
18 Gennaio 2023
Intel entra oggi un po' più nel dettaglio del maxi piano annunciato a settembre dello scorso anno che prevede uno stanziamento complessivo di 80 miliardi di euro nel prossimo decennio per creare un solido ecosistema europeo dedicato allo sviluppo e alla produzione di semiconduttori. È un traguardo che si raggiungerà gradualmente con interventi in molte nazioni europee, Italia compresa. La novità delle ultime ore riguarda la prima tranche di investimenti e i dettagli delle opere che grazie ad essi saranno realizzate in Europa.
Il CEO di Intel Pat Gelsinger sottolinea l'importanza del piano ricordando la legge europea sui chip che darà un impulso all'industria dei semiconduttori europea: I nostri investimenti pianificati sono un passo importante sia per Intel, sia per l'Europa. L'EU Chips Act consentirà alle aziende private e ai governi di collaborare per far avanzare drasticamente la posizione dell'Europa nel settore dei semiconduttori [...] Ci impegniamo a svolgere un ruolo essenziale nel plasmare il futuro digitale dell'Europa per i decenni a venire.
Intel parla di un investimento iniziale di oltre 33 miliardi di euro, così destinati:
Intel era stata chiara sin dall'inizio, quando lo scorso anno ha messo nero su bianco la volontà di dare una svolta a un metodo di produzione dei chip troppo dipendente dall'apporto delle fabbriche asiatiche: il piano c'è, gli investimenti anche, ma ci vorrà del tempo, perché creare nuovi impianti non è un'operazione che si conclude nell'intervallo di poche settimane. Basta dare uno sguardo ad alcune delle tempistiche indicate oggi per capire che l'apporto dei nuovi impianti di produzione europei non arriverà a breve: per il mega impianto tedesco la fine dei lavori è fissata alla fine del 2027, l'impianto italiano sarà attivo tra il 2025 e il 2027. C'è di buono che gli interventi di Intel sembrano collocarsi in un quadro ben chiaro e ricevono il supporto delle autorità europee. Vale quindi la pena armarsi di pazienza perché la posta in gioco è alta: si tratta della maggiore indipendenza dell'Europa (e anche degli Stati Uniti) dai fornitori asiatici di semiconduttori.
Commenti
perchè? Le aziende private lavorano solo a pochi km dalla sede? Anch'io lavoro per un'azienda privata e abbiamo contatti in tutta Europa e nord Africa. Una mia amica produce accessori di moda artigianali e vende in tutto il mondo. Non capisco il senso? A maggior ragione in un campo ultra-specializzato come quello dei microprocessori credo che i fornitori abbiano orizzonti molto ampi. Se invece ti riferisci ai conti "della serva" che mi sono fatto, che siano 16 anni o 10 anni di stipendi pagati poco cambia
Son aziende private, non aziende statali.
Una parte dell'indotto,probabilmente lavorerebbe lo stesso anche se lo stabilimento fosse in Francia. E cmq mettiamo si parli di 5000 persone a 50000€ anno, significa 16 anni di stipendi pagati dallo Stato (cioè da noi)
Corsi per sviluppatori linux o di cyber sicurezza.
Non calcoli mai l'indotto che è maggiore dei dipendenti diretti.
Secondo me se Intel vuole aprire fabbriche in Europa è solo perchè le paga la metà, non credo che 4000€ di spedizione per un rimorchio pieno di chip imballati dall'Irlanda incida molto sui ricavi. Ti faccio un esempio: in Sicilia arrivano ogni giorno centinaia di rimorchi pieni d'acqua dal Piemonte e l'acqua viene venduta a 200€ a bancale. Facendo due conti: se le aziende produttrici riescono a marginare su un carico che costa di sola spedizione almeno 1400€ con un valore sullo scaffale del supermercato pari a 6000€, Intel con un rimorchio carico di Microchip avrà forse (FORSE) un rincaro di 1 centesimo per il trasporto.
Mah, se Intel vuol aprire una fabbrica di chip in Europa non lo fa certo per Nord Africa ed Est Europa (di sti tempi poi...)
Esiste anche l'Europa dell'est e il nord Africa (oltre al Medio Oriente) e lì il Sud è più competitivo sulla logistica
I magazzinieri di una nota azienda che produce semiconduttori in Italia guadagnano più degli ingegneri se ti può interessare
Io cmq non capisco... 4miliardi e mezzo di incentivi per 1500 dipendenti. Ha ragione Giorgetti, corriamo per una 500...
Si pensa a Torino oppure come citato nell’articolo ad Agrate.
Tipo quelli che han fermato la costruzione di una centrale eolica dalle mie parti "per il paesaggio"
Risultato? Paesaggio rovinato ancora di più (ormai avevan già tirato su il cantiere e scavato dove c'era da scavare. Inutile dire che giustamente han lasciato tutto così com'era) e 0 energia prodotta non avendo ancora costruito.
Stupidi ecologisti ignoranti...
Ne dubito, i chip una volta prodotti vanno trasportati nel resto d'Europa, per cui il Nord Italia è preferibile (oltre ad essere già a nord risparmiando 1 giorno di viaggio, ha anche strade decenti)
Non so quanto sia bello fare l'operaio in una gigafactory, comunque penso basti la 3a media
dove si ipotizza?
Punti a pulire l ingresso o a sorvegliare il parcheggio?
Secondo voi, partendo da zero, quali sono i corsi/studi su cui si potrebbe investire del tempo e del denaro per sè stessi per puntare a lavorare nell'impianto di produzione di chip che vogliono aprire? Ovviamente non roba per cui ci sia bisogno di essere dei fisici/informatici plurilaureati. Secondo me sarebbe un ottimo investimento per sè stessi.
Spero solo che l'impianto sarà realizzato nel sud Italia. Dopo decenni ho ancora i brividi a vedere un'Italia nord/sud a due velocità.
Di che azienda e' quella a Brescia?
Pu**ana Brexit.
Ottimo per quei paesi baciati da Intel...
No, un conto sono quelli di potenza, un conto sono quelli per i "dati". Quella di Intel saranno semiconduttori destinati ai "dati", per quanto riguarda quelli di potenza, una realtà tra le più grandi al mondo, si trova a Brescia e stanno già aumentando l'impianto!
Dimmi di più
Sogno di vedere un centro di ricerca in Italia che sia eccellenza in qualsiasi ambito.
Per ora rimarrà un sogno.
In Italia ST ha anche un impianto a Catania, ma sembra che ormai il destino di questo investimento sia deciso…. Complimenti ai politici siciliani.
si ma un conto sono quelli delle auto un conto sono quelli per pc
Per quanto i nostri governanti capiscano meno di zero di tecnologia, lasciarsi sfuggire un colosso come Intel sarebbe un'occasione sprecata per futuri investimenti di altre aziende. L'alternativa è restare un paese industrializzato sulla carta ma del terzo mondo nella realtà. Chiarò che essendo un privato a lungo andare potrebbe trovare il nostro paese come economicamente svantaggioso se le cose non cambiano.
L'ho letto, ma inizia con "sino a..."... Non è una cosa cosi certa.. è un tetto massimo... Staremo a vedere se sarà così. Qualcosa mi dice che arriveranno i comitati no questo, no quello, poi qualche ricorso a qualche tar, ed ecco chexquel sino a, diventerà tendente a zero.
Quelli presenti in qualsiasi dispositivo che possiedi, auto comprese.
una curiosità ma di che semiconduttori si parla?
Hai letto l'articolo o ti sei fermato alla Germania?
In Italia è previsto un impianto con 1500 posti di lavoro più 3500 tra fornitori e partner.
O il tizio del rendering è stato pagato poco, o in Europa si fanno solo chiacchiere quando si parla di fonti rinnovabili. A maggior ragione che l'impianto sarà operativo tra qualche anno, dovrebbero già proiettarsi nel futuro e comprare l'energia di chi occupa un suolo così grande e può produrla facilmente.
Felice di sapere che si cerchi di creare una nostra indipendenza in campo tech, distaccandoci lentamente da paesi come la Cina. Magari anche nVidia si darà una svegliata dato che produrranno anche le GPU in casa quelli di Intel.
Ok capito.. in italia non si fa nulla... È solo un paese per vendere prodotti.