
15 Giugno 2023
19 Aprile 2023 9
Aprile 2022 - aprile 2023: tanto è durato Blockscale, il chip ASIC progettato espressamente da Intel per il mining di criptovalute. Anzi, a dirla tutta è durato ancora meno, visto che le prime consegne sono partite nel terzo trimestre dello scorso anno. Insomma, nemmeno il tempo di metterlo a regime che l'azienda americana ha deciso di rinunciare al progetto.
Al momento non pare esserci alcun piano B, nessun processore dunque all'orizzonte pronto a sostituirlo. Ma la porta non è stata chiusa del tutto: "Continuiamo a monitorare le opportunità del mercato", dicono a Santa Clara. Una possibile interpretazione di questa affermazione potrebbe essere che si rivaluterà la produzione di un nuovo chip ASIC quando il valore del bitcoin tornerà alto - se tornerà alto.
É curioso osservare come Intel abbia introdotto la sua soluzione proprio nel momento in cui il bitcoin ha iniziato a perdere valore: ad aprile dello scorso anno sfiorava infatti i 40.000 euro, poi è crollato sino a raggiungere i 15.000 euro a cavallo tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023. E ora che Blockscale esce di scena, ecco abbozzata una lenta ripresa della criptomoneta, ora quotata a 26.692,75 euro. Insomma, Intel non è riuscita a far coincidere le sue opportunità di business con l'andamento del mercato.
Non è neppure detto che Intel sia intenzionata a tornare sui suoi passi, qualora si presentasse una buona occasione. Innanzitutto uno degli artefici del chip dedicato a crypto e blockchain ha lasciato l'azienda a marzo, e poi la crisi economica che sta colpendo il settore ha portato le società a concentrarsi sui (pochi) progetti che davvero possono rendere. Non è il tempo delle scommesse, e ci sono tecnologie che ora attirano molto di più - vedasi l'intelligenza artificiale.
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Commenti
Nemmeno nelle scienza ci sono fronti comuni, come possiamo sperare che ci siano fronti comuni su cose simili? Se il sistema sopravvive lo fa perché é conveniente che rimanga, altrimenti si sgonfierá e svanirá.
non ne imbroccano una...
Le regole fiscali se fatte con criterio mi stanno bene, il problema è che non c'è una quadro normativo generale, per dire in Cina le hanno bannate proprio, in Italia si sta cercando di portarle alla luce ( tassandole ), in America ci sono vari fronti, da chi è contrario e chi a favore, con in mezzo la SEC che sta dando battaglia a tutto campo ( spesso perdendo del tipo do "cojo cojo" )
Hanno smesso di essere un wild west, arrivano le regole, arrivano i notevoli costi energetici aggiuntivi, il mining non é piú così redditizio e si é creata l'aura di "banconota per azioni illegali", tutto assieme le sta stroncando.
Che poi magari alcune siano meno energivore di quanto si pensa, non cambia il fatto che il senso comune é quello che spinge i cambiamenti.
Mah non sono tutte PoW e il PoS consuma assai meno di energia, il punto semmai è che si sta regolamentando da una parte ( male vedi anche Italia ) cercando di dargli un inquadramento normativo a livello fiscale, ma dall'altra si fà la guerra, vedi negli stati uniti
Ma e' un classico, la gente rimba arriva al top e vende ai minimi. I grossi investitori invece sono entrati al double bottom dell' sp500 un po' su tutti i mercati,pure su btc
Le crypto sono morte nel momento in cui si é trovato l'accordo per la compensazione della co2.
Se la sec americana a trazione "sinistra" continua a caricare a testa bassa, si fà dura per le crypto nei prossimi tempi