
25 Maggio 2023
Google ha rimosso un’app chiamata Downloader dal Play Store per Android/Google TV, citando violazioni di copyright (più nello specifico il DMCA, Digital Millennium Copyright Act) denunciate da diverse compagnie televisive. Il problema è che... L’app è di fatto un browser Web con un download manager integrato e con interfaccia ottimizzata per televisori.
Il grosso dell’offesa sembra provenire da una serie di emittenti televisive israeliane, che denunciano il fatto che Downloader permette di accedere a un sito locale, chiamato Sdarot, che offre in streaming contenuti pirata. Ma è, appunto, un sito: qualsiasi altro browser internet, a prescindere dal tipo di dispositivo su cui è installato, può fare esattamente la stessa cosa. Parlando con i colleghi di Ars Technica, lo sviluppatore Elias Saba osserva:
L’unica ragione [per la segnalazione DMCA] è che l’app è in grado di caricare un sito web. La mia app è un’utility che combina un basilare browser web e un basilare file manager. Non c’è modo di visualizzare contenuti nell’app se non usando il browser web e dirigendosi su un sito web. Non ci sono nemmeno collegamenti preconfigurati a certi siti web a parte il mio blog personale, che è impostato come pagina predefinita.
I need your help! My Downloader app has been wrongly removed from @GooglePlay Store due to an absurd DMCA takedown from Israel TV @yescoil that claims because the web browser in the app can load a specific website with their infringed content that my app is violating copyright.
— AFTVnews (@AFTVnews) May 19, 2023
Insomma, l’argomentazione dello sviluppatore è che se la sua app va rimossa allora bisogna eliminare anche tutti gli altri browser web, incluso Chrome sviluppato da Google stessa; è giusto osservare che tecnicamente Chrome non viene offerto su Android TV (più in generale per default non c’è nessun browser), ma, come dicevamo, può facilmente diventare un problema che esula da formato e classe di dispositivo. Sdarot è accessibile da qualsiasi browser anche su smartphone Android e PC Windows, in altre parole.
Prevedibilmente, lo sviluppatore si è poi scontrato con il famoso “muro di gomma” del servizio di assistenza di Google: ha fatto ricorso contro la decisione e ha ricevuto una seconda sconfitta “nel giro di qualche minuto”. È piuttosto facile immaginare di cosa si tratti: un sistema automatico in cui nessun umano ha preso direttamente parte. Le risposte ricevute da Google sono molto generiche e non lasciano intendere che esista la possibilità di analizzare ulteriormente il caso.
Elias Saba ha quindi deciso di rivolgersi alla stampa nella speranza che una maggior visibilità del problema convinca Google a riesaminare la questione in modo più diligente e preciso - magari, molto semplicemente, con il contributo di un dipendente umano. Ma a prescindere dall’esito di questo caso specifico (ancora non ci sono sviluppi), si evidenzia ancora una volta che il sistema di assistenza messo in piedi da Google funziona male, non appena si esce un po’ dai “binari” di competenza dei sistemi automatici.
Commenti
Eh? Bho !!
L'assistenza di Google non è "fatta male" bensì l'hanno volutamente pensata e realizzata così.
Se la vicenda è vera, lo sviluppatore ha ragione da vendere.
Che boomerpannoloni
Grazie ;-)
certo che gli è anche andata di sfiga! :(
...si passa a Huawei.
Meglio affidarsi a sistemi alternativi al play store di Google. Io con AppGallery di Huawei non ho di questi problemi. Magari ne avrò degli altri ma come utente occidentali saranno problemi marginali.
Concorrenza Vs Monopolio
della serie No google No party...
Dai questa era bella.
Sono 40 anni che nel mondo gruppi di community lottano per la libertà del software e dei diritti utenti, cercando proprio di far capire che i PRINCIPI del Free software non solo non sono contro la libera impresa, semmai contro le pratiche anticoncorrenziali, ma sono a favore dell'utenza ed ancora c'è gente che al posto di parlare di questo se ne esce "linux per l'utenza comune non è pronto" cosa che, a prescindere dall'affermazione, non c'entra nulla e ora pensi che un software semi sconosciuto faccia comprendere "l'importanza fondamentale di avere libertà"
Eddai
Comunque casi come questo dovrebbero far capire anche ai più "duri di zucca" l'importanza fondamentale di avere la libertà di installare ciò che si vuole sui propri dispositivi. Non può esserci un "guardiano" che decide chi ha il diritto di creare software o no, perché tale guardiano sarà sempre imperfetto, fallibile e spesso e volentieri prezzolato.
Baciachiappe di BigG & co. detected...
Al contrario, 9 volte su 10 cose del genere le risolvi facendo casino sui social. Il servizio di assistenza di queste megacorporations è progettato apposta per farti girare in tondo senza risolvere nulla, è così "by design". Al contrario, sono molto attenti alla cattiva pubblicità (in quanto gli tocca il portafoglio) quindi se gira molto malcontento sui social è facile almeno si degnino di esaminare il caso (invece di scontrarsi con un bot che ti rifiuta la richiesta in automatico senza neanche esaminarla, cosa che sospetto sia successo qui).
Quanto siete noiosi. Ma rilassatevi.
Ok che lo sviluppatore ha già perso ma rivolgersi alla stampa può indispettire google, non sono affatto certo sia stata una buona mossa
E' successo una cosa simile anche a me... Avrò avuto 50 downloads, ma non avevo nessuna speranza di mettermi in contatto con Google. I links riportavano a formulari inesistenti oppure formulari che non hanno nessuna notifica di ricezione.
E' in questi casi che l'UE dovrebbe sanzionare in poche ore, e senza processo, aziende come Google.
Che assurdità. Aloha però c’è
Rimozione totalmente assurda, se Google fosse coerente allora dovrebbe rimuovere anche Chrome, Firefox e ogni altro browser dal Play Store... spero si tratti di un automatismo a seguito della segnalazione e che venga reintegrata.