il problema, comunque, risiede in quel periodo in cui la fase replicativa non sarà sufficientemente contrastata. Con il falso senso di sicurezza, c’è il rischio di lasciare campo al virus di “variare” abbastanza di renderli del tutto inefficaci. O sbaglio?

piervittorio

Ho fatto e continuo a fare un bel po' di cose, ma sempre legate alle tematiche dell'innovazione, della tecnologia, dell'ambiente e della salute.
Qualche mattina mi sveglio e non mi ricordo bene chi sono quel giorno: una volta mi occupo di esplosivi (campo nel quale sono pure relatore a Bruxelles in Commissione Europea), un altro devo andare a supervisionare la sperimentazione di un processo industriale per il recupero di silicato di sodio dai pannelli fotovoltaici dismessi, un altro ancora ho la full immersion con gli amici scienziati e professori (soprattutto virologi, immunologi, biologi molecolari, epidemiologi, infettivologi, ma anche analisti di big data, chimici, farmacologi ecc.).
In realtà vorrei dire che come lavoro faccio il marinaio, che era la mia seconda opzione preferita dopo che la carriera da pornoattore non ha superato nemmeno le preselezioni...

SmallSize
Miocardio

Giusto per curiosità che fai nella vita?

LoseYourself

Motivo per cui non ho mai capito chi, a cuor leggero, mi parla di una "banale influenza" o tanto "ti fai gli anticorpi e sei apposto". Io non ho mai visto chi si prende il virus dell'epatite dire a cuor leggero "di tanto al 90% di formano anticorpi e si debella".

Antares
piervittorio

Il vaccino genera una risposta immunitaria che produce anticorpi neutralizzanti specifici.
Alcuni di questi anticorpi non sono efficaci contro la variante Delta, e quindi in taluni casi il vaccinato può positivizzarsi, ma poiché il sistema immunitario è già istruito, inizia a produrre in quantità anche quella parte di anticorpi efficaci.
Di conseguenza si avrà un breve periodo in cui la fase replicativa virale non sarà sufficientemente contrastata, ma dopo poco il virus viene debellato nelle vie aeree superiori, prima di diventare una infezione sistemica.
Da questo processo deriva la bassissima patogenicitá che si riscontra in soggetti vaccinati.
All'opposto, in individui non vaccinati, l'organismo impiegherà del tempo a riconoscere il virus, e "inventarsi" degli anticorpi specifici (circa quindici giorni, che non a caso è lo stesso tempo che impiega il vaccino a far montare la risposta immunitaria).
Ma in quei quindici giorni l'infezione si sarà diffusa in tutto l'organismo, con le conseguenze del caso.

Limbadotu

Ottimo intervento

Non ci posso credere

Corretto quasi tutto. Infatti, sembra affermarsi il fatto che il vaccino non protegge dall’infezione.

Massimo Carra

finalmente una risposta da parte di una persona istruita...

jose manu

Se ti viene mal di testa vai dal tuo medico o dalla tua app dello smartband?

Antares

comatrix non è ancora arrivato a parlare di come un dispositivo nemmeno certificato non si possa sostituire ad un medico?
Attendo con ansia un suo intervento

piervittorio

Aspetta, sono cose diverse.
Una polmonite è genericamente una infiammazione dei polmoni, quale ne sia la causa (batterica, virale, radiazioni, spore ecc ), può lasciare a qualsiasi età del tessuto cicatriziale che spesso rende più vulnerabili i guariti, oppure gli riduce la capacitá polmonare.
Qui stiamo parlando di una infezione sistemica, dal decorso noto, che sappiamo esattamente cosa colpisce (l'endotelio) e come lo colpisce (grazie al recettore ACE2).
Certo, la gravità, durata e conseguenze delle lesioni varieranno da individuo ad individuo, ma saranno sempre riconducibili al virus all'interno di un nesso di causalità definito, e su questo è necessario generalizzare.
Una infezione virale sistemica non è mai una passeggiata, nemmeno quando lo sembra.

momentarybliss

Purtroppo il Covid penso sia la malattia più politicizzata della storia umana. E dove mette mano la propaganda politica, fa danni incalcolabili

fa un sacco di ricerche interessanti fitbit, peccato che sono concentrate solo in usa altrimenti mi iscriverei ai test per le varie ricerche.

Fabatar

Tutto dipende dall'ospite e da come risponde, considera che ci sono ragazzi che non recuperano completamente anche da polmonite avute in adolescenza, ma le variabili sono talmente tante che non bisogna generalizzare.

ErikaRossetti

Le faccio i complimenti per la precisa analisi. Uno dei pochi commenti sensati letti in questi mesi ( poi si può esser d’accordo come no ). Qua da noi molti non si vaccinano perché hanno paura delle conseguenze, essendo vaccini fatti in fretta e furia. Mascherine già tolte da qualche mese, e come lo scorso anno, fino a settembre tutto ok. Non vorrei di nuovo tornare ai soliti ritmi. Ma mi preoccupano sia le conseguenze “nascoste” del COVID per i prossimi anni, sia di quelle dei vaccini. Che casino :(

piervittorio

Il CoViD è una infezione sistemica che aggredisce tutto il tessuto endoteliale.
Ovvero, in pratica, colpisce TUTTO l'organismo.
I danni neurologici, vascolari, cardiocircolatori, ed a molti altri organi, persino tra chi l'ha superata in maniera asintomatica, sono sempre più evidenti.
Poichè sembra vi sia (e lo si studia da decenni) una correlazione diretta tra i micro ictus cerebrali (o insulti ischemici), di fatto invisibili, e l'insorgenza precoce di malattie neurodegenerative, a partire dalla demenza, si teme che il vero pesantissimo conto di questa pandemia lo si pagherà tra qualche anno.
Il fatto che gli smartwatch inizino a mostrare anomalie neurologiche e cardiocircolatorie tra i pazienti long covid, non stupisce nessuno scienziato: ben raramente un'infezione virale sistemica non lascia conseguenze più o meno gravi, non si vede proprio perchè il CoV2 dovrebbe fare eccezione.
La vera preoccupazione è per quelli apparentemente guariti, pazienti che spesso hanno superato il CoViD in maniera asintomatica.
Nessuno sa con esattezza quanto siano guariti davvero, ovvero quanti danni latenti hanno subìto davvero, e se e quando tali danni presenteranno il conto.
Perché pensando alla PESS, rara malattia neurodegenerativa sempre letale che insorge anni dopo il morbillo, e che nessuno si aspettava fosse una conseguenza del medesimo, tutti gli scienziati si toccano le balle in un gesto scaramantico.
Ma la cosa allucinante è che anche se queste informazioni sull'ESTREMA insidiosità del CoV2 si possono trovare su ogni fonte scientifica, c'è gente che ancora pensa sia una passeggiata contro la quale sia inutile o peggio pericoloso vaccinarsi.
In fondo, un po' di febbre e poi sei guarito, come fosse un'influenza.
Al che, penso che forse il CoViD l'abbiano già avuto, ed i danni neurologici li stiano già mostrando mentre scrivono quelle boiate.

momentarybliss

Purtroppo c'è chi si ostina ad equiparare il Covid all'influenza, quando un terzo degli ammalati ha sofferto per mesi dei postumi

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